13. Island in the Sun

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Piccole gocce di pioggia picchiettarono contro la finestra di Lara quando le sue palpebre chiuse vibrarono forte

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Piccole gocce di pioggia picchiettarono contro la finestra di Lara quando le sue palpebre chiuse vibrarono forte.

D'istinto, strinse i pugni e si voltò su un fianco, coprendosi il viso con la spalla e nascondendo la testa fra le coperte e il cuscino. I suoi piedi si mossero e le gambe scattarono come in un salto intrappolato fra le lenzuola. Prese a respirare con più difficoltà. Si voltò dalla parte opposta, lasciando sfuggire un braccio da sotto le coperte.

Le gocce di pioggia che battevano contro il vetro si trasformarono in pietre lanciate da una mano invisibile, pietre che il suo corpo non riusciva a scansare. La colpivano senza ucciderla, ma ferendola e facendola sanguinare.

Stringendo i denti, sentì le gambe fremere, il cuore scalpitare come impazzito e battere tanto forte contro lo sterno da dare l'impressione che volesse sfondarlo.

Stringendo i denti, sentì le gambe fremere, il cuore scalpitare come impazzito e battere tanto forte contro lo sterno da dare l'impressione che volesse sfondarlo

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Altre gocce di pioggia batterono contro la finestra di Isak.

Era tarda notte, ma la luce era ancora accesa. La mano correva lesta, stringendo una penna che, parola dopo parola, produceva un inchiostro sempre più leggero. Vicino alla lettera che stava nascendo c'era quella di Yuri ancora aperta. L'aveva riletta così tante volte da saperla a memoria.

Il pomeriggio, Isak era passato da suo zio Hrant per chiedere se ci fosse della posta per lui. Da quando Yuri era partito, quelli erano gli unici momenti in cui riusciva a sentirlo vicino e, con tanta nostalgia ma un pizzico di consolazione in più, ricordava dei momenti andati della loro infanzia a Sibery, di quell'adolescenza che avevano condiviso, di quegli anni in cui aveva sentito la sua mancanza come un tonfo sordo al petto che si quietava solo quando si metteva a gambe incrociate sul materasso e gli scriveva delle lettere che lo zio Hrant avrebbe spedito per lui.

La musica correva sempre debole, in quei momenti. Non aveva parole per cantare, ma solo per raccontare a Yuri quanto, in pochi mesi, la sua vita fosse cambiata radicalmente ora che nuove persone avevano popolato una monotonia che pareva poter vivere in eterno attendendo nient'altro che il suo ritorno per poter svanire.

 Non aveva parole per cantare, ma solo per raccontare a Yuri quanto, in pochi mesi, la sua vita fosse cambiata radicalmente ora che nuove persone avevano popolato una monotonia che pareva poter vivere in eterno attendendo nient'altro che il suo ri...

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