capitolo 14

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"Eleanor vuoi tu quest'oggi prendere in sposo Louis?"

"Si lo voglio."

"Louis vuoi tu quest'oggi prendere in sposa Eleanor?"

la domanda del prete echeggio per la chiesa in silenzio. Harry aveva ascoltato ogni singolo suono dall'inizio della messa nella speranza di sentire la voce di Louis. Quando sentì la voce del prete pronunciare quella domanda, Harry si rese conto di cosa stava accadendo. Prima di quel momento non aveva capito che Louis non sarebbe più tornato, aveva visto quel matrimonio come una semplice opportunità per vederlo felice, non come un addio. Gli parve di sentire il sangue nelle fermarsi, impedendo al cuore di battere.

Gli parve di sentire già la voce di Louis pronunciare quel 'si' fatale. Non poteva stare lì a vedere il suo amore fuggire. Louis non poteva promettere a qualcun altro l'eterna felicità.

Afferrò il braccio dell'infermiera che era sempre stat al suo fianco.

"Portami fuori." lei aveva colto l'espressione stravolta di Harry, e subito obbedì.

Quasi di corsa uscirono dalla chiesa. Si trovarono nella piazza affollata.

"Ferma un taxi."

l'infermiera aveva camminato, portando con se Harry, verso la strada attraversando la strada.

"Taxi! Taxi!"

Immediatamente una macchina si fermò davanti a loro. L'infermiera aprì la portiera per far accomodare Harry.

"No la sciamo solo." Harry impedì con quelle parole alla donna di sedersi al suo fianco.

"Ma Harry..."

"Ho detto di lasciarmi solo. Chiudi quella cazzo di portiera e vattene."

La ragazza intimorita da quell'urlo, aveva indietreggiato chiudendo la portiera.

"Dove desidera andare?" aveva chiesto la voce seduta sul anteriare

"Mi porti al mare, per favore."

"scusi dove?"

"al mare."

l'indicazione era assai ambigue, ma il conduttore non aveva osato chiedere altro dato che aveva capito che Harry era serio.

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"Dov'è? Dove è andato?" Louis stava urlando contro all'infermiera che era completamente persa. Non capiva più nulla. Non era riuscita a fare nulla di testa sua. E ora si trovava difronte Louis che le chiedeva spiegazioni disperatamente.

"Io non lo so."

Poi vide Louis allontanarsi e salire sulla macchina. Non riuscì a darsi una motivazione a nulla. Non capiva nulla di ciò che stava accadendo.

--

Louis guidava da ore. Guidava verso luoghi in cui sperava di trovare Harry, ma nulla non lo trovava. Si sentiva affranto. Come aveva potuto lasciarselo sfuggire. Ora nella sua mente iniziava a nascere il doloroso dubbio che forse Harry se ne era andato perchè non voleva più vederlo. Dopotutto la trovò una reazione ragionevole dato che lui si stava per sposare con qualcuno che non era lui ma che doveva essere lui. Era stato cosi egoista a prendere la decisione di sposare Eleanor solo per fargliela pagare. Lui voleva solo rivederlo, abbracciarlo, fargli capire che nulla di ciò che aveva sentito in quella chiesta era vero. L'unica verità era che era fottutamente innamorato e nulla poteva separarli.

Non lo trovò da nessuna parte.

Era disperato. Non riusciva più a pensare con razionalità. Impazziva al pensiero di non sapere dove fosse Harry. Cosa stesse facendo. Ma la cosa che più lo abbatteva era che concretizzava metro dopo metro, kilometro dopo kilometro, era che quella distanza che stava cercando di abbattere la aveva creata lui stesso. Aveva paura di non rivederlo.

Guidò tutto il giorno e tutta la notte, sostando solo per la benzina.

All'alba del giorno dopo stava guidando verso le giostre. Era la settima volta che tornava in quel luogo in quella notte. Era distrutto anche visicamente. Vide il cartello che indicava l'uscita dell'autostrada per andare verso casa sua. Non resistette e la intraprese contro la voglia del suo cuore.

Parcheggiò l'auto nel solito parcheggio davanti a casa.

Si rese conto di non avere le chiavi. Nonostante ciò scese dalla macchina e si diresse verso il cancello. Lo trovo spalancato come anche la porta di casa. Non si preoccupò minimamente di cosa fosse successo. Varcò la soglia della casa: c'era un gran disordine di vestiti ed oggetti buttati per terra. Ma Louis ignorò tutto e cammino verso il bagno. Quando uscì andò in cucina. Prese del succo all'arancia dal frigorifero, un tranciò di pizza avanzato di due sere prima, e andò a sedersi sul divano. Si sentì sollevato dopo aver mangiato. Come se fosse pronto a riprendere la ricerca. La le forze gli mancarono. Il suo corpo era troppo stanco dopo tutto ciò che aveva fatto il giorno precedente. Allungò il braccio per prendere il telecomando che era appoggiato dall'altra parte del divano. Ormai si era rassegnato al fatto che avrebbe dovuto riposare per almeno due ore.

Vide un paio di pubblicità inutili. Cambiò canale: stava andando in onda il telegiornale.

<il papa...> le prime notizie erano sempre poco interessanti. <...domani verrà predetta la sua sentenza.> cosi finiva anche la terza notizia. Poi le solite note che distinguono una notizia dall'altra. <è stato ritrovato questa mattina...> la voce della giornalista iniziò cosi la quarta notizia. <...sulla spiaggia nord, il corpo senza vita di un ragazzo cieco ventenne di nome Harry Styles, paziente da più di un anno in cura all'ospedale di Edimburgo. La polizia sta indagando sulla causa della morte. Non è sospetto un omicidio. I medici hanno affermato che per il 50% delle probabilità, il ragazzo abbia assunto una quantità mortale di farmaci che si era procurato nel ospedale. Un altro indiziò del un possibile suicidio solo le scritte che si crede abbia tracciato della spiaggia prima di trovare la morte: 'sapevo che il tuo desiderio era troppo grande perchè una stella cadendo lo esaudisse. Così ho deciso di essere io la tua stella, ho deciso di cadere io per te. Ti amo Louis'.

You were my eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora