Capitolo 7

453 18 0
                                    

Io e Michael ci addormentiamo vicini sul divanetto e, mentre scivolo nel sonno, mi metto a pensare che infondo mi sto affezionando a quest'animale che divide con me il poco spazio sul divanetto. Lentamente le palpebre scivolano sugli occhi e entro nel mondo onirico.

«Mamma?»  poi riconosco la figura che mi cammina davanti «Mamma! Sono io, non mi riconosci? Aspettami!»

Ma la figura femminile mi ignora non voltandosi e continuando a camminare lentamente in una lunga serie di bui corridoi. La seguo quasi correndo perchè, nonostante il suo lento incedere, non riesco a starle dietro. I corridoi finiscono e ci sbuchiamo nel grande atrio di questa scuola. Non vedo nessun volto, solo ombre, fantasmi che si muovono silenziosi passandomi accanto e gelandomi il sangue nelle vene. Mi guardo intorno cercando con lo sguardo qualcosa che non sia una figura eterea. Il mio sguardo viene calamitato da due bambini che giocano felici, decido di seguirli non appena mi invitano a giocare con loro. Mi guardo in uno specchio: non sono piú io, la sfortunata ragazza quattordicenne, ma sono tornata anche io bambina. Un nodo di malinconia mi stringe la gola. Li seguo giocando fino in una stanza con un'enorme stendardo variopinto che rappresenta un drago bianco e nero intessuto tra fili dorati e rossi come il sangue. Ci sediamo per terra  continuando a giocare con i due bambini. Improvvisamente il bambino dai capelli rossicci inizia a crescere. Diventato grande cerca di ucciderci assieme ad un uomo che esce dallo stendardo: era una delle piccole figure armate cucite sotto al grande drago. Lancia la sua arma contro di me e vengo colpita allo stomaco, con le mie mani da bambina, che confrontate con la ferita sembrano minuscole, cerco di fermare l'emorragia mentre sento il sangue defluire lentamente. L'ultima cosa che vedo prima di svenire é il volto pallodo di mia madre che mi sorride, sorrido anche io: sto arrivando mamma.

Mi sveglio di sprassalto guardandomi intorno. Sto sudando e ,fortunatamente, non credo di aver urlato.
Sento la presenza quasi rassicurante di un braccio sul mio fianco e sorrido lievemente pensando sia di Michael: d'altronde ci siamo addormentati vicini.
L'odore acre e muschiato del sudore e quello piú forte della menta del profumo mi solleticano le narici mentre un respiro caldo sul collo mi intenerisce, spingendomi a voltare la testa verso il ragazzo. Vedo Alex abbracciato a me, dorme con la bocca aperta, é cosí buffo. Ci impiego un attimo per elaborare il volto del ragazzo confrontandolo in un archivio mentale e riconoscendo che quel ragazzo non è per nulla Michael, ma Alex. Alex accidenti!

Cerco di divincolarmi dall'abbraccio per poter tornare dai miei compagni: come diamine ci sono finita qui?!
La sua presa intorno al mio fianco si fa piú forte ad ogni mio movimento come la presa di un boa intorno alla sua vittima.
Mi sussurra soffiandomi sull'orecchio parole che dovrebbero rassicurarmi

«Stai calma, non ti faccio nulla.»

Smetto di divincolarmi inutilmente, infondo ha ragione, avrebbe potuto farmi qualsiasi cosa mentre ero in preda degli incubi, eppure non ne ha approfittato se non usarmi come peluche. Mi stringe a sé e i nostri corpi aderiscono l'uno all'altro. Un brivido percorre la mia schiena e arrossisco, menomale che é buio e non puó vedermi. Chissá come stanno gli altri, spero che nessuno della Yin abbia approfittato del loro sonno per tendere loro un agguato. Mentre ragiono su come possano stare tutti il contatto con il fodero freddo del pugnale che tiene alla cintura mi irrigidisce. Questo non era previsto cavolo.

Yin e YangDove le storie prendono vita. Scoprilo ora