Capitolo 8

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Il sole era appena sorto dietro le candide collina della scozia. La natura iniziava la giornata. Il profumo del giorno incominciò a diffondersi nell'area, risvegliando tutto. L'acqua del mare iniziò a rispecchiare il sole, che tanto gli era mancato durante la notte. Gli uccelli si rialzavano in volo, cinguettando con i loro versi migliori per conquistare il compagno d'amore in quella nuova primavera. Così anche Harry e Louis quella primavera si erano conquistati con le loro dolci voci.
Il sole appena sorto baciava il viso dei due ragazzi. Erano sdraiati sull'umida sabbia. Louis stringeva Harry alla vita, mentre Harry accoglieva Louis tra le sue braccia facendolo sembrare piccolo. Louis aveva la testa appoggiata al petto di Harry e per tutta notte aveva potuto sentire il battito del suo cuore.
"Buongiono."
Harry era sveglio da molto. Appena aveva sentito Louis muoversi tra le sue braccia, lo aveva salutato dolcemente. Le due luci azzurre della sera prima si accesero nell'oscurità di Harry.
"Oddio, ma davvero abbiamo dormito qui sulla spiaggia?!" disse Louis e mentre si scioglieva da quell'abbraccio scoppio un una risata felice.
"Beh io ero comodissimo."si affrettò a dire Harry, come per sostenere il fatto che quella era stata una notte fantastica.
"Mai quanto me." Lo corresse Louis. Non diede tempo ad Harry di pensare al significato di quell'affermazione che subito si chinò su di lui per lasciargli un leggero bacio sulle labbra.
"sai, le tue braccia sono così comode." aveva aggiunto per poi ribaciare subito Harry una seconda volta.
"Cosa ne dici di farci un bel bagnetto, così che ci leviamo tutta sta sabbia, poi ci cambiamo, andiamo a fare colazione in città e ti avviso che sbranerò tutto perché non mangiamo da ieri a pranzo e sto morendo dalla fame, poi facciamo qualche giro lì che poi per sta sera ho già prenotato un albergo."
"Ma non dobbiamo tornare all'ospedale?"
"Ti stai annoiando così tanto de voler tornare in quell'inferno?"
"No, ma va. Anzi, solo che non mi sembra vero talmente è bello. Cioè, dopo mesi di prigione questo sembra il paradiso."
Harry usò il verbo 'sembra' non indecisione. Per lui quello non sembrava il paradiso: per lui quello era il paradiso. Louis era il suo paradiso: non c'era un secondo in cui non lo stupisse, non c'era secondo in cui non desiderasse essere lì con lui, non si sentiva mai a disagio, non trovava alcun difetto in Louis, si sentiva bene come non si era mai sentito prima. Si sentiva amato.
"Beh io sto andando, ti aspetto dentro in acqua." disse la voce di Louis che, mentre harry si era perso nei suoi pensieri, si era alzato, svestito e già si indirizzava verso l'acqua.
Harry iniziò togliendosi la giacca. Poi la camicia. Poi le scarpe con le calze. Poi i pantaloni. Doveva togliere anche i boxer? Il dubbio gli venne in mente come una forma di immenso dilemma. Se Louis li aveva tolti allora gli avrebbe tolti anche lui, ma se Louis non lo avesse fatto nemmeno lui lo avrebbe fatto. Se lui li toglieva ma Louis li aveva addosso magari li avrebbe preso come un pazzo nudista senza pudore e se li teneva e Louis li aveva tolti magari lo avrebbe preso come un bambino timido. Tutte queste ipotesi gli piombarono nella testa tutte in un secondo formando una confusione totale che però fortunatamente sfociò in una semplice risposta: lui era Harry e a pochi metri nell'acqua c'era Louis. Potrà sembrare banale e stupida come risposta ma per Harry significò la piena libertà di essere se stesso, questo grazie alla consapevolezza che Louis lo avrebbe accettato sempre e comunque. Così liberamente decise di tenere addosso l'ultimo indumento.
Un problema più grande si concretizzò in quel momento: come avrebbe fatto a raggiungere Louis senza Louis? Non sapeva cosa aveva davanti, non sapeva dove mettere i piedi. E perché Louis lo aveva lasciato lì senza aiutarlo? Si era dimenticato che fosse cieco? Abbastanza improbabile dato che era la sua priorità. Harry fece un passo verso il rumore delle onde. Aveva una fottuta paura. Perché aveva fatto questo? Perché non gli veniva in contro per aiutarlo? Cosa doveva fare? Improvvisamente Harry sentì una spinta dall'interno. Sapeva perfettamente che Louis non lo avrebbe mai messo in una situazione di pericolo. Louis lo avrebbe sempre protetto. Quindi non lo aveva abbandonato, non si era dimenticato che fosse cieco voleva semplicemente fargli capire che era capace di fare ciò che voleva. Harry camminò verso le onde. Quando sentì l'umidità della sabbia farsi più intensa capì che ci era riuscito. Avanzò di qualche passo sorridendo. L'acqua gli arrivava fino alle ginocchia quando sentì dei movimenti d'acqua avvicinarsi a lui. Subito dopo sentì una mano intrecciarsi con la sua.
"Sei stato bravo." gli disse Louis stringendo più forte la mano di Harry.
"Ho avuto parecchia paura."
"Vorresti ritornare ad essere autonomo?"
"No Lou, perché per quanto possa suonare come un miglioramento, io so che posso migliorare, ma non senza te."
Louis gli si buttò al collo. Quando l'emozione intensa dell'abbraccio passò, Harry ripensò a quello che era stato il suo primo problema: era soddisfatto di aver tenuto su i boxer perché aveva sentito che anche Louis li indossava.
"Sai che prima di entrare ho avuto un attimo di esitazione perché non sapevo se togliere i boxer o no, dato pensavo che tu li avessi tolti." confesso scoppiando il un'ingenua risata.
"Eh ti piacerebbe riccio eh?" aveva risposto tra le risa Louis. Harry rise ha quella risposta così tanto sarcastica. Poi prese Louis con le mani, lo staccò da se e lo lanciò in acqua.
"Stronzo." urlò Louis uscendo fradicio dall' acqua. Poi inizio ha schizzare Harry che non riusciva a smettere di ridere.
Passarono due ore in acqua a giocare ed a ridere tra l'acqua del mare. Così i piani di Louis cambiarono un po'. I due, dopo essersi cambiati salirono in macchina che era già ora di pranzo.
In un ora arrivarono ad Edimburgo, dove pranzarono in una pizzeria, perché la pizza era l'unico cibo che Harry riusciva a mangiare senza guardare ma non è che gli dispiacesse essere imboccato da Louis, era solo che voleva che in quelle giornate passate con lui le cose andassero diversamente da come andavano di solito in ospedale. Si alzarono dal tavolo che erano già le quattro del pomeriggio. Decisero di fare qualche giro per le piazze per digerire le due pizze che avevano mangiato a testa, per poi cercare subito un ristorante dove mangiare. Ma anche l'idea del ristorante andò in fumo, dato che al primo kebabbaro che incrociarono non seppero resistere. Dopo cena si sedettero su una panchina di una delle principali piazza della città.
"Harry io volevo proporti una cosa."
"Dimmi." rispose Harry senza preocupazioni di cose gli stesse per dire dato che in quello giornata avevano parlato di tutto e di niente, senza freni, si erano confessati paure, aveva riso delle figure di merda epocali, senza mai un pizzico di imbarazzo o incomprensione.
"Però non so se ti va. Io vorrei tanto, ma ho paura che non magari... bho tu... non so.."
"Lou dimmi e basta."
"No è che ci sono le giostre in città, quindi volevo chiederti se ti andava di andarci."
"Certo che mi va! Le amo le giostre."
"Ma dio, ma io ti amo sei troppo perfetto. Cazzo pensavo mi tirassi un schiaffo e mi dicessi che ero infantile."
Harry si irrigidì. 'Ma io ti amo' lo aveva detto davvero? No non poteva essere. No no. Se lo era lasciato scappare con un modo di dire.
"Dai allora andiamo?" chiese Louis con tono allegro.
"Si si." rispose Harry cercando di nascondere i suoi pensieri.
Quando arrivarono alle giostre gli occhi di Louis si illuminarono: sognava di tonare in quel posto da quando era bambino, ma Eleanor non aveva mai voglia di andarci perchè la trovava infantile come cosa. Così iniziò subito a correre per tutte le attrazioni trascinandosi dietro Harry, il quale si stava divertendo tantissimo, ma in un angolo della sua mente quel 'ma io ti amo' non voleva spegnersi. Era ormai orario di chiusura. Harry e Louis si avviavano verso ultima che gli mancava per completarle tutte. Era la preferita d'entrabi: il calcinculo. Presero posto sul seggiolini . Iniziarono a muoversi. Si sollevarono da terra. Iniziarono a girare. Sempre più veloci. Volavano assieme. Si tenevano la mano. Non avevano intenzione di staccarsi. Louis urlò dal divertimento. Aveva l'espressione di un bambino che realizzava un sogno. Chiuse lo sguardo per provare le stesse cose che stava provando Harry.
Harry si sentiva libero.volare con Louis nella mano lo faceva sentire al capo del mondo. Tutti i pensieri gli volarono via. Ne rimaneva solo una. Harry non resistette più. Decide di farlo uscire con le parole.
"Lou mi ami davvero?"

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