Il mio sguardo si concentra attentamente su ognuno di loro, e cerco di capire più cose possibili riguardo al loro carattere e ai loro interessi. Mi piace fare amicizia, ma la prima impressione fa sempre il suo effetto - anche se so che non bisognerebbe giudicare un libro dalla sua copertina - ; però, solitamente, se una persona a primo impatto non mi piace è perché non ci si può fidare o è, semplicemente, detestabile.
Eddard Stark, chiamato anche Ned, è il primo su cui mi soffermo. Il suo volto è impassibile quasi come se la sua faccia fosse ghiacciata ma, il sorriso che accenna a mio padre, riesce a scioglierla. È certamente un uomo affidabile. Averlo come amico è di sicuro una fortuna, e questo lo so benissimo visto che mio padre non smette mai di parlare di lui. “Oh, Ned. Quanto mi manca andare a caccia con lui.”, “Io e Ned eravamo proprio dei ragazzi che usufruivano delle gioie della vita.” Adesso sono entrambi degli uomini e i segni della vecchiaia iniziano a farsi vedere.
Catelyn Stark, sua moglie, grazie al colore rosso rame dei suoi capelli dà una maggior sensazione di solarità al suo sorriso. Di certo non vedeva l'ora di stare in un posto che non fosse freddo come il Nord. Anche con la pioggia, infatti, Approdo del Re resta sempre una città calda e afosa. L’unico modo per rendere la città fredda è avere la disgrazia di vivere durante l’Inverno, che fortunatamente non si vede da anni. Il motto della Casata Tully – quella a cui Cat appartiene da non nubile – recita le seguenti parole “famiglia, dovere, onore” ed è proprio quello che percepisco dalla sua presenza.
Alla sinistra di Ned sono disposte le loro figlie, mentre alla destra di Cat i loro figli.
La più grande delle due ragazze, Sansa Stark, assomiglia ad una delle solite bambine con cui sono autorizzata a passare il mio tempo: timida, sempre in grado di seguire le regole ed approcciarsi in modo consono anche con coloro che non si meriterebbero dolcezza da parte delle persone. Parlando, appunto, di persone che ti fanno salire il sangue al cervello, Sansa sta guardando mio – non così caro – fratello Joffrey con uno sguardo sdolcinato. Non riesco proprio ad immaginare loro due assieme, in realtà, non riesco ad immaginare Joffrey amare qualcuno che non sia lui stesso.
Arya Stark, invece, è l'opposto della sorella. Assomiglia di più alla figlia di un popolano che di un lord, a parte per i vestiti. È una me in miniatura. Riconosco la voglia di combattere al posto di lavorare a maglia, e la sua traspare da tutti i pori.
Bran e Rickon sono i più piccoli ma, stranamente, sono i più calmi. A differenza di Tommen e Myrcella – i miei fratelli più piccoli – che tutt’oggi continuano a tormentarmi chiedendomi di giocare. A volte, mentre dormo, irrompono nella mia stanza e iniziano a infastidirmi perché non hanno sonno e quindi mi tocca rincorrerli per tutta la stanza molteplici volte prima che si stanchino; d’altronde non hanno nessun altro da cui andare visto che non sono più degli infanti.
I miei occhi incrociano lo sguardo del futuro erede di Grande Inverno: Robb Stark. È un po’ come suo padre ma ha lo sguardo di Sansa … rivolto a me. Volevo essere bella visto il loro arrivo ma non mi aspettavo di rubare il cuore proprio a lui.
Faccio ritorno con lo sguardo ad Eddard e Catelyn e non posso far altro che notare, dietro di loro, il bastardo di Casa Stark: Jon Snow. Un ragazzo che sembra sapere il fatto suo. Mi piacerebbe molto conoscerlo meglio, ma è un desiderio quasi impossibile da far avverare. Io sono la principessa dei Sette Regni e questo non mi consente di avere contatti con chiunque io voglia.
Il miei occhi, successivamente, passano a visualizzare il ragazzo alla destra di Jon. Lui deve essere Theon Greyjoy, il protetto di Ned, anche se più di questo non so nulla. Sembra un idiota ma meno di mio fratello, diciamo che in Theon riesco a percepire un cuore che batte.
"Ned, amico, che bello averti finalmente qui! Spero che questa tempesta non abbia causato problemi."
"Solo abiti bagnati e capelli scompigliati."
"Ottimo!" Forse per lui è un’ottima cosa ma deve essere scomodo avere i vestiti inzuppati d’acqua. Per non parlare di come sono ridotti i poveri capelli di Cat, Sansa e Arya. Sono peggio dei miei quando mi sveglio alla mattina.
I due si stringono in un amichevole abbraccio, dopotutto mio padre parlava sempre delle sue imprese compiute assieme al suo migliore amico, anzi 'fratello', Eddard Stark. Si poteva vedere nei loro occhi – e nel loro sorriso - tutta la loro gioia nel ritrovarsi dopo anni passati in due città molto lontane l’una dall’altra.
"Catelyn, che piacere averti qui! Sei meravigliosa come sempre." Afferma mio padre dopo averla scrutata dalla testa ai piedi.
"Grazie, Vostra Maestà."
"Cos’è tutta questa cordialità? Chiamami Robert!"
In fondo a mio padre non è mai piaciuto quell'appellativo 'Vostra Maestà', 'Vostra Grazia', 'Mio Signore', 'Mio Re'. Viene chiamato in così tanti modi, ma nessuno di essi lo aggrada come il suo nome. Dopotutto il ruolo da Re non gli si addice proprio ... L'unica cosa che fa è scaldare il Trono con il suo fondoschiena mentre beve il suo amato vino e fa andare fuori di testa i suoi aiutanti. Questo però vale solo per coloro con cui ha un legame stretto di amicizia o parentela.
"Robert permettimi di presentarvi i miei figli." Dice Ned avvicinandosi a Robb.
"Con immenso piacere. Però voglio provare a vedere se la mia memoria non mi inganna." Al che mio padre si avvicina alla fila ordinata che i futuri eredi di Grande Inverno avevano creato. "... Alto, capelli color rame scuro, occhi azzurri. Tutti lineamenti dei Tully; tu devi proprio essere Robb!"
"Esatto, Vostra Maestà."
Mio padre proseguì, dopo avergli dato una pacca sulla spalla. Forse un po’ troppo forte visto che ora Robb la sta massaggiando con la mano.
"Senza ombra di dubbio tu devi essere Sansa." Dice mio padre, senza pensarci due volte.
"Sì, sono io." Dice, la ragazza, sorridendo ma mio padre procede subito con sua sorella.
"Anche tu sei difficile da non riconoscere! Sei Arya giusto?"
"In persona."
"È un onore poter ospitarti mi è giunta voce che hai tanta voglia di avventura, sai, anche mia figlia Reanna è come te."
Dopo aver ascoltato accuratamente le parole di mio padre, Arya sporge la testa per poter aver la visuale su di me e, quando ci guardiamo, vedo come scintille di gioia nei suoi occhi. Peccato che piova così tanto ... Sennò, con il consenso dei nostri genitori, ci saremmo potute allenare a combattere nei giardini.
"E voi siete i più piccolini, eh? Vediamo ... Tu sei … ?"
"R – Rickon, il mio nome è Rickon."
"Forza bambino, non essere timido. Di certo non ti ammazzo."
Questa battuta non gli ha, di certo, portato più conforto. Poverino, sembra terrorizzato di non essere tra le mura del suo castello a Grande Inverno. O, forse, ha paura della tempesta.
"E quindi tu devi essere per forza Bran."
Il bambino annuisce, senza proferire parola. È ancora più timido di suo fratello minore, eppure mi sembrano, entrambi, pronti per partire all’avventura in qualsiasi momento.
"E tu che hai? Ti hanno tagliato la lingua?"
Bran scuote la testa in segno di negazione, sorridendo però alla “battuta” di mio padre.
"Non importa, avrai l'occasione di ambientarti questa sera alla festa."
L’aiuto cuoco, entrato da poco nella sala del trono, si mosse di qualche passo verso mio padre.
"Veramente, Mio Signore … Il cuoco mi ha detto di avvisarla che la cena sarà pronta a minuti.""Per tutti gli Sette Dei! È già ora di cena?. Vai a capire te come passa velocemente il tempo. Ebbene, penso sia il caso che vi cambiate i vestiti nelle vostre stanze. Jubee, accompagna i nostri ospiti nelle loro stanze. I miei figli potranno essere presentati anche dopo."
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The baby lioness: l'inizio della fine (completata, revisionata)
FanfictionIn una mattina d'autunno, ad Approdo del Re, non si sente altro che un silenzio tombale. Le strade sono vuote e sembra che anche la natura si sia fermata in attesa del suono delle campane. Alle 11.00 precise il loro rindondante rumore fa festeggia...