Capitolo 9

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Louis si girò di scatto verso Harry. Non poteva credere che gli avesse fatto quella domanda. Ma era sicuro di aver sentito bene. Cosa avrebbe risposto? Lui non lo sapeva. Lui lo aveva detto ad una persona prima d'ora. Ma quella persona se ne era andata dal suo cuore. Non voleva dirlo ad Harry perché aveva paura che anche lui se ne sarebbe andato.
Ma la risposta la trovò quando Harry aprì gli occhi. Vide il suo riflesso dentro ad essi. Vide le loro mani unite rispecchiarsi in quel verde accesso dalla speranza della risposta che tardava ad arrivare.
"Si Harry. Io ti amo."
La speranza negli occhi di Harry si sciolse in lacrime di gioia. Non doveva più sperare in niente. Aveva tutto quello che voleva. Louis si sentì padrone del mondo quando capì che con quella parola aveva fatto felice quell'angelo.
"Ti amo Louis."
Disse Harry incredulo tra le lacrime. Sentì dentro di se come se un vuoto fosse stato colmato. Come se ora era completo, ora che Louis lo amava non aveva più bisogno di nulla.
Poi ci fu quel silenzio tra loro in cui le loro menti li spingevano a fare qualsiasi cosa per l'altro.
Harry sentì che Louis lo stava spingendo vicino a se con la mano. Senza aver il tempo di pensare a cosa stesse per fare, si trovo le labbra di Louis contro sue. Un bacio leggero. Delicato. Un bacio portato via dal vento. Un bacio rubato dai loro cuori su quelli seggiolini di una stupida giostra. Ma il bacio di due labbra che hanno appena detto di amare, che hanno appena promesso di prendersi cura dell'altro sempre e comunque.
La giostra si fermò. Louis scese e prese Harry sottobraccio. Fecero bue passi allontanandosi dalla mostra, per poi fermarsi. Harry non aveva ancora smesso di piangere. Non aveva ancora chiuso gli occhi. Cercava di vedere l'azzurro degli occhi di Louis. Nel buio si acceso le due luci azzurre. Poi si fecero sempre più grandi. Fino a quasi accecarlo. Sentì la fronte di Louis appoggiare sulla sua.
Le mani di entrambi iniziarono a danzare sulle schiene dei due. Le luci negli occhi di Harry si spensero. Contemporaneamente senti le umide labbra dell'altro sfiorare la sua guancia. Per poi spostarsi verso l'orecchio.
"Harry ti amo. Sempre di amerò. Sempre ti ho amato." Sussurrò.
"Come potevi amarmi se ancora non c'ero?"
"Amavo l'idea di uno come te, amavo la voglia che avevo di uno come te, amavo la mia continua ricerca di te."
"Baciami Louis."
Louis ubbidì con prontezza. Si unirono in un altro bacio sotto le luci colorate della giostre. In mezzo a bambini e mamme schifate da due gay. Ma non ti resero conto dei commenti. Loro erano soli. Nulla poteva influenzarli.
"Andiamo."
Harry non fece domande a quel comando di Louis ma sorrise dato che aveva letto un tono malizioso nella voce dell'altro. Camminarono mano nella mano. Louis davanti ad Harry. Non parlarono. Comunicarono solo attraverso la mano intrecciata con quella dell'altro.
Poi Louis si fermò davanti ad una porta. Entrò stringendo più forte la mano di Harry, il quale lo segui senza esitazioni.
"Buona sera posso aiutarla."
"Salve, solo Louis Tomlinson, avevo prenotato una camera matrimoniale per sta notte."
Harry sorrise alla parola matrimoniale.
"Ottimo, allora è la stanza 31, primo piano.Tenga le chiavi, buona notte."
Louis prese le chiavi e cammino portando con se Harry.
"Ci sono dei gradini. Solito metodo." Disse Louis.
"Ora- ora -ora-ora-..." Louis diceva un 'ora' ad ogni gradino.
"Non ho mai capito perché dici 'ora'"
"Non lo so nemmeno io, quando studiavo me lo hanno insegnato così. Però po cambierei volentieri."
"Cambialo."
"Ti amo."
Harry fu colto di sorpresa.
"Anche io." Rispose d'impulso.
Louis rise. "No intendevo che per ogni gradino dico 'ti amo'"
Scoppiarono in una ristata che risuonò per tutto l'edificio.
"Ti amo-ti amo-ti amo-ti amo..."
Così facendo salivano la scala a ritmo di 'ti amo'. Un 'ti amo' un gradino. Harry voleva che quelle scale non finissero mai. Amava sentirsi dire quelle parole. Lo facevano sentire protetto.
Quando le scale finirono. Camminarono lungo un corridoio. Si fermarono difronte alla stanza 31. Entrarono. C'era un semplice letto matrimoniale bianco. Su una parete c'era una porta di vetro che dava al loro balcone illuminato dalla luna. Louis accompagno Harry verso il letto dove lo face sedere.
"Senti, io devo fare un salto alla macchina per prendere la roba. Ci metto poco. Vuoi venire con me? Se no stai qui che ci metto poco."
"Ti aspetto qui. Ma torna presto."
"Corro."
La porta della stanza di aprì per poi richiudersi subito dietro i passi di Louis.
Harry rimase solo nella stanza. Aveva paura a starà senza Louis. Ma sapeva che sarebbe tornato a breve. Si sdraiò sul letto. Si levò le scarpe con i piedi e rimase lì ad aspettare.
Louis appena era uscito dalla stanza aveva iniziato a correre. Aveva molta più paura di Harry. Non voleva lasciarlo solo. Così corse sempre più veloce. Aveva raggiunto la macchina e stava già tornando. Rientrò nell'albero. Salì le scale e quando arrivò alla stanza 31 aprì la porta con delicatezza. Quasi in fece rumore. Infatti Harry non lo sentì. Prima di entrare nella stanza rimase sulla sogna della porta. Guardava Harry. Quell'espressione illuminata dalla luna. Quella luna che quella sera rendeva tutto più libero. Quella luna che gli accarezzava il volto risultandone la bellezza. Quello sguardo fisso nel vuoto. Attendeva. Harry attendeva, Louis. Era lì, sgraziato che aspettava. Rinchiuso nei suoi respiri profondi. Louis desiderò essere la luna. Desiderò poter abbagliare quel viso. Desiderò sapere e i pensieri. Ma non poteva. Poteva solo amarlo e così fece.
"Sono tornato."
Harry non fu colto di sorpresa dalla voce.
"Il letto è comodo."
Con quella frase Harry esplicitò ogni sua intenzione. Louis si sfilò le scarpe. Si fiondò dal lato di Harry abbracciandone il petto. Harry baciò il capo che poggiava sulla suo petto. Louis alzò la testa. Si avvicinò al viso di Harry. Iniziò a baciarlo salendo dal collo verso il bocca. Harry fu invaso brividi. Inizino a baciarsi senza lasciarsi nemmeno un secondo per respirare. Louis staccò una mano dai capelli di Harry per tiratela verso la sua camicia. La sbottonò completamente con uno strappo secco. Iniziò a massaggiare la fredda pelle. Harry cercò fianchi di Louis, quando li trovò, lo guidò a mettersi sopra di lui a gambe aperte. Poi dai fianchi Fece scorrere le mani all'interno del magione di Louis,facendo intendere che voleva togliere quell'inutile distanza. Louis si sfilò subito il magione. Rimasero dorso contro dorso. Continuavano la loro irrefrenabile lotta di baci. Fino a che Louis si staccò da Harry mordendogli il labbro. Iniziò a baciargli il petto. Lo leccò delicatamente. Poi con una serie di baci e di scivoli con la lingua, giunse all'estremità dei pantaloni. Lentamente iniziò a slacciare il bottone, lasciando ad Harry il tempo di rifiutare in caso non volesse, ma al contrario, sembro più voglioso che mai. Abbassò i pantaloni assieme ai boxer. Afferrò con mano sicura il membro già in erezione. Iniziò a compiere movimenti circolari attorno ad esso. Sempre più veloci. Vide il volto di Harry perdersi in un mare di piaceri. Amava la sensazione di procurargli piacere. Decise di dargliene di più. Smise per un secondo i movimenti con la mano, aprì la bocca e accolse dentro ad essa tutto l'intero membro. Ad Harry scoppo un gemito. Louis lo prese come un complimento. Iniziò a succhiare ed a leccare. Sentì la mano di Harry dietro il capo, che iniziò a guidare i movimenti dell'altro.
"Lou staccati." Genette Harry con voce assuefatta dal piacere. Louis decise di non ubbidire perché sapeva che poteva aumentare il piacere da Harry. Fece un ultima succhiata profonda. Harry venne nella sua gola. Louis non ne fu discostato, anzi ne su fiero.
"Cazzo era fantastico Lou."
Harry era serio. Non aveva mai provato nulla del genere. Nessuna ragazza. Nessuna donna. Nessuna mano. Nessuna bocca. Niente gli aveva mai fatto provare qual piacere. Decise di ricambiare. Ma non voleva sbarre impacciato. Da ceco non avrebbe mai potuto fare una sega o un pomposo come quello che Louis aveva fatto a lui.
"Lou."
"Si." Rispose mentre si affrettava a tornare al suo fianco.
"Vorresti andare oltre?"
"Si."
"Sei sicuro?"
"Io lo sono. Tu?"
"Si voglio darti tutto di me. Prendimi."
Harry aveva pronunciato l'ultima parola con un tono che aveva fatto eccitare ulteriormente Louis. Il quale si sfilò i pantaloni. Poi anche i boxer. Ricominciarono a baciarsi ma questa volta con più violenza. Harry con un movimento veloce afferrò Louis ai fianchi e lo portò sotto di sè. Louis fece lo stesso, riportando la situazione come all iniziò: lui sopra e Harry sotto. Louis si staccò un attimo per prendere un preservativo e del lubrificante. Strappò il pacchetto. Si sistemò il preservativo sul pene. Poi se spalmò sopra del lubrificante. Ne mise parecchio perché era cosciente che avrebbe fatto parecchio male ad Harry.
"Amore. Apri le gambe."
Quel 'amore' scaccio ogni singola briciola di paura dalla mente di Harry.
Aprì le gambo. Louis inizio a spalmare con le dita il lubrificante intorno all'apertura. Infilò lentamente dito. Le mani di Harry strinsero forte le lenzuola sotto di loro. Iniziò a muoverle avanti in ed indietro i dito per abituare Harry. Aggiunse un dito. Harry si torturò il labbro inferiore dal dolore.
"Se ti fa troppo male smetto."
"No ti prego. Vai avanti."
Allora Louis aggiunse un terzo dito. Harry genette per il dolore. Inarco il petto reso l'alto. Quando il buco era allargato a sufficienza, Louis tolse le dita. Si chinò su Harry. Lo baciò.
"Ti voglio." Sussurrò Harry eccitato.
"Mi hai." Disse Louis prendendo in mano il suo membro conducendolo verso l'apertura. Lo immerse completamente. Harry pianse. Louis si abbassò su di lui. Iniziò a baciarlo e contemporaneamente iniziò a spingere numerose notte dentro Harry, il quale gli mordeva le labbra dal dolore. Dopo numerose botte di dolore Harry senti un piacere immenso invase ogni sua fibra.
"Lì" sussurro Harry nelle labbra di Louis, che aveva capito quale era il punto, così iniziò a spingere contro quello. Bastò poco che Harry venne tra le loro caldi stomachi. Subito dopo anche Louis venne dentro Harry mormorando un "haz".

Erano abbracciati. Su quel morbido letto bianco che rispecchiava la chiara luce della luna. Avrebbero preferito morire pur di mantenere quel contatto, che poco prima si era trasformato in una fuga di piaceri indescrivibili, piaceri impuri, piaceri maliziosi. Piaceri che avevano colto i due ragazzi come si coglie una rosa, poi avevano iniziato a staccarne petalo dopo petalo, provocando piaceri su piaceri, per poi trovarsi nudi. Senza nemmeno un petalo a proteggerli. Nudi da ogni distanza, da ogni paura. Vestiti solo dall'abbraccio dell'altro.

You were my eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora