Capitolo 16

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Mi risveglio nella mia camera, Alex, accanto a me, dorme con la bocca aperta. Mi giro verso di lui, ma un dolore lancinante mi costringe a rigirarmi. Si sveglia e mi guarda

«Buon giorno piccola»

«Sai che sei bellissimo quando dormi con la bocca aperta» sorridiamo entrambi, ma poi si fa serio

«Da ieri il Dragon Nero ci attacca ininterrottamente, le squadre di ricognizione hanno sempre piú problemi ad andare da una parte all'altra e i feriti aumentano. Per questo ti hanno fatto portare in camera tua, l'infermeria é stracolma...»

«Fammi alzare voglio dare una mano»

«Tu non ti muovi da dove sei» faccio per alzarmi, ma il dolore riprende a farsi sentire « Sei la paziente piú disubbidiente a cui io abbia mai fatto da infermiere»

lo guardo storto e mi risdraio maledicendo l'arciere che mi ha colpito. Alex si alza, prende una cosa da sotto il suo cuscino e ritorna vicino a me

«Spero ti piaccia» mi dondola davantu agli occhi una collana semplice: un filo rosso con un anello intagliato

«É bellissimo» mi allaccia al collo il suo piccolo dono e mi bacia dolcemente la fronte.

«Riposati»

«Ho dormito abbastanza, il materasso avrá preso la mia forma, voglio alzarmi» lo guardo con la faccina piú tenera che io possa fare, ma lui mi guarda e mi fa segno di stare sdraiata, che noia...Per passare il tempo inizio a leggere, ma anche il libro mi annoia...non sono proprio il genere di persona che riesce a stare a lungo senza far nulla. Alex é uscito a dare una mano, mi sento completamente inutile e la noia comincia a farmi pensare. Sento la mancanza di quella pazza di Wendy, due lacrime solitarie scendono lungo le mie guancie, rigandole. Chissá come sta, altre lacrime accompagnano le prime due. Tutto questo tempo libero nuoce gravemente alle mura che avevo eretto attorno ad alcuni pensieri, prima evitavo di pensarci troppo, mi tenevo sempre occupata e ora, peró, la mia mente viaggia troppo. Il Drago Nero mi ha proprio distrutto. Cerco di alzarmi, ma il dolore mi costringe nuovamente a ricadere sdraiata sul letto. Mi arrendo a questa diavolo di ferita, per ora...

É oramai sera quando Alex rientra nella camera con i capelli ramati appiccicati al volto e la tuta sporca di sangue.

Vorrei alzarmi, andargli incorntro, baciarlo, chiedergli come sta, che é successo e se il sangue é suo, ma tutto quello che posso fare é salutarlo dal mio letto cercando di sembrare il meno frustrata possibile. Si avvicina a me, provato, mi bacia e si va a lavare. Perché non posso alzarmi da questo stramaledettissimo letto. Mordo nervosa l'interno del labbro inferiore facendomelo sanguinare. Alex esce dal bagno e mi si avvicina con i capelli ancora bagnati e il viso stanco. Mi bacia di nuovo, intensamente, come a rassicurarmi, a dirmi che anche se non posso mostrargli a pieno tutto il mio affetto non smetterá di provare qualcosa per me. Mi si sdraia accanto e si addormenta subito, veglio su di lui priva di sonno. Sto per addormentarmi pure io quando qualcosa rompe il vetro della finestra. Schegge di vetro volano in aria e un rampino si aggancia al davanzale. Alex apre un occhio e prende il pugnale che tiene accanto a sé, rimaniamo immobili. Qualcuno entra dalla finestra e si avvicina al letto, qualcosa brilla nel buio e quel qualcosa non é per nulla rassicurante. L'intruso si avvicina al letto e nel buio la lama brilla alla luce della luna. Alex si alza di scatto e salta addosso all'intruso, nell'impatto il suo pugnale finisce sotto al letto e l'intruso ne approfitta per ferirlo. Lo colpisce due volte, ma nulla di grave. Le due ombre combattonp sotto i riflettori della luna. Alex inchioda l'altra ombra al muro e, una volta afferrata la mano armata, comincia a sbatterla con violenza contro il muro fino a quando quello lascia cadere l'arma. La mano libera dell'intruso cerca di spostare quella di Alex dal suo collo, ma capendo che non é molto utile inizia a colpire il fianco ferito di Alex fino a quando questo lascia la presa e indietreggia affannato. Nel frattempo l'intruso recupera il suo pugnale da terra e si avventa su Alex ferendolo ripetutamente, mi tiro a sedere e, ignorando il dolore, distraggo l'intruso lanciandogli contro l'unica cosa che ho a portata di mano....il cuscino. Lo so non é un granché ma basta per distrarlo e fargli perdere l'arma. Alex ne approfitta per raccoglierla e affondargliela nel petto fino all'impugnatura. L'intruso sbarra gli occhi per lo stupore  e cerca di estrarre la lama dal petto quando crolla su sé stesso. Alex si alza e controlla che il ninjia sia morto, poi recupera il suo pugnale e corre a dare l'allarme. Mi risdraio dolorante quando l'ombra si rialza e si avvicina lentamente al letto, siringa in pugno, cerco di spostarmi, ma, per quanto questo sia piú di lá che di qua, mi raggiunge e mi inietta il contenuto della siringa nel corpo. Sono paralizzata, ma perfettamente lucida. Alex, Michael dove siete..L'intruso, dopo lo sforzo di arrivare al letto, muore crollando su di me. Qualcun'altro entra dalla finestra e getta il cadavere nell'angolo della stanza, poi col sangue del compagno dipinge dei simboli sul muro della stanza. Mi prende come un sacco di patate e ridiscende il muro della struttura. Il ragazzo si addentra nel bosco e sbatto contro un paio di rami, ma vuole stare attento? Non pretendo tanto, ma almeno evitare un paio di alberi in piú e la sua spalla è proprio sulla mia fottuttissima ferita.

Qualcosa mi dice che l'allarme non é stato dato proprio bene...

Finalmente vengo posata a terra

«Buona sera»

Genio non posso rispondete un deficiente mi ha paralizzato

«Avete dato la dose giusta?»

«Non lo so capo, Shinin era morto quando sono arrivato» una sberla fa piegare di lato il ragazzo che ha appena parlato

«Che branco di idioti, sai che dovrei punirti. Poi porteremo lei dal capitano»

Si avvicina e due occhi di ghiaccio spuntano da sotto il cappuccio nero

«Sera» si inumidisce le labbra passandosi lentamente la punta della lingua su queste, mi osserva e si accorge che sono sofferente

«Idiota era ferita!» Abbassa il cappuccio innervosito e si fa portare una frusta

«Portatemelo qui! Ora!» Ha una voce autoritaria e i lineamenti affilati sono segnati dal segno di una vecchia bruciatura che non é nascosta dai capelli biondi. Il ragazzo che mi ha portato sulle spalle fino a pochi momenti prima viene trascinato di peso davanti allo sfregiato. Viene gettato in terra e fatto inginocchiare dando la schiena al ragazzo con la frusta che viene fatta schioccare contro il suolo producendo un suono raccapricciante, con la lama di un coltello la giacca viene rotta in due parti sulla schiena ferendo leggemente quest'ultima. Lo sfregiato brandisce in aria la frusta pronto ad abbatterla sulla schiena del compagno

«Fermo» le mie parole stupiscono anche me, tutti si voltano a guardarmi. Riesco a tirarmi faticosamente su sui gomiti

«Non fargli del male»

«Deve essere punito»

«Punisci me» lo fisso scioccata da quello che dico

«Ti ha rapito e ti prendi le sue colpe» ride portandosi una mano tra i capelli «sei una pazza»

«Esatto io e la follia siamo compagne di viaggio»

ride, ha una bella risata non come i cattivi nei film che quando ridono ti si accappona la pelle, non dico nemmeno che sembrino tanti campanelli d'argento che suonano, ma almeno non ha la risata da maniaco psicopatico

«Mi stai simpatica, per oggi non puniró nessuno» si volta verso il graziato «E tu ringrazia questa folle» se ne va sparendo nell'ombra, non credo che vada lontano qui é il loro accampamento. Il ragazzo, ancora scioccato, mi si avvicina con la giacca distrutta e mi aiuta a rialzarmi. Sta tremando e camminando faticosamente arriviamo a una tenda, entriamo e mi fa stendere sul suo giaciglio

«Grazie tante, emh puoi solo non guardarmi un attimo»

mi volto cercando di ignorare il dolore

«Ora puoi metterti comoda» si é cambiato e cerca di non sembrare scosso «posso vedere la ferita?»

Alzo la maglia quel tanto che serve per fargli vedere in che condizione é il mio fianco

«Spero che te non sia l'arciere o mi pento di averti salvsto» sorride in modo forzato e gesticola

«N-no non sono un arciere»

«Meglio per te» non posso fare a meno di sorridergli, mi cambia la fasciatura ed esce dalla tenda. La tensione e lo stress si fanno sentire,  inizio  piangere e mi porto una mano alla collana

«Alex» inizio a singhiozzare e mi porto le mani al volto cercando di attutire i singhiozzi. Cosí mi addormento sfinita nel corpo e nel cuore.

Spazio autrice

Finalmente ci siamo, perdonate il ritardo. Spero che il capitolo vi piaccia.

Ciao a tutti

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