Guardiano della notte

517 24 13
                                    

“Eccovi qui. Vi ho cercate dappertutto.”

“Jon!” Esclama Arya correndo verso di lui. Entrambi, nel vedersi, sorridono e Jon non si tira indietro dal prenderla tra le sue braccia e farla roteare.

È strano vederlo qui, visto che non era presente al banchetto. “Perché ci stavi cercando?” Gli domando, curiosa di sapere la sua risposta.

“Dei soldati vi stanno cercando, li ho sentiti urlare per i corridoi. Ho pensato che sarebbe stato meglio trovarvi prima che lo facessero loro.” Spiega mentre riporta Arya con i piedi a terra. “Torna in sala, non ti succederà niente.” Dice a sua sorella. “Ho fermato le guardie che vi stanno cercando e mi hanno detto che i nostri genitori vogliono sentire la versione di Reanna, tu, Arya, non c’entri nulla con questa storia.”

“Non la lascio da sola tra le grinfie di suo fratello.” Dice mentre mi abbraccia. È così bassa che le sue braccia sono avvolte attorno alla mia vita. Tutto questo coraggio, tutta questa voglia di proteggere le persone a cui vuoi bene potrebbe costarle molto. È qualcosa che dovrò insegnarle.

“Tranquilla Arya, tu vai. So proteggermi da sola. Io ti raggiungo tra poco, e ti prometto che domani ci alleneremo anche se, molto probabilmente, sarò in punizione. Nessuno ci può fermare.”

Dopo averci pensato su, Arya si stacca da me e mi rivolge un caloroso sorriso. “Nessuno ci può fermare.” Ripete prima di lasciare la stanza. Jon la guarda andare via con la coda dell’occhio ed io resto a fissarlo. Noto che sulla sua fronte si stanno formando goccioline di sudore, probabilmente avrà corso per riuscire a trovarci in tempo.

“Perché hai trattato così tuo fratello?” Mi chiede, interrompendo il mio momento di contemplazione.

“Tu cosa sai?”

“Joffrey ha detto che sei completamente impazzita per nulla e Sansa lo ha affiancato. Ma conosco i tipi come tuo fratello, e decisamente conosco Sansa, quei due non hanno detto la verità.”

“Impazzita per nulla...” Dico sbuffando. “Poteva certamente inventarsi una scusa migliore.”

“Quindi cos’è successo?”

“Conosco i ragazzi come te; e se ti dicessi la verità tu scateneresti il caos.” Ammetto sorridendo.

“Nessuno è come me.” Si lamenta. Certo, non c’è nessun ragazzo come lui. Almeno non qui ad Approdo del Re.

“Ovviamente. Nessuno è come il meraviglioso bastardo di Casa Stark, Jon Snow.” Mi piace stuzzicarlo, lo faccio con tutti, mi viene naturale.  Forse, però, non avrei dovuto essere così diretta perché il suo sguardo si rattrista. “Scusami … Non era mia intenzione farti stare male. Se vuoi ti dico la mia versione dei fatti, solo se mi prometti che non farai nulla.”

“Lo giuro, sui vecchi e sui nuovi Dei.” Potrebbe giurarlo su qualsiasi persona o divinità, a me non cambierebbe molto.

“Joffrey stava importunando Sansa. Le stava stringendo il polso fino a farla piangere. Tuo padre ha fatto la scelta sbagliata nel dire di sì a mio padre per quanto riguarda il loro matrimonio. Joffrey è un piccolo mostro e non penso che cambierà, anche se lo spero.” Mi ricordo quando era piccolo, non smetteva di piangere. Non è sempre stato così, è cambiato dopo la nascita di Myrcella. E non ha mai spiegato il perché.

“Io lo ammazzo.”

“Tranquillo, come ti ho già detto, a lui ci penso io. Joffrey è un cane che abbaia, ma prima che morda gliela chiudo io quella bocca.”

“Promettimelo. Promettimi che non farà del male alla mia famiglia.”

“Te lo prometto.”

“Grazie ... Sai non pensavo fossi così.”

The baby lioness: l'inizio della fine (completata, revisionata) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora