Tutti la guardavano, e lei se ne beava.
Essere al centro dell'attenzione mi piace, e in più porta beneficio alla band. Chiacchiere uguale fama, uguale soldi.
Si guardò attorno con occhi curiosi: il mondo legale era una completa novità per lei che non aveva mai nemmeno preso una multa, e adesso ci si ritrovava da protagonista, anche se per errore.
Non si era preoccupata del vestiario e per questo aveva indossato jeans larghi al polpaccio, calze a rete e i suoi adorati anfibi, maglioncino che scopriva la spalla e top sportivo sotto.
Senza considerare l'ampia giacca violacea e la bombetta nera sulla testa.
«Come ti è venuto in mente?» domandò Sandra, che invece aveva colto nel segno con i suoi capelli lisci e neri, i pantaloni scuri con la piega, tacchi bordeaux, camicia dello stesso colore e giacca scura.
Si confondeva benissimo con tutti gli altri.
Ma dove ha trovato quei vestiti così anonimi?
«Com'è venuto in mente a te, vorrai dire», replicò la rossa, «Guardati, sembri una qualunque.»
«Io sono una qualunque, e per una questione del genere avresti dovuto vestirti in modo più adeguato, mostrando un po' di maturità ed evitando la solita figura di merda.»
«Sandra, forse non ti è chiara la questione. Io me la faccio con i musicisti più in voga, stiamo per pubblicare un secondo disco grazie a questo e alla fama raggiunta in precedenza da Lucio. Tu pensi davvero che oggi passeremo inosservate?»
«Abbastanza. Non siamo famosi come pensi te.» Sandra rimase scettica.
«Sbagli!»
«Yvonne», l'asiatica posò il suo sguardo sull'amica, «questo non è un red carpet. Non sono i Grammys. Questa si chiama vita reale. Non sai nemmeno perché sei dovuta venire fin qui.»
«Sarà sicuramente uno sbaglio.»
«Sei andata a letto con qualche minorenne?»
Un momento di silenzio si fece spazio tra le due, e Yvonne sgranò gli occhi scuri, «No! Che ti salta in mente?»
«E allora che ci facciamo qui? Non hai neanche chiesto l'aiuto di un avvocato . E se fosse qualcosa che ti manda in un processo penale?»
«Oh, per favore, il massimo del mio sgarrare è fumare una sigaretta ogni tanto!» replicò Ivy.
«E allora perché siamo qui?»
«Lo scopriremo. Sono le nove e mezzo, tocca a noi.»
Yvonne aprì la porta dell'aula indicata sul documento a lei notificato, e per la prima volta in vita sua si sentì in imbarazzo quando tutti gli occupanti si voltarono: una bambina con un vistoso occhio nero, quello che pensò essere suo padre, due incravattati, il Giudice, alla sua destra un ragazzo più grande della piccola e una donna in tailleur alle sue spalle.
«Scu... scusate!» chiuse in fretta.
Accidenti, che figura, ho la faccia che fa a fuoco!
Sandra le si affiancò, facendola sobbalzare, «Bisogna mettersi in fila. Hanno scritto i nomi su quella lista, dobbiamo aspettare un pochino.»
STAI LEGGENDO
I coefficienti di difficoltà
RomanceQuando Yvonne Foschi riceve tra le mani la convocazione del Tribunale dei Minori di Roma, non si preoccupa più di tanto: ci deve essere per forza uno sbaglio. Quale persona sana di mente affiderebbe due bambini piccoli a lei? Una groupie di trentaci...