Leon

3.6K 87 6
                                    

Ho salutato mio padre e lui anche sapendo che non mi avrebbe vista per sei mesi non mi ha neanche guardato negli occhi e questo mi spezza il cuore.
Ora mi ritrovo davanti a villa Galindo e non come una paziente che deve fare la sua seduta, ma come una che andrà a vivere per sei mesi in una famiglia e non so se essere preoccupata perché non ci sono veramente più abituata.
Busso due volte alla porta e un urlo melodioso e dolce risuona dall'altra parte della porta, spalanca la porta e con un sorriso rassicurante Angie mi saluta "Ciao Violetta, sono felicissima che tu sia qui "
E non so perché ma le credo ,ogni parola che dice mi sembra sincera così che rispondo con un sorriso "Ciao, ancora grazie per avermi ospitato non vorrei mai creare disturbo " , spalanca le braccia e mi fa un breve abbraccio a cui non sono proprio abituata per poi rispondere "Oh non dire assurdità, sei come una figlia per noi e le nostre porte sono e saranno sempre aperte per te " e fa ancora quel sorriso che mi fa venir voglia di accoccolarmi con lei sul divano e piangere sotto la sua spalla perché mi sento un schifo in questo momento solo perché sto cercando di riessere felice.
"Porta di sopra la tua valigia e poi se hai fame la cena è pronta, mio figlio stasera è a una festa quindi saremo noi tre ", "Perfetto ma se non è un problema andrò subito a dormire, sono molto stanca " e non vedo proprio l'ora di buttarmi sul letto e dormire con me stessa. "Certo piccola vai, riposati che domani per colazione ho una sorpresa per te ". A sentire quelle parole mi si illuminano gli occhi pensando alla buonissima torta al cioccolato che mi farà ... "Grazie mille Angie per tutto veramente "
Mi sorride e sparisce in cucina, sicuramente Pablo ha qualche seduta in questo momento.
Domani incomincerò la scuola e ho paura, molta paura non so più farmi delle amiche o stare in mezzo alle persone.
Salgo le scale portando su la valigia ed entro nella stanza.
È pitturata su una parete di un viola chiaro e le altre tre sono bianche. Un letto di una piazza e mezzo a lato con un comodino a lato e un armadio rosa chiaro difronte al letto con una porta per il bagno a pochi metri di distanza. È fantastica come stanza sembra che mi conoscano da una vita.
Metto la sua foto sul comodino, mi giro dalla sua parte e lo guardo lasciando che le lacrime mi rigano il viso. "Non sai quanto mi manchi "e mi addormento lasciandomi alle braccia di Morfeo che accoglie un'anima sperduta come me.

La mattina seguente mi sveglio grazie alla voce di Angie che mi dice che la torta e pronta e subito mi alzo andando prima in bagno per farmi un bagno caldo veloce per poi mettermi un paio di leggins neri, una canotta bianca sotto e una camicia a quadri rossa e grigia sopra e per finire una sciarpa sempre grigia .

Ai piedi dei stivali neri con alcuni laccetti, la borsa dell'Eastpack e così sono pronta scendere.
Entro in cucina e vedo Pablo che circonda con le braccia la vita di Angie mentre lei canta una bellissima melodia resa meravigliosa dalla sua voce. Alla vista di questa scena, il mio sorriso si allarga e quando mi notano si girano guardandomi come per scusarsi, ma io li precedo subito parlando "Se il buongiorno si vede dal mattino, credo proprio che sarà una bella giornata "e ci credo perché erano mesi o anni che non mi svegliavo col sorriso. Mi guardano sorridendo e mi allungano una fetta di torta al cioccolato "Tieni piccola". Addento la mia torta gustandomela e credo che questo momento non me lo potrebbe rovinare nessuno ... fin quando sento la porta di ingresso sbattere ed entrare un ragazzo alto più di me con un ciuffo biondo all'insù che mi guarda attentamente così da poter notare il colore dei suoi occhi: verde smeraldo.
"Oh, e cosi tu saresti il nuovo acquisto della settimana dei miei" dice con tono offensivo e subito Pablo risponde "Ti sembra una cosa da dire alla nostra ospite Leon? E ti sembra normale che tu te ne stia fuori tutta la notte chissà dove senza dirci nulla e tornare cosi? ", il ragazzo che a quanto pare abbia il nome di Leon risponde immediatamente a tono "Ho quasi 18 anni e faccio quel cazzo che mi pare, e poi non sono io quello che porta sconosciute in casa". Pablo freme dalla rabbia e subito quella bellissima aria di amore che si era creata stamattina si rompe "Non parlarmi cosi chiaro? E poi lei non e una sconosciuta, e mia paziente da tre anni e devi portarle rispetto ", Leon sposta lo sguardo su di me e sulla fetta di torta che stavo mangiando per poi ritornare con lo sguardo su suo padre e replicare "E la tua paziente deve mangiarsi la mia torta? E poi ha 17 anni che ci va a fare da uno psicologo, ti è morto il gatto?"

Il mio cuore perde attimi e i miei occhi cominciano a inumidirsi, non voglio piangere, non devo piangere, non qui non davanti a un'imbecille che non sa cosa vuol dire rivivere ogni notte il momento peggiore della propria vita. Mi alzo dalla sedia e corro fuori con la cartella e incomincio a camminare con l'aria che ravviva l'anima. Pochi minuti dopo sento il motore di un auto vicino a me e mi giro di scatto trovando l'imbecille dagli occhi verdi davanti a me che sbuffa.
"Sali in macchina, vieni nella mia stessa scuola e non ci arriverai mai di qua" non so se ho ascoltato l'intera frase, il mio cervello si è bloccato appena ha detto *Sali in macchina * e io non intendo neanche se obbligata a salirci, non ci vado da tre anni e non intendo incominciare ora. "Non vengo in macchina", mi guarda sbalordito e mi dice "Che vuol dire non vieni in macchina? Ci sono ragazze che pagherebbero per arrivare in macchina a scuola con me e tu dici che non vuoi salire? sei proprio strana "
Ma poi sarei io quella strana, uno che ti dice e l'unica cosa che dovrei pensare quale? Cosi[zi1] decido di stare al suo gioco rispondendo sarcasticamente "oh mamma mia, Leon Galindo mi ha chiesto di andare in macchina con lui? Prendetemi sto svenendo ". "Molto, ma molto divertente. Allora come facciamo? "
"Facciamo che mi accompagni, ma a piedi. "Dico decisa e lui scoppia a ridere per poi sbuffare. "Non riuscirò mai a farti cambiare idea, vero? "Mi dice esasperato e rispondo subito con un sorriso trionfante "Ci stiamo iniziando a capire", sbuffa di nuovo e mi si avvicina per iniziare a camminare "Sappi che lo faccio solo perché mi hanno obbligato", "immaginavo mister-tutti-vogliono-arrivare-a-scuola-con-me"
Sbuffa e alza gli occhi al cielo di nuovo e devo dire che e carino quando lo fa. "Ehm, a proposito scusa per come ti ho trattato prima, di solito non sono cosi è che con mio padre non riesco a contenermi "
Questa frase mi lascia spiazzata, non immaginavo lo avrebbe mai detto, ma gli rivolgo un sorriso e rispondo "Cominciamo da capo? "Lui si volta verso di me e mi fissa con quegli occhi verdi che mi spaventano è non per la loro bellezza, ma perché ho paura che possa scavarmi dentro. "Piacere Leon" e mi allunga la mano cosi da farmi sorridere e "Piacere Violetta".
Le nostre mani si toccano e sento un formicolo passarmi per tutto il corpo come una scarica elettrica.
Ci guardiamo negli occhi e continuiamo la strada fino ad arrivare a scuola.
Davanti a me si impone una struttura immensa, persone ovunque ed io mi sento cosi sbagliata.
Vedo Leon essere assalito da una biondina "Leooonnnn" , "Hey biondina, guarita?" "come una rosa " si gira verso di me e mi sorride " piacere Ludmilla " continua a sorridere e mi presento "Piacere Violetta"

Ho bisogno di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora