Capitolo 10

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Mi sveglio di soprassalto in un bagno di sudore, dopo l'ennesimo incubo di questa notte. Non so cosa mi stia accadendo, non mi è mai successo prima di fare continui sogni orribili in una sola nottata. Sento una strana sensazione crescermi nel petto, come se qualcosa mi opprimesse. Le mani sudano e il mio cuore inizia a battere troppo velocemente rispetto alla normalità. L'unica cosa che riesco a fare è comporre il numero di Stefano, che dopo qualche squillo mi risponde con una voce impastata dal sonno.

S: Oi Meg, che succede?

M:Io...non...lo so. Sento un...oppressione al...petto

S: Meg, ma hai un attacco di panico?

M: Non lo so...aiutami

S:Bevi dell'acqua e respira. Arrivo immediatamente

Faccio come mi ha detto, tenendomi una mano al petto, cercando di respirare. Più mi domando perché mi stia succedendo questo, più non ne capisco il motivo e questo mi manda ancora più in crisi. Mi siedo sul divano per provare a prendere fiato. Una cosa del genere non mi era mai successa prima, sono sempre stata una ragazza che non si fa prendere dal panico ma affronta le situazioni di petto, senza lasciarsi sopraffare dalle emozioni. Eppure stavolta non è stato così, anche se ciò che non capisco è quale sia la causa di tutto quello che mi sta succedendo. Mi sento debole e stupida, perché non riesco a controllarmi, non riesco a tornare lucida e pensare razionalmente. Faccio respiri profondi, pregando che Stefano arrivi al più presto. Odio chiedere aiuto, sono sempre stata capace di aiutarmi da sola. Chiedere una mano a qualcun altro mi fa sentire come se non fossi in grado di risolvere le situazioni autonomamente e non sopporto sentirmi non adatta a qualcosa. Quando chiedi aiuto è come se stessi dando un po' del peso dei tuoi problemi all'altra persona, e io non voglio essere un problema per gli altri, non voglio che loro debbano portare la gravità delle mie difficoltà. All'improvviso sento qualcuno bussare alla porta e mi precipito ad aprire. È Steve, finalmente è arrivato. Lo guardo con occhi spalancati, incapace di capire che cosa debba fare. Lui mi prende tra le sue braccia stringendomi a sé, mentre mi accarezza la schiena e mi sussurra di stare tranquilla. Senza lasciarmi, con un piede chiude la porta e prendendomi in braccio mi conduce al mio letto adagiandomi su di esso, per poi stendersi vicino a me. Mi accoccolo sul suo petto, mentre le sue braccia non smettono neanche per un secondo di stringermi, facendomi sentire al sicuro. Dopo alcuni minuti, il mio respiro torna ad essere regolare ma continuiamo a non parlare, ascoltando solo il silenzio che riempie la stanza.

«Come ti senti ora?» chiede all'improvviso e sento che i suoi occhi stanno cercando i miei.

«Meglio grazie» rispondo evitando però di guardarlo. Non so come faccia, ma riesce sempre a capirmi anche quando non parlo.

«Mi vuoi dire che è successo? Meg, tu non sei solita ad avere attacchi di panico. Non ti sono mai venuti, e posso dirlo dato che ti conosco da una vita».

«Lo so, Steve. Anch'io sono incredula per questa cosa, e davvero, non so cosa possa averlo scaturito. Ho fatto incubi per tutta la notte» ammetto, perché tanto so che alla fine riuscirebbe ad estrapolare quello che vuole sapere, in fin dei conti studia psicologia.

«Cos'hai sognato?» domanda.

«Erano vari incubi separati tra loro, ma che alla fine erano collegati. C'erano queste figure nere che sembravano tipo delle ombre di qualcuno. Urlavano, si lamentavano e il modo in cui lo facevano metteva i brividi. Potevi sentire il dolore che stavano provando, un po' lo sentivo anch'io. Poi, si accorsero di me. Iniziarono a venirmi contro e io non potevo fare altro che indietreggiare. Sussurravano parole, quasi incomprensibili, non udibili ad essere umano. Ma io riuscivo a sentirle, perché erano dentro la mia testa. Le voci dicevano che era colpa mia, che lo è sempre stata. Più scappavo più le voci nella mia testa si facevano forti. Finché non sono caduta sulle ginocchia tenendomi il capo tra le mani perché facevano male, fino a quando non mi sono risvegliata e poi ti ho chiamato».

Come un'illusioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora