"Allora Harry, io sono il dottor Antonoff. Ci siamo già incontrati ieri mattina." dicendo queste parole il dottore era entrato nella stanza di Harry, che si era svegliato pochi minuti prima e che in quel momento era ancora avvolto della calde coperte piene di agonia.
"sei sveglio?" chiese ancora il medico per accertarsi che lo stesse ascoltando. Il ragazzo si limito a fare un cenno con il capo. Antonoff colto il messaggio prosegui " ormai sei qui da più di 24 ore quindi per proseguire il ricovero o per rilasciarti, cosa che nessuno qui dentro ti consiglierebbe date le tue condizioni, devi compilare un po di documenti e devi darci un documento. Questo solo se non hai fastidi celebrali. Hai dei dolori alla testa? O cose del genere che non siamo collegati agli occhi e alle fratture?"
"Ma se sapete già il mio nome. Cosa vi serve d'altro?"
"Pensiamo che Harry sia il nome perché la moto che guidavi era intestata a nome 'Harry Styles' ma non abbiamo nessun documento."
"Bene bravi sono Harry Styles, felici?"
"Harry se vuoi che ti aiutiamo devi contribuire. In questo posto noi facciamo tutti per il bene dei pazienti, ma se questi non ci lasciano fare noi non possiamo fare niente. Devi capire che tu sei arrivato qui come perfetto estraneo non sapevamo nulla: non sapevamo il tuo nome, la tua età, da dove vieni, cosa ti fosse successo, sapevamo solo che avevi bisogno di cure e ti abbiamo curato. Ma ora se non ci aiuti non non possiamo aiutare te. Ora," prosegui il dottore che con quelle parole era riuscito a persuadere una piccola parte di Harry " Ora come prima cosa dobbiamo avere un tuo documento." "non ce l'ho. Non ho niente con me, è tutto a casa mia ma io il non ci torno, e non voglio che loro sappiano che io non qui." disse secco.
"Loro chi Harry?" " la mia familia." "Harry sei maggiorenne?" "Si." "Okay quindi potresti pure stare qui senza che i tuoi genitori lo sappiano, ma se noi non abbiamo un documento che dice che sei maggiorenne allora dobbiamo per forza chiamare a casa tua." " No preferisco essere buttato in strada." "Harry ragiona, hai perso la vista, ha due fratture scomposte. Non sei nelle condizioni di lasciare l'ospedale."
Segui qualche minuto di silenzio il qui la mente di Harry penso a qualsiasi alternativa pur di evitare la sua familia.
"ho diritto ad una chiamata ad un amico?" chiese interrompendo quel silenzio assordante.
" Certo, ma a che fine?"
"Voglio farmi portare i documenti da un amico."
Harry poté sentire il sospiro di rassegnazione del dottore, il quale aveva fatto intendere che avrebbe preferito chiamare la familia del ragazzo."tut-tut--tut-- "Pronto." rispose una voce dall'altra parte del telefono che era stato portato ad Harry.
"Ciao Zayn sono Harry avrei bisogno di un favore?" disse senza molto entusiasmo perchè si sentiva in colpa a sentire un amico a qui teneva cosi tanto solo per un bisogno proprio.
" Hazza dove cazzo sei finito? Porca puttana! Qui c'è il finimondo e te sparisci. Dove cazzo sei?"
" Sono in ospedale ad Edimburgo. Però non dirlo a nessuno. Ho solo bisogno che mi porti dei documenti se no qui non mi tengono."
" Cosa?! In ospedale? Ad Edimburgo? Hazza ho mi spieghi che cazzo succede ho giuro che potrei ucciderti. Cioè spiegami, la tua ragazza scompara tu scompari. Poi tu mi chiami da un ospedale in culo ai lupo e mi chiedi di portarti i documenti? Perché sei in ospedale? Almeno dimmi che la tua ragazza è il con te perché se no io mi fucilo." a questa affermazione il sangue nelle vene di Harry si blocco. Il suo cuore smise di battere. Miliardi di brividi lo percorsero uccidendo ogni calore. "ah ottimo, ora non parli nemmeno più." Zayn urlo talmente tanto forte che pareva essere lì.
In Harry quell'urlo ruppe parte del ghiaccio " No non so dove sia, io sono qui da solo, ma ho bisogno di te, appena riesci portami i documenti, grazie." queste furono le uniche parole che Harry riusci a dire prima di allontanare la cornetta da se, porgendola dal medico in segno che aveva finito la telefonata, il quale attacco ignorando la voce disperata dell'amico che urlava dall'altra parte del telefono." Hey moro, mi sono offerto io di portarti il pronzo cosi che poi possiamo subito iniziare con la nostra terapia." disse Louis entrando nella stanza con un sorriso allegro che subito di spense quando vide il volte di Harry completamente rigato di lacrime. Appoggio subito il vassoio con il cibo sulla sedia dove si sarebbe dovuto sedere lui e si fiondò verso letto. Si sedette di fianco ah Harry e, mente con una mano stringeva una mano di Harry, con l'altra cerca di asciugare più lacrime possibili. Voleva chiedergli cosa c'era che non andava, ma subito pensò che ogni parola sarebbe stata superflua. Stettero in quella situazione per qualche minuti. In quel pochi minuti Louis riusci a sentire tutta la sofferenza del ragazzo che aveva di fronte e più passava il tempo e più quella mano che asciugava le lacrime di Harry fungeva da ponte di emozione. Infatti Louis iniziò a sentire una forte morsa al cuore, come un senso di colpa per non essere in grado di far sorridere qul angelo che si trovava tra le mani. In quel minuti Harry inizio ha ricomporre i pezzi di ghiaccio che formano il cuore. Quelle mano che lo toccavano con tanta dolcezza gli accendevano una luce, una luce che diventava sempre più forte, una luce che crescendo nascondeva tutte le luci più piccole, una luce che Harry non poteva non vedere.
"Perché la chiami 'nostra terapia' quando qui l'unico malato sono io?"
"Perché so che anche io devo guarire da parecchie cose, e non smetto mai di sparare che un giorno aiutando qualcuno aiuterò me stesso." rispose Louis che un filo di voce come per paura di rompere del memento cosi delicato.
"Credi davvero che uno come me possa aiutare qualcuno?"
"Non lo so ma voglio sperarci." disse Louis commosso dal tono triste di Harry.
"Potrei solo farti del male. Non ho mai fatto altro."
"C'è sempre una prima volta." una nuova lacrima scivolò ma non ebbe nemmeno il tempo di bagnare la pelle di Harry che Louis la raccolse con tanta gentilezza che Harry rabbrividì.
" Giuro che ci proverò." disse Harry con voce spezzata che faceva capire che aveva paura di dover rischiare di ferire quel ragazzo che, secondo dopo secondo, entrava sempre più in profondità, impossessandosi di ogni sua attenzione.
Sentendo quelle parole, Louis penso a cosa si nascondesse ha quelle parole che suonavano come una promessa: quanti pianti nascondevano quelle parole, quante angosce significavano quelle quattro parole che Harry mai era riuscito mantenere, quante persone erano rimaste intrappolate nella speranza che Harry mantenesse quella promessa. Ma Louis credeva in quel ragazzo senza neanche conoscerlo. Sapeva che molto probabilmente sbagliava, ma questo passava in secondo piano quando Harry era davanti a lui. Una lacrima tradì le sue emozioni. Cadde leggera sul pallido braccio di Harry.
"Perché piangi?"
"Dovrei chiederlo a te."
"Louis, cosa stai facendo? Io sono Harry, se stai piangendo per me smettila! Ti prego." mentre parlava Harry alzò la mano per cercare il volto di Louis. Toccò l'estremità del mento. Iniziò a salire seguendo i lineamenti del volto. Lo sfiorava con delicatezza per paura di fargli male. Quando sentì l'umidità di un ciglio, subito capì che Louis aveva chiuso gli occhi. Si sentì in sintonia con lui. Come se il semplice gesto di chiudere gli occhi gli avesse legati con un legame indissolvibile. Accarezzandogli il volto continuò a cercare quelle lacrime che voleva togliere dal suo volto. Quando ne sfiorò una sentì un brivido lungo tutto il corpo. Quel semplice contato lo devasto. Senti un peso insostenibile nel suo cuore. Non era quello che voleva. Lui voleva quel ragazzo ma non voleva il suo dolore, le sue lacrime. Cosi fece la cosa più impulsiva che la sua mente gli comandò.
Sollevò il bacino, ignorando le fitte al petto che gli toglievano il fiato, porto la bocca verso la sua mano, delicatamente appoggio le sue labbra sulla guancia che teneva in mano, con un semplice bacio raccolse la lacrima. Poi lentamente altri gli occhi, speranzoso di poter vedere il ragazzo che aveva appena baciato. Ma non vide nulla. Ma non fu una sconfitta, perchè l'emozione di qualche istante prima non si era ancora spenta. Lentamente si risdraio riprendendo a respirare.
"Credo che sia un ottimo inizio di terapia." disse Louis sopraffatto dall'emozione.•Grazie Martina•
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You were my eyes
Fanfiction"sapevo che il tuo desiderio era troppo grande perchè un stella cadendo lo esaudisse. Così ho deciso di essere io la stella, ho deciso di cadere io per te."