-𝑵𝒐𝒏 𝒇𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒕𝒆- pt 1

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Diana arrivò a casa correndo, aveva il gran bisogno di parlare con Sabrina di tutto quello che stava succedendo.

Sentiva un tremolio lungo tutta la gola, respirava affannosamente dalla corsa, una volta arrivata a casa prese velocemente le chiavi e aprì la porta.

«Eccomi!» disse chiudendo la porta dietro di lei, non c'era nessuno a casa, arrivata in cucina vide un bigliettino attaccato con una calamita sul frigo "sono andata a fare la spesa, papà tornerà a casa tra due giorni", gli occhi della ragazza si spalancarono, era il giorno più bello della sua vita

Suo padre lavorava a bordo di navi da crociera come cameriere, anche cuoco qualche volta, non lo vedeva da un mese.

Corse in camera sua e prese il suo cellulare per chiamare la sua migliore amica.

Tenne la sua mano poggiata sul petto cercando di prendere fiato

«Sabrina...cavolo questo è il giorno più bello di sempre!»

«Finalmente non ne potevo più delle tue lamentele, dimmi su!»

«Primo: mio padre torna tra due giorni»

«Ma è stupendo!»

«LO SO! E secondo...ho conosciuto un ragazzo»

Sabrina rimase in silenzio poi parlò «Cosa?» disse incredula

«È il figlio della signora Turner la professoressa di tedesco, credimi è un amore» disse arrotolando un ciuffo dei suoi capelli attorno al suo indice.

«Su dai come si chiama!»

«Alex...ed è stupendo voglio dire...è il massimo ha una voce meravigliosa» si sistemò sul letto stendendosi con la testa penzolante sulla soglia del letto «Oggi mi ha parlata per la prima volta e mi ha offerto una bevanda strana...margherita? Non ricordo»

«Margarita?! Tesoro quello è alcolico!» iniziò a ridere come una dannata

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«Margarita?! Tesoro quello è alcolico!» iniziò a ridere come una dannata

«Cosa c'è da ridere è stato carino, poi l'ho sentito suonare, cazzo Sabrina avevo le farfalle allo stomaco volevo saltargli addosso»

«Diana ti ricordo che ti comportavi così anche con gli altri...stai attenta»

«Cosa vuoi dire?» chiese smettendo di ridere

«Voglio dire...alcuni maschi fanno schifo fossi in te non gli darei tanta corda» Diana era molto confusa da quell'affermazione

«Al contrario Alex sembra molto maturo...»abbassò il capo «Ah, e...molto probabilmente è...fidanzato»

«Ancora peggio! Diana scordatelo non fa per te, anzi sai cosa facciamo? Stasera convinco tua madre a venire con me» Diana percepì il suo ghigno

«Cos'hai in mente?» chiese alzandosi dal letto

«Alle sette ti vengo a prendere, ho la macchina, viene anche Moira, tua madre non mi dirà di no lei mi ama!» Diana rise con lei

«Ne avrei proprio bisogno...grazie Sabry» disse sorridendo

«È il minimo che potessi fare! Ci vediamo stasera!»

Attaccarono e Diana iniziò ad organizzarsi, scelse cosa mettersi e che scarpe indossare, ma lei non voleva dimenticare Alex, sembrava diverso dagli altri, in realtà pensava così con qualsiasi ragazzo lei fosse stata assieme.

Attaccarono e Diana iniziò ad organizzarsi, scelse cosa mettersi e che scarpe indossare, ma lei non voleva dimenticare Alex, sembrava diverso dagli altri, in realtà pensava così con qualsiasi ragazzo lei fosse stata assieme

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Erano quasi le sette, e Sandy non era a conoscenza dell'uscita, almeno non ancora.

L'ansia si faceva sentire, Diana aveva appena fatto una doccia fresca e corse in camera a prepararsi.
Indossò un lupetto bianco a collo alto, una gonna nera e un paio di stivali, anche essi neri e alti fino alle ginocchia, quella sera faceva leggermente freddo ma non volle indossare giacchette o cose varie.

Bussò il campanello, Diana tremava, voleva assolutamente andare a quella festa, sentì Sabrina parlare con la madre ma non capiva bene quello che stavano dicendo

«Diana! Su sbrigati o farete tardi!» Lei corse verso la porta di casa sua

«Ciao mamma!» le stampò un bacio sulla guancia sporcandola di rossetto, era sbalordita dal fatto che la madre avesse accettato la richiesta, entrate in macchina iniziarono a festeggiare

«Sabrina ma come hai fatto?» chiese la ragazza alla bionda

«Ho detto a tua madre che venivi ad una festa di famiglia...tutto molto semplice»

«E se mia madre chiama i tuoi per sapere che fine ho fatto?» chiese Diana in panico

«Tranquilla le ho detto che restavi a casa mia»

«Ma non ho portato nulla!» disse sistemandosi i capelli

-Diana rilassati andrà tutto bene, fai una cosa passami la birra sta sul sedile posteriore» l'amica le accarezzò la gamba e Diana si tranquillizzò dopo pochi secondi.

«A proposito dove andiamo?» Diana iniziò a riempire di domande le ragazze

«Johanna Bennet da una festa a casa sua» disse annoiata Moira che stava seduta sul sedile posteriore.

«Johanna è una mia amica, l'ho conosciuta in un piccolo locale dove il suo ragazzo suonava in una band delle scimmie...» aggiunse Moira sorseggiando la lattina di birra, Diana in quel momento riuscì a incastrare tutti i pezzi del puzzle, e la voglia di andare alla festa diminuiva sempre di più.

𝐅𝐋𝐔𝐎𝐑𝐄𝐒𝐂𝐄𝐍𝐓 𝐀𝐃𝐎𝐋𝐄𝐒𝐂𝐄𝐍𝐓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora