La festa del disastro

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Con nonchalance io e mia madre entriamo nel salone e tutti gli occhi puntano su di noi. Sguardi di ammirazione, sguardi di timore, sguardi di amore e sguardi di odio. Percorriamo il corridoio creatosi, tra i tavoli, al centro del salone e raggiungiamo la tavolata dove ad aspettarci c’è tutta la famiglia Stark, ed ovviamente i miei fratelli e mio padre. Prendo posto tra Robb e Arya, mentre mia madre si siede tra mio padre e Cat.

“Dove eravate finite?” Chiede mio padre scocciato.

“Jubee non ti ha riferito nulla?”

“No, Jubee non è mai venuta qui.”

Probabilmente aveva meglio da fare di riferire a mio padre che saremmo arrivate in ritardo. “Mia madre ed io abbiamo dovuto cambiarci, non intendevamo farvi aspettare.”

“Lo spero bene!  Ormai il cibo si stava raffreddando come se fosse stato congelato dall’aria fredda del Nord.” Gli piace proprio ampliare le condizioni della realtà. Dopo una risata si alza con un calice di vino in mano. “Che il banchetto abbia inizio, e preghiamo gli dei che la musica risuoni fino all’alba dell’indomani.”

“Aye!”  Dicono tutti gli uomini in coro per poi innalzare i loro calici.

“Aye!” Risponde mio padre e finalmente, dopo aver bevuto contemporaneamente tutto il vino dentro i loro calici, le mie mani si fiondano nel cibo che mi stava facendo venire una fame tremenda dal primo momento che misi piede lì dentro.

“È veramente bello il vestito che indossate, mia signora.”

Patetico come approccio da parte del mio futuro marito; però venire complimentati ha sempre un suo fascino. Gli sorrido. “Grazie, l’ha scelto mia madre.” Dico velocemente. Non ho voglia di parlare con lui in questo momento, anche se poterlo conoscere meglio già da adesso non sarebbe una brutta idea.

“Allora … Sansa! Diventeremo cognate, non è eccitante?”

La ragazza seduta di fronte a me alza lo sguardo dal piatto. “Sì, mia principessa.” Dice con voce tremolante. Timida come pochi ma come biasimarla …. non è da tutti poter sedere allo stesso tavolo del Re e della Regina dei Sette Regni.

“Tranquilla puoi chiamarmi semplicemente Reanna, io oltre ai vestiti che indosso – e al fatto che mio padre è il re - non mi sento per nulla come una principessa.”

Nessun suono proviene dalla bocca della docile ragazza, però riesco a percepire un sorrisino. A quanto pare tutti gli Stark sono affascinati da me. E questo non aiuta di certo ad attenuare il mio ego.

“Smettila di importunare la mia futura moglie Reanna!”

“Stiamo solo parlando Joffrey, mica le sto puntando un coltello alla gola ... ”

“Prova solo a farlo ed io-”.

“Tu cosa? … Mi ucciderai? Ma fammi un piacere! Tra poco è più forte Tommen di te.”

Vedo la sua faccia diventare rossa – di certo non gli piace essere paragonato al nostro fratellino che non ha una bella struttura fisica - ma al contrario di cosa avevo immaginato si è subito ripreso.

“Mia signora, se mia sorella ti importuna non esitarmelo a dire.”

“Grazie Joffrey.”

“Hai ricamato tu il tuo vestito?” Chiedo per cambiare argomento.

“Sì.”

“È veramente bello. Mi piacerebbe essere abile come te, invece non so neppure come cucire un buco.”

“Non è difficile, serve solo un po’ di pratica. Se vuoi qualche volta posso darti qualche lezione.”

“Mi farebbe molto piacere.”

The baby lioness: l'inizio della fine (completata, revisionata) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora