L'inizio della fine

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“Eddard di Casa Stark, Lord di Grande Inverno e Protettore del Nord,” annuncia mio padre seduto sul suo trono, “io, Robert di Casa Baratheon, Re degli Andali, dei rhoynar e dei Primi Uomini, Protettore del Reame, ti nomino Primo Cavaliere del Re con effetto immediato,” Ned si inginocchia e mio padre si alza per appuntare la spilla da Primo Cavaliere sulla casacca. 

Chissà se Ned è a conoscenza della quantità di lavoro che dovrà svolgere. A volte mi sembrava che Jon Arryn, il precedente Primo Cavaliere, fosse il Re. 
Se potessi mi piacerebbe sedermi al suo posto, lassù sul Trono, controllare il reame e farlo prosperare, ma per adesso non ho le abilità per farlo. 
Però mi conosco e con il tempo, chissà, potrei raggiungere il mio obiettivo.

Mio padre si avvicina a Ned e gli sussurra, ma non abbastanza piano da non farmi udire la loro conversazione, “ed ora andiamo a mangiare, forza! Il mio stomaco sta iniziando a brontolare e se non avrò del cibo e una coppa di vino in qualche minuto avrò la testa di ciascuno dei miei servi su una picca.”
“Robert, non credi di star esagerando?”, gli domanda Ned, sorridendo. 
“No amico mio, questi non ti ascoltano se non li fai pisciare sotto dalla paura.”

Al banchetto ognuno prende subito il proprio posto; io decido di sedermi alla fine della tavolata principale con Robb alla mia destra e mia madre alla mia sinistra, mentre davanti a me, in un tavolo a parte, c’è Arya. 
Appena mio padre dà l'ordine tutti iniziano a mangiare, mentre io preferisco guardarmi attorno e ascoltare le conversazioni che si stanno creando.
“Non mangi?”, mi chiede Robb, sottovoce, con tono preoccupato.
“Tranquillo, dopo mangio. Ora c’è qualcos’altro che devo fare,” Petyr Baelish mi stava fissando, e non era l’unico. Anche Varys, il signore dei sussurri, lo stava facendo.
Dopo poco li vedo alzarsi, diretti al di fuori del salone, così mi decido a seguirli.

“Reanna,” sussurra mia madre, “dove stai andando?”
“Ho solo bisogno di fare una camminata.”
“Visto che è 'solo una camminata' potresti portare con te Myrcella e Tommen? Il vino sta iniziando a fare effetto su tuo padre.”
“Va bene,” anche se con loro non potrò avvicinarmi quanto voglio è meglio che i miei fratelli non ascoltino certe conversazioni, “nanetti seguitemi,” dico mentre li prelevo dal tavolo dove ci sono anche Arya, Sansa, Bran e Rickon.
Tommen e Myrcella mi guardano male, “siamo cresciuti sai.”
“Ah sì? Io non l’ho notato,” faccio un sorriso per fargli capire che sto scherzando, “dai, forza, andiamo.”
“Aspetta, Reanna, vengo anch’io,” dice Robb alle mie spalle.
“Se viene lui voglio esserci anch'io!".
“Anche io e Rickon vogliamo venire, non ci avete mai invitati da nessuna parte; vogliamo fare un giro della Fortezza,” dice Bran.
“Ho un gruppo di seguaci vedo. C’è qualcun'altro che vuole unirsi?”
“Sì, io e Sansa veniamo con voi,” Joffrey era l’unico che non volevo avere tra i piedi, ma dovevo lasciarlo venire; non per quello che aveva detto mio padre a colazione, bensì perché così posso assicurarmi che Sansa stia bene.
“Perfetto, ma penso sia meglio chiedere a Eddard e Catelyn se voi tre potete venire,” propongo indicando Arya, Bran e Rickon. Appena l’ho detto Robb si è diretto al loro tavolo.
“Padre, madre. Io e Sansa andiamo a fare una camminata con Reanna e i suoi fratelli. Possono unirsi anche Arya, Bran e Rickon?”
Cat e Ned si scambiano uno sguardo d'intesa prima di rispondergli, “va bene, però state attenti. Tu e Sansa dovrete assicurarvi che non gli capiti nulla.”
“Ma cosa dici Ned,” sbuffa mio padre, “anche i miei ragazzi baderanno ai tre piccoletti oltre ai loro fratelli. Sono sicuro che staranno bene.”
Così, con il consenso degli adulti, lasciamo la festa e ci dirigiamo verso i giardini. 

Myrcella, come al solito, è affascinata dai colori dei fiori e inizia a raccoglierne alcuni con l'aiuto di Sansa; Joffrey e Robb, stranamente, iniziano a parlare; Tommen e Arya stanno accarezzando un gatto nero con una macchia bianca alla fine della coda; Bran e Rickon stanno invece osservando uno stormo di uccelli; io invece osservo i dintorni, alla ricerca di Baelish e Varys, ma non riescono a trovarli. Probabilmente se ne sono già andati.

“Farfalla!”, gioisce Rickon mentre ne segue una coloratissima. Bran inizia a rincorrere il fratello ed entrambi iniziano a scendere delle scale. Senza saperlo si stavano dirigendo alla scogliera. 
“Bran, Rickon! Venite qui!”, urlo mentre cerco di raggiungerli il prima possibile; gli altri mi seguono.
Arrivo alla fine delle scale e vedo Bran posizionato su uno scoglio a picco sul mare. Rickon è qualche metro dietro di lui che cerca di farlo tornare indietro. Robb si avvicina a suo fratellino per chiedergli cosa succede, “sta aspettando di poter volare,” è la sua strana risposta.
“Bran,” mi avvicino cautamente a lui, “vieni qui, quel posto è pericoloso,” quando le mie dita sfiorano il suo braccio, così da poterlo spostare, lui si butta. Resto momentaneamente pietrificata da quello che disse prima di farlo, ma mi riprendo velocemente ed inizio a correre giù per le scale che portano ad una piccola spiaggia.
A differenza di prima, ora solo Robb mi sta seguendo. 
Anche Rickon e Arya hanno fatto un passo per venire con noi ma Robb li ha, saggiamente, fermati.

Raggiunta la spiaggia corro in acqua, con ancora addosso il mio vestito, ed inizio a nuotare il più velocemente possibile fino a quando raggiungo Bran; lo cingo a me con un braccio attorno alla sua vita e lo porto alla riva, dove Robb mi sta aspettando preoccupato. 
Quando arrivo non ho più fiato, stremata da questa corsa contro il tempo e l'adrenalina a mille, Robb mi aiuta prendendo in braccio Bran e lo stende a terra.
“Respira,” afferma gioioso; con le lacrime agli occhi. 
“Devi farlo vomitare.”
“Cosa?”
Mi inginocchio vicino a Bran, “ho capito, faccio io,” gli apro la bocca e con due dita gli tocco l’ugola così, dopo poco, lui vomita fuori l’acqua che aveva ingoiato; nonostante il mio aiuto, lo vedo chiudere gli occhi e perdere nuovamente conoscenza.
“Non so che altro fare Robb, dobbiamo portarlo da Pycelle; ora.”

“Bran!”, urla Rickon appena ci vede.
Robb lo ignora e continua a camminare a passo svelto. 
Il silenzio cala, tutti capiscono che si creerà molto scompiglio al nostro ritorno.

“Nostro padre sarà felice, la sua festa verrà rovinata,” sospira Joffrey di fianco a me.
“Lui è l’ultimo dei nostri problemi. Dobbiamo sperare che Bran si riprenda presto."
“Almeno questa volta non puoi dare la colpa a me.”
“E tu non puoi darla a me.”
“In realtà tu ti sei avvicinata a lui, per quel che so potresti averlo spinto,” ed ecco che Joffrey è tornato in sé. Quanto mi sarebbe piaciuto vederlo cadere al posto di Bran. 
Mi giro verso di lui, dopo essermi accertata che nessuno ci stia sentendo, e mi avvicino per poi stringergli il braccio con forza.
"Prova a dire una menzogna del genere e ti darò una punizione peggiore della morte,” sussurro vicino al suo orecchio per dargli fastidio, “ricordati, mio dolce fratellino, un Lannister paga sempre i suoi debiti.”

The baby lioness: l'inizio della fine (completata, revisionata) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora