Ritornati a casa, trovammo in cucina Pablo con una strana espressione sul viso. "Si può sapere dove sei stata?" Mi urla venendomi incontro tutto preoccupato. "Avevamo una seduta oggi e non ti ho visto, non ne hai mai saltata una in tre anni e poi non ti trovo da nessuna parte non sai quanto mi ero preoccupato" dice in in preda al panico.
Alle mie spalle Leon inizia a parlare cercando di calmarlo:" Papá sta tranquillo, era con me. È colpa mia se non ė venuta ed è colpa mia se non ha avvisato" . Vedo Pablo con gli occhi fuori dalle orbite, ė molto sorpreso da quanto gli ha appena detto. "Era con te? Siete usciti voi due?" , "sembra che tu abbia visto un unicorno papà" ed ecco che se ne esce con le sue stupidaggini che mi fanno scoppiare a ridere come una disagiata. "Un'unicorno? Sul serio Leon?" chiedo cercando di essere seria ma con scarsi risultati. "Avevo in mente lo scoiattolo,ma preferisco gli unicorni" dice con un espressione seria. Scoppio di nuovo a ridere e lui fa la sua faccia da offeso. "Hai qualcosa contro gli unicorni?" mi chiede tenendo il broncio . "No però non esistono invece gli scoiattoli sì" mi guarda sbalordito con la bocca aperta. "Hai infranto i miei sogni Violetta Castillo, ora a Natale non ti arriverà nulla e sarai sulla lista dei cattivi" . Ma quanti problemi lo affliggono? Per un'attimo mi dimentico di Pablo e della sua faccia accigliata mentre guarda me e suo figlio in un'importante discussione sugli unicorni. "Basta ci rinuncio, hai ragione tu" dico alzando le braccia al cielo. "Brava scimmietta" esulta mentre mi mette un braccio sulle spalle. "Dicevamo papà?","Voi due siete completamente fusi" e intanto se ne va lasciandoci in sospeso per poi guardarci e scoppiare di nuovo a ridere.
Mi basta ascoltare il suono della sua risata per rendermi conto, quanto mi mancava essere felice anche se ancora me lo merito, sento che Leon mi sta aiutando più di chiunque altro perché solo ora riesco a vedere un raggio di sole su di me trasformato in un bellissimo ragazzo dagli occhi verdi che porta il nome di Leon.
Mi addormento così, abbracciata alla mia scimmietta mentre penso a tutte le risate e ai momenti spensierati passati oggi. Lasciandomi cullare dalla sua voce a dal suo viso che appare nei miei sogni lasciandomi dormire beata.
Stamattina Angie e Pablo hanno continuato a dirmi che le prossime volte quando esco dovrò avvisare, ė bello avere qualcuno che si preoccupa per te.
Leon è corso a scuola dicendo che aveva una cosa importante da fare allora sono arrivata fin qui, con la mia musica che risuona nelle cuffiette per distrarmi dalla solitudine.
Noto Leon parlare con una ragazza mora, capelli lisci e un nodo si crea nello stomaco notando che lei gli si attacca al collo come una cozza. Sono un'illusa, gli faccio solo pena e compassione.
"Ė solo una cozza che si attacca a tutti" sento la voce di Francesca alle mie spalle e mi volto verso di lei che mi sorride come a farmi coraggio. "Chi ė" chiedo continuando a guardarli, "Si chiama Lara e ti assicuro che ha più fondotinta che cervello" mi fa ridere e lei si unisce a me. "Fa il filo a Leon da tre anni, ma lui non l'ha mai contata come una opzione" , " beh fino ad ora" aggiungo io.
"Ti assicuro che ora ha meno speranze di quante ne abbia mai avute " dice facendo con un enorme sorriso "Perché ?" , "Perché ora ci sei tu. Non ho mai visto Leon così protettivo verso una ragazza che conosce da poco. Sembra tutt'altro da come si mostra ma ė sempre pronto a difendere me, Ludmilla e i suoi migliori amici" , "Forse si sente come un fratello verso di me" dico portando alla mente ricordi che mi fanno rattristire. "Ti assicuro Vilu che non ti vede come una sorella. Non so se hai notato, ma quando facciamo educazione fisica non guarda parti che ti guarderebbe un fratello" dice scoppiando a ridere .
"Mmh, non ci conterei Fran" dico pensandoci bene su. "Mai contraddirmi Castillo" "Andiamo in classe và" dico così che lei mi circonda le spalle con un braccio e ci dirigiamo verso la nostra classe per un entusiasmante lezione di matematica.
Vedo Fran sedersi vicino a me, e durante le lezioni ridiamo e prendiamo in giro i professori come due adolescenti normali.
Usciamo di classe e lei si dirige verso il suo ragazzo, Federico. "Hey Vilu, sei forte mi piace stare con te dovremmo farlo più spesso" mi scocca un bacio sulla guancia e sparisce e io sorrido al pensiero di aver trovato un'amica.
Metto nella borsa l'ultimo libro nella borsa e chiudo l'armadietto trovandomi Leon affianco che mi guarda con le braccia incrociate. "Hai fatto amicizia con Francesca" mi dice serio in volto. "Sì, c'è qualche problema?"
dico iniziando ad innervosirmi. "Assolutamente no", "Bene allora che cosa c'è che non va?". "Non mi hai degnato di una parola tutto oggi , che hai?" Mi dice seguendomi verso l'uscita. "Nulla,non ho niente e Leon non devi farmi da guardia del corpo", "Sei arrabbiata perché non ti ho accompagnato stamattina?" Mi chiede perplesso. "No ma la prossima volta non inventare scuse per non stare con me, dimmelo semplicemente che vuoi stare con quella Lisa","Vorrai dire Lara... Oh aspetta ma tu sei gelosa " . Cosa?Io,gelosa? Cosa ha bevuto stamattina. "Assolutamente no, tu puoi stare con chi ti pare e me ė assolutamente indifferente" scoppia a ridere, che ci trova da ridere ? "Quando sei gelosa sei adorabile lo sai? Hai i muscoli tesa e gli occhi diventano di un color nocciola più scuro". Lo guardo trattenendo un sorriso prima di allontanarmi da lui e tornare a casa.
Sbatto la porta più forte del solito e mi dirigo un cucina dove trovo Pablo con davanti a se un pacco. "Violetta è arrivato questo per te" mi dice con tono afflitto. "Da chi?", "tuo padre". Mi avvicino alla scatola e la prendo portandola su per le scale fino in camera mia. Chiudo la porta e la poggio sul letto sedendomi a fianco. Stacco il biglietto e leggo ciò che c'è scritto sopra:
"Non riesco a tenerle io, fallo tu così per non dimenticare... "
-papà
E da lì, capisco cosa può essere il contenuto del pacco. La apro lentamente e tutto mi passa davanti rivivendo ogni momento passato con lui. Tutte le sue vittorie a calcio. I suoi guanti da portiere. Io in braccio a lui immortalati in una foto.
Il mio cuore si spezza più di quanto non sia già infranto.
Comincio a piangere accasciandomi a terra con la nostra foto al petto tenendola tanto stretta al petto, ma mai abbastanza per sentire un suo abbraccio. È tutta colpa mia.
Continuo a piangere senza sosta buttando tutto della mia camera a terra senza preoccuparmi di nulla.
Urlo dalla disperazione di non trovare più nulla a cui aggrapparmi per salvarmi. Io non posso essere salvata non me lo merito.
D'un tratto sento la porta sbattere , facendo apparire Pablo e Leon verso di me. Li vedo con la vista annebbiata che si avvicinano a me.
Leon mi chiama, ma io non rispondo, mi prende in braccio e mi porta in un'altra stanza.
Dice a suo padre di lasciar fare lui anche se Pablo all'inizio non è d'accordo.
Mi fa stendere sul suo letto e si avvicina per abbracciarmi così da darmi quella forza di cui ho tanto bisogno. Mi lascia un bacio fra i capelli e mi sussurra "Violetta?", "Sì?". "Ci sarò io d'ora in poi, non ti lascerò più te lo prometto". "Grazie Leon" dico sincera guardandolo negli occhi.
"Che cosa ti ha tolto il sorriso?"
E la sua frase rimane in sospeso come un filo.
Lui è il mio spiraglio di luce ed è il momento che sappia cosa è successo quella notte.
