La prima crepa

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- Mi piaci, Clà.

Confessò a bruciapelo, lasciando che le parole si persero nell'aria. Se lui le avesse colte, bene, altrimenti se ne sarebbe infischiata.

Lei l'aveva detto, si era tolta il peso, aveva la coscienza a posto.

Non si fermerà. Lo conosco, è orgoglioso, e quando s'incazza, apriti cielo.

E invece lui si fermò, dandole le spalle un paio di secondi senza dire nulla per poi voltandosi con fare interrogativo.

- Che hai detto? - domandò.

Lei scosse il capo, indietreggiando impaurita quando si rese conto che si stava avvicinando, affrettandosi a rispondere con voce strozzata- Niente!

Si voltò per rifugiarsi nel portone, ma lui l'afferrò al volo per una spalla.

- Eh no, adesso ripeti quello che hai detto. Ho sentito bene?

La donna non rispose, il volto di lato, gli occhi e la bocca serrati mentre lui le tratteneva entrambi i polsi, il viso troppo vicino per lei, che sentiva le guance andare a fuoco dalla vergogna.

- Rispondi! Ho sentito bene?

Ivy strinse ancora di più le palpebre, per poi fare cenno affermativo col viso al fine di toglierselo di torno il prima possibile.

Claudio la lasciò andare, incredulo. Si passò una mano fra i capelli, il viso stupito, di una persona che non riusciva a realizzare la situazione.

- Ma... ma te sei innamorata di Sami.

- Sì. Credo. Non lo so, io... non so che dirti.

L'uomo la guardò in modo così insistente che lei alla fine dovette ricambiare. Lui poté leggere la vergogna nei suoi occhi bassi, capendo - Tu stai scappando! - disse, tronfio - Ecco perché stai andando a Parigi, tu scappi!

- Mio Dio, Clà, ma perché non ti fai i cazzi tuoi? Che te ne frega? - sbottò lei.

- Questi sono cazzi miei, stiamo parlando di me! Da quando? - incalzò lui, che ormai voleva sapere tutti i dettagli. Voleva capirne di più. Possibile che solo ora si fosse accorta di lui?

Yvonne sospirò di dolore, non riuscendo a resistergli. Sedette su un muretto vicino e si prese la testa tra le mani - Dalla mattina che ti ho visto scopare con quella lì.

Il silenzio che cadde tra i due sembrò pesante come la lama di una ghigliottina.

L'uomo ripensò a tutte le volte che era stato a letto con delle donne, immaginando sempre che ci fosse lei al loro posto. Quante volte era successo? Innumerevoli, e ogni volta le emozioni si amplificavano, era sempre tutto più bello, meno squallido.

Adesso stava per diventare tutto realtà... o no?

- Tu ami Sami. - ripeté l'uomo - Non ti è bastato Conrad? Hai bisogno di altre persone per sentirti meno sola?

- E vengo a rompere il cazzo a te? Sei un deficiente. - sbuffò lei, guardando di lato.

- No, rispondimi. Che ti aspetti mo' da me? - domandò l'uomo, che si alterò al solo pensiero di essere un sostituto. Non voleva fosse proprio lei a usarlo, quindi meglio sentirselo dire subito che illudersi e stare male dopo.

Mi sarò anche scopato mezzo mondo, ma ho dei sentimenti anch'io. Per lei. E sono troppo forti.

- Ma che ne so io! Io mi aspettavo che te ne andavi, vedi 'n po'! - rispose lei, nervosa. Poi ci ripensò, voltandosi lentamente - Ma infatti sì, com'è che stai ancora qua?

I coefficienti di difficoltàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora