Due.

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SETTEMBRE 1988
QUINTO ANNO

Persone, babbani, sbucano dappertutto e devo stare molto attenta a non calpestare qualche piede. Ogni anno sono sempre più distratti e di fretta.
L'aria del mattino è fresca e i raggi del sole non sono fastidiosi, anzi. È la combinazione perfetta per non sudare in questa corsa ad ostacoli.
I babbani sono vestiti in modo simile: completi neri, grigi, giacche, pantaloni, camicie. Di solito mi piace guardarli e riconoscere gli oggetti che studiamo in Babbanologia, ma ora davvero non ho tempo.
Un uomo è fermo all'ingresso della stazione, mentre parla ad alta voce con il telefono e devo superarlo per poter passare. Manovra che non si rivela molto facile perché il carrello è pesante e sbanda appena provo a deviare la traiettoria. Le ruote prendono velocità e devo fare molta forza per evitare lo scontro con la porta a vetri.
Qualcuno si avvicina chiedendomi se mi serve una mano, altri mi osservano borbottando per la mia goffaggine o per il mio bagaglio.
Hanno ragione: chi usa un baule al giorno d'oggi?
Rifiuto con gentilezza l'aiuto di una signora e riprendo il cammino.
Maledetto Piton e maledetto Silente che ancora mi fanno fare questo teatrino.
"Devi essere una strega normale" ma di normale non ho neanche il nome.

Supero il più veloce possibile il binario 9 e tre quarti per entrare con sollievo di nuovo nel mondo magico.
È presto, molto presto, quindi per la mia felicità non c'è nessuno.
L'aria è calma e silenziosa, nessuno chiacchiera, urla, ride o piange e anche il treno non emette suono.

Mi sono smaterializzata da Hogwarts con Piton tre ore prima della partenza per precauzione. Questa è una delle regole principali della mia vita: nessuno deve vedermi con un professore prima dell'arrivo (ritorno) a scuola.
Percorro il binario per arrivare agli ultimi vagoni. Le ruote del baule cigolano e fanno da sottofondo al mio cammino. Il mio solito scompartimento è l'ultimo, lontana dal fragore degli studenti più popolari.
La coda del treno è occupata da chi vuole farsi i fatti propri, chi pensa solo a studiare in modo standard e non eccellente, chi non ama mettersi in mostra.
In poche parole, mi nascondo nella tana dei tassi anche se non ho nulla (poco) in comune con loro.

Mi siedo e appoggio la testa all'imbottitura, respiro per calmare la leggera agitazione che non mi abbandona mai quando sono lontana da Hogwars.
Non vedo l'ora di tornare a casa.
L'inizio dell'anno scolastico per me non è mai stato un viaggio verso un luogo nuovo e sconosciuto, mentre per tutti gli altri il primo settembre sembra essere una giornata di festa.
La giornata internazionale dei maghi.
Magari in futuro, quando sarò Ministra della Magia, potrei pensare di istituire questa festività così avrò anch'io un motivo valido per essere così allegra e in festa.
Per me le ore a bordo di un treno simil-babbano sono ciò che più si avvicina al relax per questo non voglio essere disturbata, non voglio avere persone intorno che non fanno altro che parlare.

Tre tonfi alla porta dello scompartimento mi riportano alla realtà ed apro gli occhi.
Il treno è già in movimento e le campagne inglesi sfrecciano alla mia sinistra.
Altri due tonfi e una voce che riconoscerei tra mille.
"Selene! So che sei lì, posso entrare?"
Sorrido, felice di sapere che è venuto a cercarmi.
Cerco di ricompormi prima di alzarmi e, con la migliore espressione confusa, spalancare la porta.
"Chi è?" chiedo ad un paio di occhi azzurro mare chiarissimi che si alzano subito al cielo.
"Posso entrare?" La sua voce calda è una carezza e sento il calore espandersi sul viso.
Mi giro subito per tornare a sedermi così con un pizzico di magia faccio tornare la pelle pallida.
Ha già indossato la divisa: la camicia bianca e il pantalone nero stirati e in ordine e la cravatta rosso fuoco che si abbina in modo magnifico ai suoi capelli.
"Siamo già arrivati?" faccio un cenno al suo abbigliamento e lui scuote la testa.
"No, ma non sopportavo più mio fratello che si vanta con tutti del suo nuovo distintivo!" L'esasperazione nella voce è evidente e mi fa scoppiare a ridere.
Mi fulmina con lo sguardo. "Da quando lo ha ricevuto non fa altro che mostrarlo in giro!"
"Oh" cerco con difficoltà di riprendere il controllo "sei geloso?" scoppio di nuovo a ridere e questa volta riesco a contagiarlo.
"Sei il miglior grifondoro del nostro anno, la McGonagall ti ha nominato Prefetto!"
Sorride, ma alza le spalle.
"Non ti hanno mandato il distintivo? Sei serio?"
Prima che inizi ad indignarmi sul serio, infila la mano in tasca e tira fuori la spilla rossa con la grande P dorata.
"Congratulazioni!" Batto le mani con forza perché lo merita.
"E tu?"
Alzo gli occhi al cielo. "L'ho lasciato nel baule, non mi sembrava una cosa così importante."
"Sempre la solita." Scoppia a ridere e scuote il capo. "Tutto bene il corso estivo di magia avanzata?"
Una leggera ansia mi pervade, perché ho sempre il timore che possa scoprire la verità.
"Sì, una noia mortale come sempre." Parlo con lentezza, mantenere il respiro ad una velocità contenuta è difficile.
"Non mi darai qualche dettaglio, vero?"
Poi ricordo che è solo un grifondoro molto curioso e i polmoni si tranquillizzano.
"Potrei turbare il tuo bel cervellino!" sorrido, con l'intenzione di alleggerire l'atmosfera che si è creata.

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