Capitolo 17

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Mi risveglio nel giaciglio con il viso bagnato di lacrime. Mi guardo intorno cercano Alex con lo sguardo, ma capisco fin da subito di non essere in camera mia, ma di essere in quella tenda della miseria.

Chissá che fine ha fatto il ragazzo che ho salvato ieri e dove ha dormito visto che gli hi fregato il giaciglio. La ferita pizzica lievemente e mi fa giá iniziare male la giornata. Qualcuno entra nella tenda.

«Ben sveglia» ah ecco lo sfregiato «ha dormito bene l'ospite? Dai su alzati ti ho portato da mangiare» ci manca solo che dica "servizio in camera".

Mi porge una tazza di té e si siede accando a dove sono sdraiata mettendosi poi una fetta di pane col miele tra i denti...menomale che la colazione era per me. Mi sollevo lentamente sui gomiti e bevo gustandomi quel té buono quasi quanto lo faceva il vecchio preside, eh sí lui sapeva fare il té meglio di chiunque altro, infatti quello che ci davano ultimamente sembrava acqua colorata. Mi passa una fetta di pane con la marmellata che finisce nel mio stomaco abbastanza in fretta.

«Riprenditi che non appena sarai in forma andremo al Palazzo del Drago e lí incontrerai il Sommo Drago»

«Se qualche deficente non mi avesse ferito non avrei di questi problemi»

«Ohh quanto mi dispiace» risponde ironico, giuro che se é stato lui lo strozzo con la sua frusta. Finisco di mangiare e aspetto che se ne vada, ma la mia speranza si infrange in quanto rimane a guardarmi

«Beh che aspetti ad andartene?»

«Non sei proprio nella condizione di dare ordini, lo sai vero?» mi dice come se parlasse a una bambina di due anni che fa i capricci. Genio nel caso non te ne fossi accorto di anni ne ho diciassette. Con gli insulti mi ingoio anche un altro pezzo di pane e comincio a vagare con la testa sotto il suo sguardo. Sospiro. Il tizio apre la bocca e poi la richiude dopo un ripensamento

«Sono Orochi*» lo osservo, sta davvero tentando di fare una conversazione pacifica? Mi porge la mano con la testa di drago tatuata sul dorso, lo faccio rimanere per un po' con la mano a mezz'aria poi gliel'afferro e entrambi ci stringiamo la mano a vicenda abbastanza forte.

«Io sono Linn»

«Lo so» lo so che lo sai pezzo di idiota, ma sto cercando di fare una conversazione pacifica pure io

«Arma?» rido, se solo potesse sapere che noi non possiamo né avere armi né tantomeno usarle fino alla nostra prima missione, che di solito ci affidano verso i diciotto anni. L'unica cosa era che bastava solamente conoscere qualcuno che potesse procurartele anche solo per allenarti e nessuno ti diceva niente, eheh e io conoscevo Alex e lui aveva ogni tipo di arma. Lo guardo per rispondere e sta sorridendo, mi chiedo perché.

«Allora?» mi tornano alla mente tutti gli allenamenti avuti con Alex che mi ha insegnato a usare qualsiasi tipo di arma che riusciva a procurarsi: bow, bokken, pugnali sai, tessen, tanto, kakute, hanbo, neko-te, shuriken, bastoni bo. Bhe pensate a un'arma e io molto probabilmente l'ho usata, escluse le armi da fuoco se escludiamo quel piccolissimo e insignificante incidente di quando ho sparato a un tizio da piccola...ma dettagli.

«Di tutto» mi guarda non proprio stupito, ma nemmeno impassibile

«Immaginavo» fa una pausa e si guarda intorno «la tua ferita dovrebbe essere migliorata notevolmente. I vostri medici sono degli incapaci, ma i nostri no» controllo la ferita ed effettivamente ha ragione, la ferita si sta rimarginando e non sanguina piú mentre quella alla coscia sta giá cominciando a cicatrizzarsi.

«Ma che ci mettete nelle bende» sorride

«Segreto e poi ci servivi in fretta in forze, se aspettavamo che le vostre cure avessero effetto tra tre settimane eravamo ancora qui»

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