Le partite di Quidditch portano una nuova luce sul castello, sui suoi abitanti e qualsiasi cosa inizia a brillare a prescindere da com'è il tempo fuori.
Sole, nuvole, pioggia, neve, grandine, i fenomeni atmosferici non hanno nessuna importanza, anche se nella realtà influenzano molto lo svolgimento della partita, essi non intaccano lo stato d'animo generale.
Gli studenti sono felici, elettrizzati, eccitati e soprattutto urlanti.
Devo tapparmi le orecchie mentre attraverso la sala comune. Parlano e ridono così forte che di sicuro gli avversari nella Torre riescono a sentirli.
Insopportabili.
Qualcuno si piazza all'uscita proprio quando manca un solo passo per il traguardo e mi spiaccico sul suo petto alto e muscoloso.
Devo escludere i serpeverde dal quinto anno in giù e questo è confermato dal silenzio improvviso e, per quanto possa esserne felice, non mi rassicura.
Cerco di fare un passo indietro ma mi afferra con entrambe le mani.
D'istinto chiudo gli occhi per pregare Merlino di tenere l'interesse romantico di tutte le serpi lontano da me, poi poso lo sguardo sul viso del ragazzo.
È il capitano della squadra di Quidditch.
Lo osservo bene e non riesco a non fissare la linea precisa e marcata della mascella, poi mi costringo a risalire fino agli occhi.
Hanno la stessa tonalità della divisa, che li mette in risalto in modo ipnotico. Sembrano due fari puntati con intensità su di me.
"Ti hanno vista con Charlie ieri." È un'affermazione ma allo stesso tempo aspetta una risposta.
Non so cosa vuole quindi devo attenermi al suo gioco.
Annuisco.
"Eravate in infermeria."
Dove vuole arrivare? Faccio un altro cenno per confermare.
"Giocherà oggi?"
Pensa che si sia infortunato? Brutto stronzo!
"Eravamo lì per me, avevo un brutto mal di testa."
Provo ad allontanarmi di nuovo ma non me lo permette. Continua a fissarmi e questa cosa sta iniziando a mettermi in difficoltà.
"Hai mai interferito con le nostre partite?"
"No!" rispondo di scatto "Stai scherzando spero?!"
Le serpi sono proprio stupide. Alcune mormorano alle mie spalle.
"Perché ti hanno vietato di esserci?"
Gli scoppio a ridere in faccia e non mi interessa se la sua presa è sempre più stretta o se può farmi davvero male con la forza dei muscoli.
"I vostri genitori pensano che in questi 5 anni avete vinto solo grazie al mio aiuto." Alzo la voce per farmi sentire da tutte le serpi del dormitorio "Non hanno fatto un torto a me, ma alle vostre capacità di giocatori."
Le voci dei serpenti si fanno più alte, ma la sua risate le supera.
"Non ho dubbi sulla nostra bravura e non hai mai interferito perché lo avremmo notato.”
Sì, come no.
“E Charlie non è così bravo come cercatore. Non può battermi!"
Sorrido perché so bene cosa vuole fare, il suo sguardo di sfida lo ha tradito.
"Abbiamo un accordo no? Io la coppa delle case, tu quella del Quidditch, quindi impegnati!"
Appoggio le mani sul suo petto e lo spingo da parte per farmi passare.
Sospiro di sollievo quando il passaggio si richiude e mi separa dai tentativi delle serpi di farmi reagire male.La Sala Grande è anche peggio del dormitorio, c’è un caos assurdo.
Gli studenti camminano allegri di qua e di là, sostano tra le panche e chiacchierano con le brioches in una mano e il succo di zucca in un’altra.
Spingo chi intralcia il mio cammino fino al mio posto e poi finalmente mi siedo.
I primini sono già in posizione, vestiti in modalità tifosi con sciarpe, cappelli, striscioni e mantelli verde e argento. Non hanno assistito alla scenetta patetica e mi lanciano occhiate curiose.
“Beh?” chiedo senza dargli tempo.
Non voglio altre seccature oggi.
“Come stai?” la vocina di Mary arriva alla mia destra.
Questa domanda proprio non me l’aspettavo.
“Sto bene” mi giro per risponderle faccia a faccia.
Non sono mai stata tanto sincera.
Da quando tutti hanno scoperto il mio segreto sulla magia, oggi è il primo giorno in cui mi sento davvero leggera.
Mi sono sfogata senza far male a nessuno e Charlie non ha provato a limitarmi come ha fatto finora.
“Abbiamo provato a parlare con la nostra squadra per farli intervenire con i professori, ma non ci hanno calcolato.”
Scoppio a ridere e annuisco. “Non fa niente, va tutto bene.”
“Charlie ha detto che avresti detto così.” interviene uno dei ragazzetti di fronte, di cui non riesco mai a ricordare il nome.
“Che significa?” mi giro verso di lui, ma Mary risponde prima.
“Le serpi non ci hanno ascoltati e abbiamo parlarto con lui, ma è stato inutile.”
Accarezzo la testa di Mary e le sorrido.
“Grazie per averci provato!”
Ricambia il sorriso e mi prende la mano per stringerla tra le sue. “Ci stai aiutando quasi tutti i giorni, anche quando non è il turno del primo anno. Sei..” si blocca e abbassa il viso.
Do un colpetto alle sue dita per esortarla a continuare.
“Io volevo dire che...” il suo sguardo vaga in giro per la Sala Grande. “Sei davvero diversa da come ti descrivono.”
Mi avvicino e le appoggio il braccio sulle spalle, in una specie di piccolo abbraccio.
“I primi pettegolezzi che ci hanno raccontato alla cerimonia di smistamento erano su di te ed è davvero bello aver avuto la dimostrazione che sono sbagliati. Sapevo che non eri cattiva perché sei anche amica con i grifondoro.” La vocina di Mary arriva dritta al mio orecchio e, grazie alla nostra momentanea vicinanza, sono l’unica a sentirla.
La mia amicizia con i grifondoro è una garanzia: non l’avevo mai pensata in questi termini.
“Grazie davvero.” le sussurro e continuo a sorriderle.
“Guardate la partita anche per me!” esclamo, alzando la voce per farmi sentire dal gruppetto. “Al vostro ritorno mi racconterete tutto!”
Il tavolo delle serpi mi guarda, ma noto solo quel viscido di Jacob che sorride con troppa soddisfazione.
Oh me la pagherai prima o poi, te lo giuro su tutta la discendenza di Salazar Serpeverde.
“Certo!” Mary batte le mani e ognuno torna alla propria colazione.
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Experiment
FanfictionLa professoressa McGonagall si un passo con la pergamena davanti agli occhi e chiama gli alunni in ordine alfabetico. Applausi e grida seguono tutti i risultati del cappello parlante fino al mio turno. La voce chiara e forte dell'insegnante pronunci...