Undici.

201 16 1
                                    

Quest'anno sta girando tutto nel verso sbagliato.
Non avevo mai fatto assenze alle lezioni, mi sono sempre comportata in modo corretto, seguivo le regole per non attirare l'attenzione.
Dopo il colloquio disastroso con Silente decido di non andare in aula. Sono troppo agitata per le informazioni ricevute quindi ne approfitto per anticipare l'appuntamento con Hagrid nella sua capanna.
I corridoi sono silenziosi e tranquilli. Se solo non ci fossero gli studenti il castello sarebbe il luogo più bello del mondo e invece no: bimbi e adolescenti dappertutto.
L'aria fredda mi investe e mi rendo conto di quanto l'inverno non mi piaccia. Odio le temperature basse soprattutto se non posso vivere accampata davanti ad un camino per tutta la giornata a guardare la neve.
Chissà quando arriverà!
Il cielo è coperto da nuvole bianchissime e il paesaggio potrebbe colorarsi di bianco prima di Natale. Il contrasto tra le cime delle torri, le montagne e il lago è uno spettacolo mozzafiato.

La capanna di Hagrid sbuca da lontano e sorrido. 
Hagrid è stato un po' il fratello maggiore che non ho potuto avere.
Prima degli undici anni, quando la scuola era piena di studenti e nessuno poteva occuparsi di me, era molto frequente che mi portasse nella sua capanna a vedere un nuovo animaletto e mi spiegava tutto ciò che conosceva; altre volte mi lasciava giocare con Thor quando aveva qualche commissione da svolgere per Silente; o mi portava in giro per la Foresta Proibita, seduta sulla sua grande spalla, alla ricerca di qualche forma di vita sconosciuta.
La casa fatiscente di Hagrid mi sembrava il posto più bello e accogliente del mondo, nonostante non fosse il meglio dell'architettura magica.
Arrivo alla porta ma non ho il tempo di bussare poiché subito viene sostituita dal suo faccione barbuto. Punta gli occhi sul vialetto che porta al castello poi passa al cumulo di zucche e infine alla foresta proibita.
"Tranquillo, non mi ha seguita nessuno." sussurro prima di fare un passo all'interno.
"Sicura? So che il giovanotto Weasley si preoccupa molto per te..." Si sposta di lato per farmi spazio e le sue parole mi fanno ridere e imbarazzare.
"Non hai fiducia nelle mie capacità?"
Mi siedo e gli sorrido.
Noto un paio di nuove assi inchiodate al soffitto però il resto è sempre uguale e a accogliente a modo suo.
"Ovvio che sì, ma..." lancia un altro sguardo fuori "Questa che stiamo facendo non è una buona cosa..." Sbatte la porta e mi dà tutta la sua attenzione "Se ci scoprono..."
I tonfi dei suoi passi rimbombano mentre si avvicina per occupare il posto di fronte a me.
"Non succederà, abbiamo programmato tutto insieme, Charlie accetterà."
Si gratta la testa, poi passa alla barba e alla fine sospira sconfitto.
"Come devo fare con te?!" si volta alla sua sinistra e si inclina verso il pavimento.
Due secondi dopo sta appoggiando con delicatezza un grande scatolone polveroso sul tavolo rotondo.
Sorrido e batto le mani per la felicità.
"Ci sei riuscito!" alzo un po' troppo la voce e subito mi fulmina con lo sguardo.
"Non devi farti vedere, portalo subito in un luogo sicuro. Silente non approva."
Annuisco con enfasi. "Lo so, ma non l'ha vietato. Devo solo evitare che mi trovi con le mani nel sacco o nella scatola."
Hagrid alza gli occhi al cielo.
Afferro l'oggetto del discorso e lo avvicino a me.
"Sta' attenta!" esclama con il tono di una mamma apprensiva.
Annuisco e mi concentro per rendere invisibile questa grande confezione di carta marrone. Devo sforzarmi un po' più del previsto, ma alla fine ci riesco. Ora devo solo cercare di non farmi vedere mentre cammino con le braccia stese in avanti.
Usare la levitazione è fuori discussione: perdere la concentrazione sarebbe un disastro.
Saluto Hagrid che continua a darmi raccomandazioni e avanzo il passo.
Sto quasi correndo quando arrivo al settimo piano. Faccio avanti e indietro tre volte, poi entro nell'ambiente che la Stanza delle Necessità ha preparato per questa sera.
È accogliente nonostante sia una riproduzione della Torre Grifondoro. A sinistra c'è un grande tavolo di legno su cui sono posizionati due candelabri d'oro brillante e sedie imbottite color carminio. Il camino enorme è occupato da ceppi roventi e le fiamme si riflettono sulla pelle dei divani e delle poltrone.
Tutto perfettamente calcolato per la famiglia Weasley che non arriverà.
Appoggio il pesante carico sul ripiano di legno e lascio che torni visibile. Mi dedico a renderlo un regalo presentabile e trasfiguro la scatola anonima in carta regalo colorata.
Mi guardo ancora un po' intorno per avere qualche idee carina per abbellire l'ambiente ma davvero non so che fare. Potrei aggiungere qualche pupazzo di neve, palline colorate e bastoncini di zucchero, ma è troppo scontato. A breve il castello sarà inondato di addobbi natalizi..
Sospiro scontenta e do le spalle a questo piccolo mondo nascosto.
Credo di essere una dei pochi presenti ad Hogwarts a sapere come funziona la Stanza delle Necessità, quindi posso lasciarla incustodita per alcune ore.
Il malumore è sparito e posso unirmi alle lezioni senza rischiare problemi.
Scendo sette piani di scale per fermarmi nelle cucine e controllare il mio amico elfo. Ringrazio Merlino perché non mi ha abbandonato e non delude le aspettative: ha un grembiulino bianco e rosa attaccato in vita ed è impegnato tra pentole, padelle e mestoli. Quando mi vede inizia a saltellare contento ed esclama a ripetizione che sarà tutto perfetto.
Sbircio un po' cosa sta preparando ma non resto troppo perché i suoi compagni hanno iniziato a lanciarci occhiatacce.
Nel corridoio dei sotterranei incontro i serpeverde e i tassorosso in uscita dall'Aula di Pozioni.
Jacob mi raggiunge appena mi vede.
"Che fine hai fatto? Hai saltato tutte le lezioni!"
Non capisco il motivo, ma non mi piace il suo tono.
"Il professor Silente mi aveva convocato nel suo ufficio." faccio spallucce e sorrido. Non può davvero pretendere che gli racconti la mia vita. Al di fuori dei nostri compiti da prefetto non abbiamo mai avuto un gran rapporto.
"Spero nulla di grave! Abbiamo perso un po' di punti durante le prime ore." ride e questo lo tradisce.
Si vede lontano un miglio che è tutta una farsa.
"Non avevo dubbi!" ricambio con una risatina leggera, ma non riesco a pensare ad un modo per liberarmi di lui perché continua con "Ora abbiamo Difesa contro le Arti Oscure prima di pranzo, andiamo?"
Fa uno di quegli inchini che i gentiluomini fanno per lasciar passare le donne e sono quasi disgustata dal gesto.
Che intenzioni ha?
Per fortuna non parla più mentre camminiamo eppure l'atmosfera resta tesa e squallida fin quando da lontano spunta la testa rossa di Charlie.
Avevo dimenticato che condividiamo la lezione e corro ad abbracciarlo, cogliendolo di sorpresa. Non fa domande, ma sento il suo viso muoversi per seguire con lo sguardo Jacob che si dirige all'interno dell'aula.
Abbiamo ancora qualche minuto prima dell'inizio.
"Stai bene? È successo qualcosa?"
Sorrido e il sollievo mi rilassa il viso. Lui è sempre dalla mia parte nonostante tutto.
"Ora sto bene, mi eri mancato!"
Giuro su Merlino che è la verità.
"Ti ha dato fastidio?"
Rido.
"Sai che mi danno fastidio tutti i rapporti sociali."
Oggi è il suo compleanno e deve essere tutto perfetto. Non voglio litigi o scenate di gelosia a rovinare l'atmosfera.
Gli sorrido ancora e lui ricambia baciandomi.
Il professore sbuca dal corridoio e entriamo in aula per prendere posto in due banchi separati.
Ovviamente uno degli ultimi posti liberi è al fianco di Jacob, Charlie invece si accomoda accanto ad un grifondoro abbastanza tranquillo.
La lezione procede bene, anche se sono in tensione fin da subito perché sento l'attenzione di Jacob puntata addosso.
Alla fine della lezione mi fermo nel corridoio solo per aspettare Charlie, poi cammino con passo veloce costringendo Charlie a correre per starmi accanto. Voglio mettere tra me e Jacob una grande distanza di sicurezza e ci riesco anche durante le lezioni del pomeriggio.
Arrivo per prima in aula e riesco a concentrarmi meglio, seguire e guadagnare qualche punto.

ExperimentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora