LA SVOLTA

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23 maggio 2020

Sono ormai più di due mesi che Mattia frequenta la nostra casa, prima sporadicamente, ultimamente sempre in modo più regolare, per una pizza, per un caffè, perché Anna gli chiede un consiglio per la scuola, o perché lui ne ha bisogno con il computer.

A volte rimane solo dieci minuti, altre per ore e qualche volta si ferma a cena. Non si è mai presentata l'occasione di uscire noi due, a volte mi ricorda l'appuntamento che gli devo, forse semplicemente aspetta il momento giusto per chiedermelo o forse non è una sua priorità, si sarà accorto che non sono il suo tipo, che vado bene come amica e niente di più. Non me ne faccio un problema, anzi. La sua presenza costante mi rassicura e certe volte mi rendo io stessa conto, di non trattarlo come si meriterebbe.

Potrei fargli pesare meno la mia, chiamiamola, ossessione per Davide, ma non ci posso fare niente, sono così, per me è normale, non riesco a nascondere a me stessa e agli altri l'amore per Davide, non riesco e soprattutto non voglio lasciarlo andare.

Domani sarà la ricorrenza del terribile giorno ed io già da giorni sto male. Non voglio vedere nessuno, non mi va bene nulla, anche Anna poverina non mi sopporta. Al lavoro parlo per monosillabi e mi chiudo in archivio per lavori che tutti continuano ad evitare e a rinviare.
Mattia mi cerca, gli serve il fascicolo di un cliente e su suggerimento di Lara, mi raggiunge in archivio.

Lo so che è anche il mio capo, ma con il signor Ferreri non ho mai avuto problemi, lui sapeva ormai che in quei giorni a cavallo della "mia" morte, così mi sento, morta, non sarei stata molto presente con la testa, e non sarei stata disponibile al dialogo.

Mattia invece, pretende di starmi vicino pensando di aiutarmi, ma non può, non può alleviare il mio dolore, così gli rispondo male. Sono una stronza.
Come se non bastasse, piove come Dio la manda, esattamente come quel giorno e mi sento un peso nello stomaco, un senso di ansia che mi opprime. Prendo una scusa, ed esco prima del lavoro, torno a casa e mi chiudo in camera.

"Ciao Anna, posso entrare?"
"Certo Mattia, ma non so se mamma..."
"Dov' è?"
"Chiusa in camera, penso non uscirà di là fino a dopodomani."
"Perché si vuol far male in questo modo? Vorrei starle vicino, non pretendo di farla star meglio ma non può continuare così a vita."
"Scommetto ti ha allontanato. Anche a me manca papà, ma a lei... non so il perché, è come se fosse morta una parte di lei. Provo a dirle che sei qui."

"Mamma, c'è qui Mattia, è preoccupato per te."
"Digli che sto bene, mandalo via! Cosa è venuto a fare, il buon samaritano? Mi è sembrato di essere stata chiara in ufficio. Non voglio la compassione di nessuno, voglio stare sola. E cosa fa lui? Si presenta qui."
"Sì certo, stai benissimo, mai stata meglio! Sei l'immagine della felicità!"
Grida Anna.

"Non ti ci mettere anche tu. Lo sai Anna che in questi giorni ..."
Anna mi interrompe.
"Che in questi giorni sei insopportabile! Penso che dopo tutti questi anni potresti fare uno sforzo con chi ti ama. Papà non c'è più, lo vuoi capire? Cerca di pensare a chi è presente. Scusa mamma, io ti amo alla follia, come amo alla follia papà, ma la vita continua."
Piange e scappa via.

Mattia non ha potuto fare a meno di sentire, e preso tra un misto di delusione e di rabbia, entra in camera, non appena ne esce Anna.

"Cosa ci fai qui. Vuoi dirmi anche tu come la pensi? Vuoi dirmi che sono matta? Voi siete tutti uguali!"
"Voi? Perché mi metti in mezzo?"
"Perché sicuramente anche tu la pensi allo stesso modo."
"Alyssa. Io non ti ho mai giudicato, e mi sembra di averti detto come la penso in proposito. Nessuno ti considera matta, lo sai benissimo. Anna, soprattutto. Tu invece vuoi allontanare tutti. Soprattutto me, l'ho capito! Non sono più un ragazzino.
E non lo sei più nemmeno tu, perciò affronta le cose."
"Quali sarebbero queste cose?"
"Tu hai paura di innamorarti ancora, hai paura di fare un torto a tuo marito, ma non sarebbe così. Io non ho intenzione di prendere il suo posto, vorrei solo far parte anch'io della tua vita. Io ti amo e vorrei solo che oltre a lui, amassi anche me. Visto che questo non è possibile farò come vuoi, me ne vado. Tua figlia però, non si merita questo, soffre anche lei per la perdita e tu dovresti supportarla, non credere che sia più forte di te. Addio."

Un battito di aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora