"Ed è anche ovvio che non mi chimerai mamma e non so nemmeno se mai mi chiamerai così"
Queste sue ultime parole mi mettono un non so che a dosso, quasi mi viene da piangere nel vederla così, Ha il cuore gonfio di tutte le lacrime che si è inghiottita .
Non mi lascia nemmeno il tempo di risponderle che sospira, si alza e se ne va. Penso non voleva farsi vedere così debole da me. Ma meglio così nemmeno io voglio farmi vedere debole da lei.
Appena la porta si chiude istintivamente scoppio a piangere di un pianto liberatorio. Era da troppo che ogni volta che si trattava di lei facevo finta di nulla, che non me ne importasse nulla. Ma invece non era e non è così. E stessa cosa di lei, la vedevo sempre sorridente nelle interviste, in quei video dove abbracciava forte i suoi fan e non nego che a volte ci sarei voluta stare io in mezzo alle sue braccia. E invece si porta questo dolore da ormai 16 anni.
Mi asciugo le lacrime prendo coraggio ed esco dalla mia stanza, in cerca della sua. Mannaggia a me che nel momento in cui Anita mi spiegava le camere non stavo attenta. Mi affaccio ad una porta e penso che quello sdraio sia Teo e di Najwa nessuna traccia. Sarà un segno del destino che non devo parlarle.
Vado un cucina a prendermi un bicchiere d'acqua, ma eccola qui fuori nel suo solito posto a fumare l'ennesima sigaretta. Prendo coraggio ed esco dalla porta-finestra, lei nel sentire qualcuno alle sue spalle si gira. Non le do nemmeno il tempo di capire chi sono che mi fiondo nelle sue braccia. Per mezzo secondo non ricambiò, ma quando si accorse chi ero mi abbraccio ancora più forte di quanto lo stavo facendo io. Questo è il tipo di abbraccio che ti fa sentire protetto, il posto sicuro che ci da la persona che ci ama. È un posto in cui nulla ti turba, niente ti ferisce, niente può colpirti.
Dopo un pò ci stacchiamo, ci guardiamo faccia a faccia e mi scoppia a pingere davanti coprendosi la faccia con le mani come fa di solito quando ride. Prendo fiato e comincio "Comunque io non ti odio e non l'ho mai fatto, la colpa non è tua su nulla. E per questo non ti devi scusare, devi scusarti con te stessa di esserti incolpata di essere stata te la causa di tutto." Mi interrompe dicendo "sono stata la causa di tutto"
" SMETTILA CAZZO! non ti sopporto più, basta piangere.. non so più come fare con te" mi inveisce contro Najwa, ma nonostante ciò non smetto di piangere e dimenarmi. Fin quando non mi ritrovo a terra e vedo mio padre correre verso di me poi tutto buio. Mi ritrovo nelle braccia di papà, mi sento molto rintronata e vedo che mi stanno facendo una trasfusione di sangue.
in un attimo rivivo quella scena, Najwa dopo avermi gridato contro per sbaglio mi fece cadere e mi ruppi la testa. Dopo quell'episodio non c'è da dire quanto sia stato facile per mio padre prendere la mia custodia.
"no che non è colpa tua, se vogliamo essere precisi la colpa è mia" dico quasi ridendo, "ma che dici?" mi risponde, "ma si se non piangevo non sarebbe successo nulla, però vabbè non voglio parlare di questo. Per me la colpa non è tua punto" chiarisco io. Lei accenna un sorriso e di nuovo mi ritrovo nelle sue braccia.
capitolo un pò corto sorry :(
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Hard sometimes-- Najwa Nimri
FanfictionAlison è ragazza di 16 anni che vive in Italia con suo padre e quella che pensava essere sua madre. All'età di 8 anni scoprì che in realtà la sua vera madre viveva a Madrid ed era una cantante e attrice, non accora in Italia. Con il debutto di vis...