Capitolo 18

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«É ora di azionare la modalitá ninja serio e di tornare a casa» sussurro a me stessá alzandomi dal letto su cui mi sono gettata dopo aver sfogato la mia rabbia su Orochi. Sorrido. Ebbene vogliono la guerra? E allora l'avranno! Mi lego i capelli e mi porto una mano al petto, mi spiace sensei, ma tutto ha un limite. Giro il simbolo della scuola e lo premo: la tuta diventa nera, mi tiro fin sopra al naso il colletto e allaccio la sorta di cappuccio in modo che solo gli occhi mi rimangano scoperti. Mi avvicino allo specchio e mi guardo. Questo non é un addestramento, questa é roba seria, se fallisco non saró punita rischieró la morte. Ghigno soddisfatta anche se posso solo vedete quella fredda e pura determinazione che illumina il mio sguardo. Scapperó da qui! Poggio un cuscino sotto lo specchio e lo guardo integro per l'ultima volta per poi romperlo con un pugno...sette anni di sfiga che vuoi che siano. Raccolgo i frammenti piú grossi e ne uso uno per rompere i lacci che tengono legati insieme i pezzi di bambú che formano la sedia. Lentamente rompo tutti i laccetti che tenevano piegata un' asta lungo il bordo dello schienale. L'asta salta e l'afferro al volo per poi poggiarla sul letto. Tiro via le lenzuola dal letto e comincio a tagliarle a strisce che poi useró come sacchetti o come lacci. É la volta delle tende, stacco i lacci e li butto sul letto insieme a tutto il resto. Armi fai da te! Ragiono poco al resto tanto solo concentrata a farmi l'arsenale. Osservo ancora un attimo la sedia e decido di non averla massacrata abbastanza e ne stacco un altro pezzo che forse riusciró a usare come cerbottana o simili. Lentamente faccio scorrere la porta che divide la mia stanza-prigione dalla stanza di Orochi. Guardo in giro e noto con piacere che lui non c'é e se ci dovesse essere il serpente prima gli spacco la sua testolina con il bastone poi lo scuoio, ma il rettile cosí come il suo padrone non si fa vedere. Non c'é nemmeno un'arma in questa cavolo di stanza, ma dove le tiene? Entro nel bagno e per poco non mi ammazzo scivolando su una pozzanghera...caspita quanto é ordinato! Mi porto via del borotalco, eeeh giá mi servirá pure questo. Esco stando attenta a dove metto i piedi e apro le ante del suo armadio per poi prendergli uno dei mantelli neri bordati di rosso e me lo metto in spalla. Vediamo se questo idiota ha altro di utile. Gli metto a soqquadro la stanza, ma non trovo nient'altro di interessante se non dei chiodi che poi per che cavolo gli servono i chiodi se non sa nemmeno asciugare l'acqua per terra? Meno domande e piú azione ragazza. Rientro nella mia stanza e inizio a fare dei sacchetti con le strisce piú spesse del lenzuolo che ho strappato: alcuni li riempio con i frammenti piú piccoli dello specchio rotto, altri con i chiodi e altri con il talco. Speriamo che reggano e che non si aprano mentre non mi servono, taglio a metá il lato lungo della federa del cuscino e ci metto un po' del contenuto del cuscino e delicatamente ci mettoi sacchetti poi la chiudo stretta con un laccio e l'appendo in vita. Poi prendo i frammenti piú grandi dello specchio e li metto nell'altra metá di federa facendo la stessa cosa che avevo fatto con la prima. Infine indosso il mantello e mi lego il bastone sulla schiena. Bhe considerando che sono armi fatte in casa non sono male, prendo le strisce avanzate e lego anche quelle alla cintura e siamo pronti. Mi guardo intorno e osservo la stanza..bene bene parete, parete e trave. Mh si potrei farcela, speriamo bene. Corro verso la parete che mi sta di fronte e salto spingendo le gambe sulla parete e raggiungendo quella adiacente che mi fa da trampolino per la trave, mi aggrappo e mi lascio andare a un sospiro di sollievo: ce l'ho fatta. Ora devo solo salire, mi dondolo con le gambe e riesco ad appendermi stile pipistrello, ho rischiato grosso, ma sono ancora viva. Mi tiro sulla trave, mi ci siedo sopra e poi salto su quella successiva e cosí via fino ad arrivare su quella che é sopra la porta. Ora devo solo fare piú rumore di quanto non ne abbia giá fatto e vediamo se qualcuno é cosí gentile da aprirmi la porta. Mi limito a far cadare il lampadario e poco dopo qualcuno apre la porta e rimane sconvolto da quello che trova. Mi lascio cadere dietro di lui e prima che riesca a gridare o altro gli passo un braccio intorno al collo e gli copro la bocca

«Ringrazia Orochi per questo trattamento» indecisa sa lasciarlo in vita o meno decido freddamente che non ho tempo da perdere per legarlo «oh giá, non credo che ne sarai ancora in grado dopo» impassibile gli spezzo l'osso del collo girandogli la testa di lato. Chiudo gli occhi al suono secco delle ossa che si spezzano, un po' mi spiace, ma o io o te...lascio cadere il corpo a terra e prima di andarmene gli prendo le armi che portava, esco dalla stanza con il mantello nero indosso e mi chiudo la porta alle spalle. Nessuno ha visto niente e nessuno fa caso a me mentre cammino per i corridoi.

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