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Ieri Camille e Jenna mi hanno parlato del loro rapporto con i ragazzi e mi è sembrato molto simile alm quello che abbiamo io e Chris. Quindi ho un daddy che però non vuole essere chiamato così. Pensavo di rimanere più sconvolta e invece la cosa non mi dispiace. Ho bisogno di qualcuno che si prenda cura di me e lui lo fa. Se per averlo vicino devo sopportare qualche punizione va bene così. Adesso siamo a letto insieme, devo fargli qualche altra domanda per sapere il più possibile.
"Jenna mi ha detto che il suo daddy le fa portare sempre il pannolino". Io non voglio portarlo sempre e ho paura che me lo imponga quindi decido di parlargli.
"Vedi Grace il rapporto con un daddy può essere di tanti tipi. Evidentemente Jenna ne ha bisogno per sentirsi più sicura, non c'è niente di male. A me piace il nostro rapporto  ma vorrei che ti lasciassi completamente andare. Non sarebbe bello vivere l'infanzia che non hai avuto? " annuisco e mi stringo di più a lui.
"Devo farti vedere una cosa" mi prende in braccio e usciamo dalla stanza. Va in quello che mi ha detto essere il suo studio ma in realtà è un'area giochi. È carina
"Ho fatto questa stanza perché non sapevo come sarebbe stato il nostro rapporto. Fino ad ora sono stato molto più permissivo di quanto mi aspettassi ma quando io lavoro o non ti ho sott'occhio voglio che tu stia qui" mi informa.
"Ma non posso uscire da qui senza il tuo permesso vero?"
"No tesoro ma non è una punizione. Puoi divertirti qua dentro e fare quello che vuoi" annuisco. Non mi dispiace l'idea. Quando lavora mi annoio sempre. Magari qui potrò sfogarmi un po'.
"Grace lo so che è tutto nuovo, non dobbiamo correre. Faremo una cosa per volta". È agitato e mi fa sorridere questa cosa. Vuole davvero farmi sentire a mio agio.
"Forza adesso ci cambiamo e poi colazione" devo ancora abituarmi a questa cosa e fortunatamente non ha detto niente sul pannolino, non ce la farei a tenerlo sempre. Piango un po' mentre mi cambia, non mi sono ancora abituata a questa nostra intimità.
"Basta lacrime, ho finito tranquilla" dice aiutandomi a vestirmi. Rimango buona mentre mi veste e poi andiamo a fare colazione. Quando finiamo di riordinare mi prende in braccio e mi porta in quella stanza.
"Facciamo una prova ok? Ti ho messo tutto quello che ti può servire. Se hai bisogno di me basta che mi chiami" annuisco e lui va a lavorare. Mi avvicino ad un libro e inizio a leggerlo ma poi mi stufo e mi metto a disegnare ma dopo un po' non ho più voglia di fare nemmeno questo. Saranno passate un paio di ore e io vorrei solo uscire da qui e stare con Christopher. Inizio a piangere e, come se mi avesse sentita, lo vedo apparire.
"Che succede?"
"È che mi sento in trappola qui"
"Lo so tesoro che per te è tutto nuovo ma vedrai che ti abituerai presto. Ho bisogno di saperti al sicuro e qui non può succederti niente".
"Scusa è che faccio fatica ad abituarmi alle cose nuove" rabbrividisco per il freddo e Christopher se ne accorge.
"Hai freddo piccola Grace?" annuisco e andiamo a prendere una felpa più pesante.
"Che ne dici se vieni nello studio con me? Devo mandare un paio di mail e poi ho finito. Oggi sei stata brava"
Mi da una leggera sculacciata e ridendo andiamo nel suo studio. Mi lascia sulle sue gambe e mi rannicchio. Sono così esile rispetto a lui.
Quando apro gli occhi sono sempre in braccio a Christopher
" Ben svegliata piccola mia" annuisco senza tanto entusiasmo, mi sento un po' debole.
"Cosa c'è Grace, non ti senti bene?"
"Non tanto" riesco a dire. Christopher mi porta in camera e misuriamo la febbre ma non ce l'ho.
"Adesso ti preparo un bel brodo caldo e poi ce ne stiamo qui a riposare" mi rannicchio sotto le coperte e chiudo gli occhi.
"Ci mettiamo le mutandine Grace così se ti addormenti non succede niente"
"No non le voglio ti prego" faccio un po'di storie
"Ehi cucciola niente capricci. Faccio tutto io tu rilassati" lo lascio fare e poi rimango sola in camera. Sarà lo stress di questi giorni, il processo si avvicina sempre di più.

POV CHRISTOPHER
Grace è stata davvero brava oggi. Non si è quasi mai lamentata ma non mi piace vederla così debole. Non capisco cosa abbia quindi decido di chiamare il medico.
"Pronto?"
"Dottore buongiorno. Sono Christopher"
"Ciao Christopher, cosa posso fare per te? "
"Grace non sta molto bene. Non ha la febbre ma non si regge in piedi"
" Tra mezz'ora vengo a visitarla. Falla mangiare nel frattempo" lo ringrazio e faccio come mi ha detto.
Quando entro in stanza è sveglia ma ha gli occhi chiusi
"Ehi piccola mia. Adesso mangiamo questo brodo bello caldo e poi aspettiamo il dottore così stai meglio"
"No il dottore no" dice debolmente
"Va bene non ti agitare" l'aiuto a tirarsi su e la imbocco. È molto pallida e fa un po' di capricci per mangiare.
"Dai Grace ancora un boccone" si sforza e poi si sdraia di nuovo. Sono molto preoccupato ma cerco di non farglielo notare. Mentre porto la roba in cucina suonano alla porta
"Buongiorno dottore, venga le faccio strada"
"Ciao Grace, come ti senti?"
"Insomma". Il dottore le osculta il cuore e i polmoni, le misura la pressione e la glicemia e infine le palpa la pancia. Grace tiene gli occhi chiusi tutto il tempo e non si lamenta mai.
"Bravissima Grace, adesso parlo un attimo con Christopher" usciamo e aspetto che mi dica che cos'ha.
"Ha un forte calo di pressione. Non assume abbastanza vitamine. Per una settimana falle delle punture e vedrai che tornerà in forma. Grace ha le difese immunitarie molto basse a causa del tipo di alimentazione avuto fino ad ora quindi dovrà sempre prendere delle vitamine ma potrà scioglierle in acqua" lo ringrazio e lo accompagno alla porta.
Torno da Grace e mi stendo vicino a lei.
"Piccola Grace adesso ti do la medicina" ma quando vede l'ago si agita molto
"No no ti prego non usare quello" dice scoppiando a piangere
"Ehi ehi piccolina ascoltami. Per guarire dobbiamo fare questa puntura ma ti prometto che faccio molto piano" si rassegna e rimane buona, fa solo qualche versetto di dolore ma non si muove
"Bravissima Grace". Il resto del pomeriggio lo passiamo a letto. È sveglia ma è sempre abbastanza debole. Mi guarda mentre gli racconto qualche storia inventata. Starei ore a guardare i suoi occhi. Mi stringe la maglia, lo fa sempre quando sono vicino a lei. È così piccola e indifesa. Come hanno fatto ad abbandonarla.
Cerco di tenerla calma ma non devo fare molti sforzi. Mi ascolta rapita dalla mia voce e ogni tanto accenna un sorriso.
"Christopher tu non mi abbandonerai vero?" chiede strusciandosi un occhio.
"Mai piccolina mia, mai" la vedo rilassarsi e finalmente si addormenta. Dio che giornata. Spero domani riesca almeno ad alzarsi dal letto.

Non sei più sola Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora