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Chuuya, una volta solo, si ritrovò a guardare coppiette felici e innamorate, mentre lui, solo come un cane, fissava il posto dove fino a qualche secondo fa, era seduto il suo editore.

Intanto, fuori dal locale, i due sconosciuti sembravano andare d'accordo.

Ranpo era proprio come un senpai.

Gentile, affidabile e simpatico.

Ryūnosuke, senza nemmeno accorgersene, lo chiamo:"Ranpo-Senpai".

Cosa che non sfuggì al più grande.

Ryū non se ne era nemmeno accorto, e diventò rosso, non appena realizzò ciò che aveva appena detto.

"I-Io...non me ne ero accorto, scusa..."
Ranpo sorrise.

"Non preoccuparti, sono felice che ti fidi di me, nonostante ci siamo conosciuti da poco."

"Senpai...io...ho paura."
"Paura? Per il tuo ragazzo?"
"No...non è il mio ragazzo. E' il mio assistente. Io sono uno scrittore."
"Però...vorresti che lo fosse, no? Te lo si legge in faccia."

Akutagawa deglutì.

Ranpo-San aveva ragione.

Voleva Atsushi tutto per sé, era inutile negarlo.

"E' sbagliato? Volerlo solo per me?"
"No? Perché dovrebbe?"

Ryū fece scendere una lacrima.
"Quindi...è normale? Perché...in questo momento...io mi sto sentendo sbagliato."
"Tu non sei sbagliato."
Ryūnosuke scoppiò a piangere.
A questo punto, il senpai si inginocchiò davanti a lui, tirò fuori un fazzoletto, e, sorridendo gli disse: "Sei così sbadato...hai le stringhe slacciate." Gli porse gentilmente il fazzoletto, e nel mentre, gli riallacciava le stringhe.

Ryūnosuke si sentiva a suo agio con lui.

Si erano conosciuti da così poco, ma, per una volta, si sentì davvero bene.

Come se finalmente a qualcuno importava di lui.

Si asciugò le lacrime.

Ranpo si alzò.
"Fatto! Accidente Ryūnosuke-Kun, sei così-"
Alzò lo sguardo, e vide finalmente Ryū sorridere. Un sorriso vero.

Scoppiò a ridere.

"C-Che hai da ridere?" Disse Akutagawa, con il suo solito tono da tsundere.

"Scusami, scusami, è solo che sei troppo divertente!"

"Divertente, eh... Non me l'aveva mai detto nessuno prima d'ora...ti ringrazio."

"Ranpo-Senpai" gli accarezzò i capelli.

"Coraggio. Vai da lui e digli quello che provi."

"Sì!" E detto questo, Ryūnosuke tornò dentro al locale, deciso a parlare una volta con Atsushi.

Nel mentre, Sanosuke e Osamu parlavano fuori dal locale, più precisamente nel "giardino".

Seduti su una panchina, completamente soli, a raccontarsi della loro vita attuale, e a ricordarsi, un po' con gioia, e un po'con nostalgia, il loro passato.

"Ti ricordi quando eravamo fidanzati?" Iniziò Dazai.

"Eccome se me lo ricordo! Mi chiamavi "Pene penzolante" ogni volta che finivamo di fare sesso!"
"Era un soprannome carino!"
"Osamu, tu non cambi mai, eh." Disse Sanosuke, ridendoci su.

"Dimi un po', Oda, come sei messo in amore? Hai trovato qualcuno...da quando ci siamo- no, scusa, da quando ti ho lasciato?"
"No...non sono riuscito più ad innamorarmi da quel giorno. Non so più cosa sia l'amore, ormai."
Dazai ora si sentiva un po' in colpa. Erano passati degli anni ormai, e Oda non aveva ancora trovato qualcun altro?

Our Days, Our Dreams| [by: @ieahboih]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora