Quattro.

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Lezioni.
Pranzo.
Biblioteca.
Lezioni.
Stanza delle necessità.
Cena.
Ronde serali.
Dormitorio.
Sonno.
Colazione.
Lezioni. Pranzo. Biblioteca. Lezioni. Stanza delle Necessità. Cena. Ronde serali. Dormitorio. Sonno...
Percepisco i primi sintomi di stanchezza verso metà ottobre, ma mi sforzo di non mostrarlo in pubblico.
Sarebbe una sconfitta personale se Silente lo venisse a sapere. Mollare a questo punto sarebbe un fallimento, quest'anno ci sono i G.U.F.O., ho parecchio da dimostrare riguardo la mia crescita extra.
La stabilità psicologica, invece, inizia a dare segni di cedimento il giorno prima di Halloween, quando il castello è un fermento di scherzi ad ogni angolo, pipistrelli che sbucano dai soffitti, zucche sorridenti e canterine su qualsiasi superficie disponibile.
Le lezioni sono state abbastanza veloci. I serpeverde hanno iniziato a partecipare di più quindi le sorti dei punti casa non dipendono solo da me.

La professoressa Aurora Sinistra ci chiede di pulire le lenti dei telescopi prima di andare via. L'aula di Astronomia è sempre in penombra e proprio per questo dobbiamo stare molto attenti per maneggiare i delicatissimi strumenti.
Questa materia forse è l'unica che mi rilassa davvero. Studiare i pianeti e l'universo è affascinante.
Lascio l'aula col sorriso stampato in viso e vado nel dormitorio per posare la borsa con i libri. Recupero il mantello più pesante dal baule e lo indosso.
L'autunno si fa sentire soprattutto quando il sole va via.
Oggi sono ottimista e spero che questo mi aiuti nel duello con l'armatura.
Percorro i corridoi dei sotterranei poi le scale. All'ultimo scalino, però, sento qualcosa sfrecciare sulla mia testa e fermarsi lì a mezz'aria. L'istinto mi fa alzare il braccio con il palmo aperto verso il soffitto e nel momento in cui avviene l'esplosione, ho già creato uno scudo intorno a me.
L'aria viene invasa da una puzza nauseabonda, una nebbiolina verde si diffonde da un punto sopra la mia testa e inizio a tossire perché l'incantesimo non è poi così protettivo.
L'odore è troppo forte e non riesco a respirare, la sostanza si appiccica sul viso e i vestiti.
Qualche istante dopo la vista si schiarisce e scopro gli occhi di tutta Hogwarts puntati sul mio palmo aperto.
Ritorno alla realtà, abbasso il braccio e lo scudo si infrange con violenza.
Deglutire e respirare sembrano essere le cose più difficili che abbia mai fatto.
A pochi metri da me c'è un un gruppetto di tassorosso.
I passi degli altri studenti risuonano nel silenzio tombale mentre si accalcano sull'uscio della Sala Grande e i loro sussurri aumentano.
La ragazza dai capelli rosa è sorpresa, riprende il controllo e rilassa il viso come se non avesse fatto nulla. Finge di non essere sotto il tiro del mio sguardo assassino.
"Ehilà, Selene! Come va la vita?" Alza il tono di voce, sottolineando il nervosismo che cerca di nascondere.
"Oh! Ninfadora!" Ho intenzione di farla arrabbiare e infatti i suoi capelli si fanno più rossi. "Stavo meglio prima!" urlo. Deve sentirmi anche Silente, non mi interessa.
"Tu sei un prefetto! PRE-FET-TO" scandisco con la voce che si alza sempre di più "Ti diverte così tanto prendere di mira i serpeverde? Non è la prima volta! I sotterranei puzzano di caccabombe da settimane!" non nascondo la rabbia nelle mie parole e stringo i pugni, una scossa di elettricità statica corre tra i capelli.
"Non. Chiamarmi. Ninfadora!" sorvola sul resto del discorso.
Fa un passo avanti e stringe la presa sulla bacchetta.
Non le do il tempo di aggiungere altro perché continuo. "Da questa strada passano solo tassi o serpi quindi è evidente che volevi colpire una serpe, Ninfadora!"
"Ah! Selene Senza cognome, era solo uno scherzo!" ribatte e le sue parole zittiscono l'intero castello. Velocissima alza il braccio con la bacchetta pensando di cogliermi di sorpresa.
Sono troppo furiosa con lei: mi ha attaccata con uno stupido scherzo che poteva colpire uno studente del primo anno e provocargli reazioni allergiche, nausea e vergogna; ha appena usato quel soprannome davanti a tutta Hogwarts pensando di garantirsi un vantaggio; infine sono arrabbiata con me stessa perché mi ha davvero punto nell'orgoglio.
Il braccio destro si alza di scatto, il palmo si apre e spinge verso la ragazza facendola volare di qualche metro.
Tonks finisce gambe all'aria e io barcollo per lo sforzo. Quando riprendo l'equilibrio, gli ultimi minuti esplodono nel mio cervello peggio di un bombarda.
Mi guardano tutti sorpresi e spaventati, studenti, professori e... Charlie.
Faccio un paio di passi indietro e sussurro parole a caso.
"Mi dispiace.. io non.. cosa.. Tonks.."
Non so se qualcuno mi sente. Non c'è più silenzio. Il vociare degli studenti invade il corridoio.
Corro verso la ragazza che si sta rimettendo seduta.
"Tonks.." mi inginocchio accanto a lei. Sono così tanto shockata da iniziare a piangere. "Stai bene? Non so cosa mi sia preso, scusa!" Abbasso lo sguardo sul pavimento, perchè non riesco a guardarla negli occhi.
Lei fa qualcosa che non avrei mai potuto aspettarmi. Mi abbraccia forte, come se non avessimo appena litigato e non avessi addosso la puzza di una discarica.
Mi asciuga le lacrime sulle guance e si alza trascinandomi con lei.
"Sapevo che prima o poi qualcuno me l'avrebbe fatta pagare! Almeno è stato un prefetto!" esclama e mi stringe di nuovo tra le braccia.
Un colpo di tosse ci fa voltare entrambe verso la scalinata centrale.
E lì, in tutta la sua severità, c'è il preside con la sua barba sempre in ordine.
"Rimanderete le trattative di pace a dopo." la sua voce immobilizza l'intero corpo studentesco.
Percorre gli ultimi scalini sotto centinaia di sguardi.
"Signorina Selene" richiama la mia attenzione, come se non fosse già proiettata verso di lui "Mi segua nell'ufficio del professor Piton!"
In un fruscio di mantelli si avvia nei sotterranei, seguito subito da Piton.

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