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POV GRACE
Christopher non c'è. Non so dove sia andato e un po' mi manca. È strano, lo conosco da pochi giorni ma riesco a sorridere un po' di più quando sono con lui e il peso che mi porto dentro si alleggerisce leggermente.
"Buongiorno Grace"
"Buongiorno dottore"
"Come stai?"
"Tutto sommato direi bene, ho dormito un po' stanotte"
"Mi sembra una gran cosa. Devo cambiarti le medicazioni sulla schiena" dice sospirando. Non vorrei ma non posso oppormi e non sono una bambina, devo essere coraggiosa.
"Va bene" ho una faccia impassibile mentre disinfetta le ferite. Mi scende qualche lacrima che subito scaccio via e mi ripeto di essere forte.
"Bravissima, ho finito. Guarirai presto vedrai" annuisco e poi mi saluta. Quando chiude la porta scoppio a piangere. Il dolore alla schiena mi ricorda quello che mi è capitato. Non basta essere abbandonata dai tuoi genitori, devi anche finire in un brutto giro per dire di aver toccato il fondo. Ma come farò ad andare avanti?come può la vita di una persona essere così brutta?
Mentre mi asciugo le lacrime bussano alla porta
"Avanti" Christopher entra con un sorriso smagliante che scaccia via appena mi vede. Devo essere proprio messa male. Non mi sono ancora guardata allo specchio e ho paura di farlo e di scoprire come sono ridotta
"Grace che succede?" chiede avvicinandosi ma non troppo. È sempre cauto nei miei confronti, non fa mai mosse affrettate e mi da il tempo di accettare la sua presenza. Sicuramente avrà già trattato con casi come il mio.
"Niente, il medico mi ha cambiato la medicazione e mi sono tornate un po' di cose in mente" dico senza tanti giri di parole. Sta in silenzio per un po', forse non sa cosa dire
"mi dispiace tanto" dispiace sempre a tutti.
" Senti, ho trovato una soluzione e ho bisogno di sapere se sei d'accordo" annuisco e accenno un sorriso. Qualsiasi cosa sia è l'unico che ha provato ad aiutarmi.
"Va bene ti ascolto" mi sistemo meglio e aspetto che parli. Lo vedo in difficoltà e un po' mi preoccupo. Non saprà come dirmi che devo tornare in qualche orfanotrofio. Sicuramente non mi arrabbierò con lui, almeno ci ha provato.
"Tranquillo ci sono abituata non sarà così brutto tornare la" dico per tranquillizzarlo. Non posso fargli capire quanto mi terrorizza l'idea di rientrare in quel posto. Le mie parole sembrano risvegliarlo e subito si affretta a chiarire
"Nono Grace non dovrai andare in orfanotrofio" dice in imbarazzo
"E allora dove andrò?" chiedo preoccupata. Nemmeno la mi vogliono più.
"Beh vedi io ti ho adottata" dice grattandosi la testa.
"Se sei d'accordo" si affretta ad aggiungere. Non ci credo, forse sto sognando. Qualcuno ha deciso di prendersi cura di me. Non è possibile.
"Tu mi hai adottata?" chiedo per conferma
"Si ma devi essere d'accordo" dice in imbarazzo
"Ehm non so che dire" dico sinceramente. Solo pochi giorni fa ero in quello schifo e adesso ho addirittura un tutore.
"Pensaci un pochino" dice e lo vedo in difficoltà. Non ho bisogno di pensarci. Lui è stato con me dal primo momento in cui mi ha salvata. E adesso vuole fare ancora di più. Forza Grace di qualcosa.
"Va bene, accetto". Non so dove ho trovato il coraggio di dire di sì. Non lo conosco e potrei mettermi di nuovo nei guai. Ma qualcosa mi dice di fidarmi
"Davvero?" dice sorridendo. Annuisco e accenno un sorriso anche io
"Tra poco verrà un'assistente sociale a farti un po' di domande. Ce la fai? Devi solo essere te stessa. Qualsiasi cosa andrà bene" dice per rassicurarmi. Sono un po' titubante, per molto tempo non ho avuto un colloquio con persone normali, non voglio sembrare pazza
"Si, ma non voglio sembrare troppo fragile"
"Tranquilla. Questa persona la conosco, non potrebbe mai farti del male" cerco di credergli
"Va bene, ci provo". Poco dopo bussano alla porta ed entra una signora con una cartellina in mano.
"Ciao Christopher" lui le va incontro e si salutano
"Ciao Becky" dice sorridendo.
"Tu devi essere Grace" Annuisco e faccio un timido sorriso. Sono un po' spaventata da quello che potrebbe chiedermi.
"Christopher adesso devi uscire" a queste parole giro la testa di scatto, non voglio rimanere sola con una sconosciuta e lui sembra capirlo
"Tranquilla Grace rimango qui fuori" mi fa un occhiolino ed esce. Si sistema su una sedia e ci guardiamo. Non so che dire
"Allora Grace l'idea di andare a vivere con Christopher ti piace?" mi chiede mentre si sistema sulla sedia
"Sono incredula. Non pensavo che qualcuno mi avrebbe mai adottata. Certo devo imparare a conoscerlo. Adesso ho un po' di problemi di fiducia ma Christopher sembra un bravo ragazzo" dico sinceramente. Non so da dove mi esce tutta questa loquacità
"È normale sai? Posso solo immaginare cosa stai passando e per quanto Christopher sia un bravo ragazzo è pur sempre uno sconosciuto per te. Ma non sarai sola. Verrò a farvi visita spesso e ti darò il mio numero. Potrai chiamarmi quando vorrai" dice sorridendo. Mi piace questa signora e sono felice di poter contare su di lei. Chiacchieriamo ancora un po' e poi firmo delle carte. Adesso Christopher è ufficialmente il mio tutore.
Quando rientra ha un sorriso smagliante e non posso non ricambiare
"Congratulazioni Christopher, buona fortuna". Becky se ne va e rimaniamo soli. Sono un po' in imbarazzo
"Il medico mi ha informato che tra due giorni puoi uscire" dice interrompendo il silenzio. Annuisco e non aggiungo altro
"Grace puoi parlarmi sai? Ti ascolto. Cosa c'è che non va?" chiede sedendosi in fondo al letto
"Niente. Sono solo un po' spaventata dalla situazione. Non mi è mai capitato di avere un tutore e non so come comportarmi" dico sinceramente
" non devi preoccuparti, faremo tutto con calma. Anche per me è una situazione nuova".

POV CHRISTOPHER
Sono così emozionato che finalmente Grace sia mia. So che ha molti dubbi e che dovrò conquistare la sua fiducia ma sento un profondo bisogno di proteggerla. Mi impegnerò per darle quella vita che non ha mai vissuto. Rimango il pomeriggio con lei, ho preso un lungo permesso da lavoro per poter stare insieme quando torneremo a casa.
Quando arriva la sera è sempre una tragedia dormire. Ha molti incubi poverina e anche stanotte ha avuto una crisi. Adesso sono sdraiato vicino a lei e cerco di tranquillizzarla. Mi ha permesso di stendermi sul letto e non me lo sono fatto ripetere
"Sssh va tutto bene" le sussurro mentre lei singhiozza. Il medico vuole darle un calmante ma voglio provare a vedere se si tranquillizza senza quella roba. Non le fanno bene tutti questi farmaci.
"brucia brucia" dice grattandosi le braccia.
"Fammi vedere dove ti fa male" l'aiuto ad alzarsi le maniche del pigiama e rimango incredulo da tanta cattiveria. Si l'ho vista nuda ma non mi sono soffermato molto sulle sue ferite. Ho pensato a coprirla piuttosto.
Ha varie bruciature di sigaretta sulle braccia e sicuramente sta rivivendo il momento in cui gliele hanno fatte. Mi irrigidisco ma lei non lo nota e le abbasso le maniche.
"Non è reale Grace, guardami" obbedisce e punta i suoi occhi nei miei. Rimango incantato ogni volta che lo fa
"È passato, adesso sei al sicuro". Il suo respiro piano piano torna normale e il medico decide di non darle il calmante. Mi sorride e ci lascia soli. Riesco a farla addormentare mentre le racconto una storia inventata sul momento. È così piccola ma ha già sofferto così tanto. La conosco poco ma ho già capito che ha bisogno di essere protetta e soprattutto che dovrò aiutarla a superare quello che le è successo. Adesso è ancora troppo presto per metabolizzare ma quando lo farà voglio essere con lei.

Non sei più sola Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora