Bill e Percy vanno via poco prima del coprifuoco.
Appena la porta della Stanza delle Necessità si chiude alle loro spalle, Charlie mi travolge e mi stringe fortissimo a sé.
"Grazie!" sussurra sulla mia pelle senza accennare a staccarsi.
Accarezzo i suoi capelli, ora così diversi dai miei e sorrido.
"Devi aprire il mio regalo" uso un tono di voce basso per non rovinare quest'atmosfera di tenerezza.
I suoi occhi si spalancano per l'ennesima volta colmi di una sorpresa che non ha mai davvero lasciato il suo sguardo e lo trascino davanti al grande pacco prima che possa iniziare a dire cose come "non dovevi".
"Ho dovuto accettare alcune condizioni altrimenti non sarebbe stato possibile."
Charlie annuisce prima di avvicinarsi alla scatola. L'impazienza di scoprire cos'è diventa visibile quando straccia fiocco e rivestimento colorato però poi si immobilizza subito appena il contenuto si palesa.
"Stai scherzando?" le parole escono in un soffio dalle sue labbra.
"No" gli sorrido.
"Posso..?" alza le mani per indicarlo e rispondo di fare con cautela.
Faccio comparire un cuscino sul tavolo accanto al pacco e Charlie appoggia le mani tremanti sulla superficie rugosa e lo solleva con tutta la delicatezza di cui è capace.
Resta a fissare l'uovo per minuti interminabili, con attenzione passa in rassegna tutte le venature, le discrepanze, le imperfezioni del guscio verde petrolio e lo ripone sul cuscino, poi mi rivolge uno sguardo indescrivibile che mi fa barcollare.
Si avvicina così da essere faccia a faccia e avvicina le labbra alle mie. Sfiora il labbro inferiore con la lingua per poi approfondire il bacio. Porto le mani prima sulle sue spalle, poi dietro al collo e tra i capelli, per abbracciarlo e farmi più vicina a lui.
"Quali sono le condizioni?" la domanda mi accarezza la pelle. Riprendiamo fiato, ma restiamo attaccati.
"Puoi studiarlo fin quando si schiuderà senza farti scoprire. Quando nascerà hai un giorno di tempo per dirlo ad Hagrid, che farà venire i Dragologi dalla Romania."
L'espressione di Charlie si rabbuia per un attimo, ma annuisce subito. Sa che è la cosa migliore. Per allevare un drago servono esperienze, ambiente e attrezzatura adatte, tutte cose che non ha né lui né io.
"Lo monitoreremo insieme." Con le dita mi sposta un ciuffo di capelli dietro l'orecchio e mi appoggia il pollice sulla guancia.
Sono incredula e non riesco a dire niente. Le parole si sono fermate sulla punta della lingua.
"Voglio fare questa cosa con te, voglio passare con te più tempo possibile!"
Sorrido e mi sporgo per lasciargli un leggero bacio sulle labbra.
"A questo proposito..." si allontana dal mio viso e abbassa addirittura gli occhi sul pavimento.
"Cosa?" questa sua reazione mi mette in allarme e se ne accorge.
"So che per te è difficile, perché la tua famiglia è lontana, però devo provare..." fa un respiro profondo e chiude gli occhi "Si tratta delle vacanze di Natale, ho già chiesto a mia madre e sono felicissimi..." alza il viso per guardarmi
"Ti piacerebbe trascorrerle con me e la mia famiglia alla Tana?"
Se si potesse aprire la bocca fino al pavimento lo farei e non solo per la sorpresa ma anche perché è una richiesta davvero complicata.
"Ne sarei felicissima!" lo abbraccio, soprattutto per nascondere la mia espressione turbata "ma devo chiedere a Silente se posso usare il suo camino per mettermi in contatto con i miei."
Bugiarda.
"Ti accompagno!" sorride con la speranza dipinta sul viso.
Per Merlino, non complicare le cose.
"No, è meglio se vado da sola. Sono molto riservati." ribatto troppo di scatto.
"Giusto, scusami. Non volevo essere invadente."
"No no no" gli afferro il viso tra le mani e lo costringo a guardarmi dritto negli occhi "tu sei perfetto, la mia famiglia è complicata!"
Ridacchia e afferra la mia mano per intrecciare le dita.
"È stato tutto perfetto, grazie Selene."
Faccio un respiro profondo per prendere coraggio e lo porto al divano per farlo accomodare.
Ci sediamo uno di fronte all'altro e inizio a pizzicarmi i polpastrelli per l'agitazione.
"Dopo la riunione del Club dei Duellanti non abbiamo più avuto tempo per parlare..." lui si muove per interrompermi ma alzo la mano per bloccarlo "So cosa vuoi dire e sì, è necessario."
Charlie sospira e annuisce. "Voglio solo che non ti senta costretta a parlarne."
"La mia vita è complicata, forse più di quanto immagini e non so davvero da cosa iniziare." porto la mano sul viso, con le dita che si chiudono ai lati del naso.
"Non devi farmi un'introduzione, vai direttamente al punto. Forse è più facile."
Le parole di Silente iniziano a fare eco nel mio cervello.
"Puoi svelare al signor Weasley ciò che fai nel tempo libero nei limiti di ciò che può essere detto!"
Questo mi dà la spinta a parlare.
"Come sai, non ero destinata a... "
esistere
"...frequentare Hogwarts, ma il professor Silente ha provato con forza e determinazione a..."
darmi la vita
"...convincere i miei genitori e alla fine ci è riuscito."
Faccio un respiro profondo.
Non è mai stato facile dover mentire così spudoratamente, ma è sempre stato per la mia sicurezza. Non perché non mi fidi di lui, ma i mezzi del Ministero sono subdoli e alla luce dei nuovi sviluppi non posso mettere in pericolo nessuno, Charlie in primis.
"Fin dal primo anno ho studiato ed allenato le mie abilità magiche più del normale. Ero qui tutti i giorni ed è capitato che mi addormentassi a causa della stanchezza."
Schiocco le dita e l'ormai familiare cigolio annuncia la comparsa dell'armatura con la bacchetta tesa in avanti.
Ora è lui che potrebbe avere la mascella spiaccicata sul pavimento.
"Dopo il duello con Bill, stavi venendo qui..."
Annuisco. "E dopo averti accompagnato, ci sono tornata ma ero stanca per il duello e mi sono svegliata solo all'ora di pranzo.."
Bugie, bugie e ancora bugie.
Prima o poi mi si ritorceranno contro.
"Non dovevo arrabbiarmi con te in un tuo momento di debolezza e lasciarti sola. Mi dispiace"
Accarezzo una ad una tutte le sue lentiggini.
"A me dispiace per le cose cose non dette, ma tenerle nascoste è per la mia sicurezza.." faccio un respiro profondo.
Posso dirgli quello che ho scoperto stamattina? Merlino, ne ho proprio bisogno.
"Silente è molto protettivo e ha avuto ragione ad esserlo per tutti questi anni..."
Il cambio del mio tono di voce è abbastanza eloquente e Charlie mi guarda in modo interrogativo: "Cosa è successo?"
Si avvicina, le nostre gambe si attaccano e i nostri respiri quasi si fondono.
"Il mio ultimo duello non è stato positivo..." abbasso lo sguardo sulle nostre mani intrecciate e stringo la presa.
"Il Ministero sta iniziando ad indagare perché odiano non avere il controllo. Silente sta cercando di tenerli buoni, ma non credo ci riuscirà a lungo."
Negli occhi di Charlie si affaccia un pizzico di ansia. "Cosa potrebbero farti?"
"C'è ancora timore ai piani alti, dopo tutta la storia di V.. Tu sai chi, quindi non so cosa mi potrebbe succedere. Silente non ha accennato una parola."
"Non sei Colui che non deve essere nominato! È ridicolo!" alza la voce e un po' sussulto.
Chiaro disappunto è disegnato sul suo viso.
"Tu mi conosci, ma vista da un occhio esterno sembro una minaccia."
"Guardami..." Mi alzo e spalanco le braccia. Il suo viso si anima di confusione e sembra un cucciolo smarrito seduto su un enorme divano. "Sono un'altra Serpeverde con abilità magiche sconosciute. È strano che la Ministra non sia ancora venuta a prendermi con tutti i Dissenatori disponibili."
Si alza di scatto e mi raggiunge.
"Non dirlo neanche per scherzo!" mi afferra il viso tra le mani, così grandi da coprire per intero le mie guance. "Tu resti qui con me, perché non sei una minaccia, non sei cattiva e non hai intenzione di distruggere il mondo magico!"
Sorrido e poggio una mano sulla sua.
Quante cose che non sai mio caro e dolce Charlie.
"Possono provare ad allontanarmi da te, ma dovranno vedersela prima con la mia mano!"
Schiocco le dita della mano destra e alcune scintille verdi e rosse svolazzano sulle nostre teste.
Sorride e il suo viso si alleggerisce di tutte le preoccupazioni.
Si avvicina al mio viso e mi regala un altro fantastico bacio.
I rintocchi dell'orologio ci interrompono e decretano l'inizio effettivo del coprifuoco anche per prefetti e capiscuola.
"Quante probabilità abbiamo di incontrare Gazza?" ride e mi trascina tra le sue braccia.
"Potremmo restare a dormire qui" sussurro e nascondo le guance arrossate nel suo maglione.
"Ti ricordo che Silente e il professor Piton mi minacciano con gli occhi." appoggia la guancia sulla mia testa e mi stringe al petto.
"Non devono sapere tutto.."
"Stiamo parlando dello stesso preside?"
Alzo gli occhi al cielo.
"Se non ha prove concrete e schiaccianti non può fare nulla." sorrido in modo furbo con la speranza di convincerlo.
"Sarò salvo ancora per qualche giorno?"
"Certo che sì!" esclamo e la Stanza si unisce a me nel tentativo di persuasione. Un letto molto confortante prende posto davanti al camino.
"Quindi la Stanza delle Necessità fa comparire ciò che serve a chi la occupa?" si avvicina al letto e sorride.
Annuisco e schiocco le dita per cambiare gli abiti ad entrambi. Non è il pigiama che indossa di solito però gli ho lasciato il rosso grifondoro.
Mi guarda scuotendo la testa però entra subito sotto le coperte.
Lo affianco e ci addormentiamo abbracciati.Come ogni mattina i primi rintocchi dell'orologio mi svegliano. Apro gli occhi sul viso più angelico che conosca, mi avvicino piano e gli do un bacio per svegliarlo.
Mormora qualcosa di incomprensibile e mi stringe a sé. Nasconde il viso nel mio collo e i miei capelli lo aiutano nell'impresa.
"Dobbiamo prepararci per andare a lezione" cerco di allontanarmi ma me lo impedisce.
"Tra poco" sussurra.
"Dai, alzati dormiglione!" Alzo la mano destra e la coperta vola via.
Rido perché scatta a sedere e mi guarda contrariato mentre mi alzo. "Non sono rammollita come voi grifoni!"
Alza le sopracciglia per un attimo, la bocca si piega in un sorriso che non riesco a decifrare, poi in un lampo si alza e si fionda verso di me.
Inizio a correre ma è più veloce di me.
Urlo e lo immobilizzo quando gli manca un passo per prendermi.
Stronza!
Gli leggo nel pensiero e non riesco a trattenere un sorriso.
"Sono una serpe!"
Faccio un passo indietro e lo sblocco.
Continua per inerzia la sua corsa quindi riesce ad afferrarmi e mi trascina sul letto.
Sono stesa sulla schiena, sovrastata dalle sue grandi spalle e immobilizzata con le braccia ai lati della testa.
Fa sfiorare i nostri nasi e mi dà un bacio.
"Riuscirò a farti rammollire!" sussurra e lascia la presa sulle mie mani.
Ci sei già riuscito, ma non glielo dico. Mi limito ad intrecciare le braccia al suo collo e a baciarlo.
Le coccole, però, non possono continuare perché sappiamo entrambi che non possiamo essere assenti a lezione. Sono già troppi i pettegolezzi che ci seguono in ogni corridoio e i professori potrebbero iniziare a crederci.
Prima di permettergli di uscire dalla stanza controllo più volte che non ci sia nessuno nel giro di tre piani.
Potrei uscire insieme a lui perché non faremo la stessa strada, ma preferisco essere prudente.
Controllo anche se Silente sia ad Hogwarts.
Guardare nell'ufficio del preside è più difficile perché ci sono protezioni più forti, ma ormai ho imparato qual è l'intensità necessaria.
Visualizzo la sua figura davanti ad una delle grandi finestre, guarda fuori e inizia a sorridere. Questa è la risposta alla mia domanda muta: posso raggiungerlo.25/02/2022
Buonanotte!
Oggi non sapevo se continuare questa mia revisione, stanno succedendo cose davvero brutte in Ucraina e non mi sembrava il caso, però stasera avevo bisogno di distrarmi. Ho provato prima a scrivere il capitolo 22, ma dopo una pagina scarsa ho abbandonato l'impresa. Non riuscivo a rilassarmi ed entrare nella storia. Leggere e correggere invece è più facile e serve un coinvolgimento emotivo minore quindi eccomi qua.
Questo capitolo pure poteva essere accorpato ai due precedenti che riguardano il compleanno di Charlie. Chissà perché all'epoca li separai. Devo ammettere che prima scrivevo le cose molto a caso, senza pensare all'insieme. E' proprio vero che col tempo si migliora.
Spero che stiate bene e che questo nuovo incubo non degeneri davvero nel peggio.
A presto (domani forse),
esse.
STAI LEGGENDO
Experiment
FanfictionLa professoressa McGonagall si un passo con la pergamena davanti agli occhi e chiama gli alunni in ordine alfabetico. Applausi e grida seguono tutti i risultati del cappello parlante fino al mio turno. La voce chiara e forte dell'insegnante pronunci...