Capitolo 12

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"Scusa?! Tu hai ucciso una persona?"
"Si ma Lou, giuro non volevo... Io odiamo quella ragazza è vero, ma mai, mai le avrei fatto del male."
Louis si alzò dal letto.
"Non me ne frega un cazzo di quello che provavi per lei. Dio, Harry tu hai ucciso. E in tutto questo anno non ti è mai venuto in mente che magari era il caso di parlarmene? Non hai pensato che magari avevo il diritto di sapere che eri un assassino prima di baciarti un assassino ? Non hai pensato che magari le cose sarebbero andate diversamente? Non hai pensato che era meglio che io lo sapessi prima di innamorarmi di un te? No. Sei stato così egoista da farmi innamorare di una maschera. Mi mostravi solo le tue cose positive. Comodo così è? Mentre io sono qui a supplicarti di accettare ogni mio difetto. Harry sei egoista. Anzi, magari non è nemmeno Harry il tuo nome."
"Lou ti prego, non parlare così. Io sono cambiato..."
"Harry..." Lo interruppe Louis, deciso a non ascoltare più neanche una parola da lui. La rabbia gli impedì di continuare.
Harry sentì di passi di Louis allontanarsi. Poi sentì la finestra sbattere e subito riaprirsi, dato che non si poteva chiudere dall'esterno.
Un soffio gelido entrò dalla finestra.
"Ti amo Lou." Harry non sapeva perché aveva pronunciato quelle parole. Forse nella speranza che Louis fosse ancora alla finestra, forse per se stesso, forse le aveva dette al vento in modo che le portasse fino a Louis e con un dolce soffio le avesse sussurrate al suo cuore.
Le parole che Louis gli aveva urlato erano ancora imprigionate tra le pareti illuminate dalla candida luce della luna, come se la finestra fosse troppo piccola per lasciarle uscire. Sentirsi dare dell'assassino aveva ferito profondamente Harry. Aveva avuto la reazione peggiore che si aspettasse. Si pentì delle parole dette, ma non si pentì di tutto ciò che aveva fatto, perché si aveva ucciso, aveva fatto un incidente, ma ciò lo aveva portato ad incontrare Harry. Non pensava che quel l'amore sarebbe finito così. Perché non poteva crederci. Sapeva che Louis sarebbe rientrato da quella finestra. Un altro soffio entrò. Ad Harry sembrò una risposta ai suoi pensieri, come un 'no,non tornerà.'

Louis, dopo essere saltato dalla finestra, dopo aver corso verso il parcheggio, stava guidando. Non c'era quasi nessuno lungo le strade alle 3 di notte. Accese la radio per cercare di distogliere il pensiero. Ancora quella canzone: friends. Tirò un pugno alla radio per spegnarla. Accostò. Appoggio entrambi i gomiti sul volante. Teneva la testa tra le mani. Alzò la testa verso il cruscotto. Vide le stelle oltre il vetro. Si ricordò di tutte le notti con Harry passate sdraiati sul freddo pavimento. Si ricordò di tutti i loro sogni, i loro progetto, le l'ore sognate fughe d'amore, le risata, le promesse, i baci rubati tra le parole. Una stella cadente cadde in quel momento. Louis non riuscì ad immaginare nessun altro desiderio se non Harry. Ma non poteva più volerlo. Lui non conosceva Harry. Lui conosceva solo la parte bella di Harry. Decise che sarebbe andato avanti. Non lo avrebbe mai più rivisto. Riaccese il motore. Ricominciò la guida verso casa convinto che quella era stata una sconfitta, Harry era stato una sconfitta ma che quella sconfitta lo avrebbe arricchito, perché un passo che sia in dietro o in avanti sarebbe sempre stato un passo che avrebbe arricchito i suoi piedi.

"Amore. Sono tornato presto perché ho deciso una cosa." La voce di Louis sveglio Eleanor.
"Hey, come mai sei già qui?"
"Mi sono licenziato perché i turni erano massacranti, ma tranquilla ho un posto assicurato in un altro ospedale. E poi ho deciso che..." Louis mentì nuovamente: da quando si era licenziato aveva detto ad Eleanor che aveva semplicemente cambiato i turni, utilizzando la scusa per andare a trovare Harry. Mentre stava ancor parlando Louis si era avvicinato alla ragazza, si era seduto sul letto, le aveva preso i fianchi, ed aveva iniziato a baciarla interrompendo le parole.
"Cosa hai deciso?" Chiese Eleanor.
"Che settima prossima ci sposiamo." Disse Louis sorridendo.
Eleanor scattò seduta. "Come tra una settimana? È pochissimo. Non avremo tempo per organizzare tutto? O forse si. Bho... Ma amore, finalmente ci sposiamo."
"Calma, troveremo una soluzione a tutto. Ma ti giuro che non posso più aspettare. Non sai quanto voglio sposarti. Passare tutta la mia vita con te." Louis rispose con queste parole senza un minimo di sincerità. L'unico motivo per cui voleva sposare in fretta Eleanor era perché non voleva aver tempo di ritornare da Harry. Non voleva cedere al suo cuore.
"Ti amo Louis." Sussurrò maliziosamente Eleanor all'orecchio di Louis. Il quale non riuscì a ricambiare. Si limitò a propendere il bacio passionale.

"Allora, come glielo diciamo?"
Eleanor e Louis erano seduti al un tavolo in un ristorante assieme ad entrambi i genitori.
"Cosa dove dirci?" Aveva chiesto il papà di lei.
"Niente, che ci sposiamo." Aveva annunciato Louis sorridendo a Eleanor.
"Come?!davvero? Quando? Omicidio sono felicissima. Finalmente!" Aveva quasi urlato la mamma di Louis, sgranando gli occhi e portandosi le mani alla bocca.
"Tra un settimana." Aveva risposto Eleanor cercando di soffocare la sua voce acuta piena di gioia.

Erano passati sei giorni. Era il giorno prima del matrimonio. Tutto era pronto. Ma Louis no.

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