Click.
Ivy sorrise allo schermo del suo pc, soddisfatta.
Quel mattino aveva rimesso a punto il suo curriculum, rendendosi conto che la voce esperienze pregresse era desolante: la sua ultima esperienza lavorativa risaliva all'adolescenza in un negozio di intimo della provincia di Roma, e sapeva benissimo quanto sarebbe stato difficile trovare un lavoro adesso, in un mondo pieno di rampanti laureati.
Si alzò per farsi una tisana e in quella Anakin le zampettò vicino, strofinandosi il viso con una manina.
La donna si chinò sul piccolo, scrutandolo con attenzione — Che hai nell'occhio? È tutto rosso. Fai vedere...
— Pero mi ha tirato quello rotondo.
Yvonne rimase di stucco, alzandosi per andare a vedere lei stessa cos'era successo, precipitandosi nel salone quando vide il box di Perseo ribaltato e lui in piedi che sgambettava per la stanza senza tenersi da nessuna parte.
— Amore! Ma che bravo sei! – esclamò sorridendo mentre sistemava di nuovo il box. Lo sollevò e lo bloccò piantando su due angoli due casse d'acqua per poi prendere il bambino in braccio e ficcarcelo dentro insieme ai giocattoli coi quali stava avendo a che fare.
Aprì un cassetto, prese una tovaglia e la stese sopra al piccolo, che rise iniziando a lanciare in aria i suoi giochi, che ricaddero nel box per la sua felicità.
Dopo aver messo al sicuro il pavimento del salone, la donna andò da Anakin che era rimasto impalato ad aspettare — Meno male che il posacenere è di plastica leggera e tuo fratello è un mocciosetto con poca forza. Dove ti ha preso?
— Qui. – indicò il bimbo con gli angoli delle labbra a cuore verso il basso, segno che stava per scoppiare in lacrime — Andiamo in cucina che ti metto subito l'acqua fresca, va bene? Non piangere che ora passa tutto. Guarda, non hai nemmeno un graffio, che fortunello sei!
La donna ignorò il telefono che prese a squillare, pensando solo a curare il bambino sulla zona offesa, per poi dirgli con tono cospiratorio — Tu non lo sai, ma se la mamma ti da un bacino, passa tutto.
— Davvero?! – chiese il piccolo, guardandola con occhioni sgranati, e quella annuì — Certo! Altrimenti a che servono le mamme? Guarda. – prese la testa del bambino e stampò un bacio sul sopracciglio bagnato – Adesso dagli qualche minutino e vedrai che starai benissimo! Scommettiamo?
Anakin rimase a bocca aperta — Ma quindi tu sei una fata!
— No no, tutte le mamme possono farlo! – la donna tornò poi in salone, togliendo la tovaglia dalla sommità del box di Perseo, che le puntò gli occhi addosso, mostrando il suo sdentato sorriso.
Rischiò di cadere all'indietro per aver inclinato il testone rotondo, ma Ivy lo afferrò in tempo, prendendolo in braccio.
Guardò l'orologio — Andiamo a fare una passeggiata?
In meno di dieci minuti erano tutti pronti per una camminata in famiglia. La donna uscì sulle scale e chiuse la porta a chiave, intimando al maggiore di prendere per mano la carrozzina del fratello e non lasciarla per nessun motivo al mondo — Altrimenti niente giostre.
Come un soldatino, quello annuì, assumendo sguardo critico come se stesse adempiendo a chissà quale arduo compito, facendo sorridere la donna.
Fu un'impresa impedire al bambino di limitare la curiosità per i bottoni dell'ascensore, che quando si aprì fece sospirare di sollievo Ivy.
Quando incrociarono tre vicine di casa, le salutò con un sorriso, ricavandone sguardi stupiti e all'apparenza ostili, non avendo loro idea di chi fosse quella donna con due bambini al seguito.
STAI LEGGENDO
I coefficienti di difficoltà
RomanceQuando Yvonne Foschi riceve tra le mani la convocazione del Tribunale dei Minori di Roma, non si preoccupa più di tanto: ci deve essere per forza uno sbaglio. Quale persona sana di mente affiderebbe due bambini piccoli a lei? Una groupie di trentaci...