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Dazai andò a cercare Chuuya. Doveva assolutamente dirgli quello che provava.

E l'avrebbe fatto a tutti i costi.

Akutagawa uscì di fretta e furia dall'ufficio. Doveva recarsi in ospedale.
Non conosceva il marito del suo senpai, ma era preoccupato, nonostante non l'avesse mai visto o incontrato. Voleva fare da supporto morale a Ranpo.

Intanto, Atsushi fece uscire finalmente Chuuya dal bagno, dopo averlo consolato e dato una pacca sulla spalla, incoraggiandolo. Cercò il suo scrittore per vedere a che punto ra arrivato con la storia, ma quando entrò in ufficio, trovò soltanto una scrivania piena di fogli, occhiali da vista, un computer spento e persino una giacca. La giacca di Akutagawa. Nakajima iniziò ad allarmarsi: dov'era finito? Entro quella giornata avrebbe dovuto concludere il libro! Impanicato, provò a cercarlo dovunque. Poi prese il suo telefono, e lesse che gli era arrivato un messaggio: proprio da parte dello scrittore. Aprì. Il messaggio diceva che era andato in ospedale a trovare un suo amico, e che non sarebbe tornato prima delle 7 di sera. Diceva anche di non preoccuparsi per la  scadenza, dal momento che aveva già concluso. L'assist cente tirò un sospiro di sollievo. Poi iniziò a leggere l'ultimo capitolo di Akutagawa. La storia parlava delle sofferenze dell'amore, e di come due ragazzi gay, potessero essere felici, nonostante tutte le difficoltà. Il capitolo iniziava con una semplice frase: "L'amore ti fa sentire vivo, e ora, Ryo e Akira l'avevano finalmente capito."

A momenti gli scese una lacrima, pensando a quanto fosse vero.

"Essere innamorati è bello", pensò.
"Ed essere ricambiati lo è ancora di più" concluse, prendendo in mano quel pacco di fogli.

Le pagine del libro di Ryūnosuke questa volta erano circa 2000.

E tutti quei fogli erano pesanti. Ma per fortuna non li fece cadere. Li mise dentro a una borsa.

Poi sistemò la scrivania del suo ragazzo. Sistemò la sua giacca, nera, ovviamente, e la appese delicatamente sull'appendino. Incredibile. Quella giacca aveva il dolce profumo di Ryūnosuke.

Provò a indossare i suoi occhiali, ma li tolse subito, dal momento che vedeva tutto sfocato.

A volte si chiedeva come diamine facesse a indossare per circa 8 ore al giorno degli occhiali così pesanti. Arreso, li ripose nella loro custodia, poi prese la borsa dove prima aveva messo i fogli, ed uscì, chiudendo la porta. E andò a casa, fiero di avere un fidanzato come Ryūnosuke Akutagawa. Se Atsushi era calmo a casa sua, il suo fidanzato era l'opposto. Dopo una lunghissima corsa in ospedale, 4 piani di scale e stanze infinite, finalmente vide il suo senpai.

"Ranpo-San!" Urlò.

Il marito del veterinario ricoverato lo sentì, e aprì le braccia, non appena lo scrittore gli fu abbastanza vicino. I due si abbracciarono, e Ryūnosuke non ci mise molto a notare le lacrime che scendevano dagli occhi verdi del suo senpai. Non gli piaceva vederlo triste. Non se lo meritava affatto.

"C-Come sta...tuo marito?" Chiese. Già si preparò mentalmente per ricevere una brutta notizia da parte del marito.

"Non so ancora nulla..." Gli rispose, cercando in tutti modi possibili di non piangere davanti al suo kohai.

Osamu e Chuuya, finalmente soli, si trovarono costretti a parlare di una certa cosa.

Ma, dato che erano entrambi cocciuti, nessuno dei due aveva la minima intenzione di  iniziare a parlare. Quindi non dissero nulla. Per circa un'ora. Letteralmente. Cosa facevano per un'ora intera? I cazzi loro, ovviamente. Ad un certo punto Dazai si mise pure a guardare i porno a tutto volume, e come se non fosse abbastanza, si mise pure a commentarli ad alta voce.

"Questo ha il cazzo piccolo come quello di uno dei miei ex."

Chuuya invece cercava cappelli online.

Amava i cappelli.

Peccato che facevano tutti quanti cagare al cazzo, secondo la sua opinione da "esperto".

Finalmente Dazai si decise ad interrompere quel silenzio decisamente troppo imbarazzante.

Ma prima che potesse iniziare a parlare, Chuuya si alzò in piedi, sbattendo la mano sulla scrivania. Guardò il suo editore negli occhi, e, quasi urlando, gli disse:

"Ah! Mi sono rotto il cazzo di questo silenzio imbarazzante!"
"Ma ci sono i porno di sottofondo."

"Fai cagare." Il mangaka prese un respiro profondo.

"Dazai...quel...ragazzo...di ieri sera...è il tuo ex, giusto?"
"Sì...perchè?"
Nakahara deglutì. Odiava dover dire quel genere di cose, ma odiava ancora di più dover soffrie.

"Io...vi ho visti...mentre facevate sesso."
"Lo so." Affermò Osamu. Poi fu lui a parlare.

"Non preoccuparti. Io non lo amo più da un pezzo."

"No...io..."

L'editore posò il telefono. Si avvicinò lentamente al ragazzo che tanto amava, e gli mise il dito sulle labbra. Come per zittirlo.

"Shh...non  preoccuparti. So che mi ami. E ti dirò di più: Ti amo anch'io."
Chuuya, a sentire quelle parole, non pianse. Non disse nulla, nemmeno un "ti amo."

Si limitò a baciarlo. Finalmente Osamu Dazai era suo.

I due si staccarono.

Si fissarono per due secondi circa, e poi si baciarono di nuovo, questa volta con la lingua.

Le loro lingue si intrecciavano, si slegavano, giusto per riprendere fiato, e poi si intrecciavano di nuovo.

Dopo uscirono insieme dall'ufficio, mano nella mano, proprio come due innamorati.

Chuuya fu il primo a parlare. Questa volta per davvero.
"Quindi...ora siamo fidanzati?" Chiese, un po' rosso in viso.

"Beh. Suppongo di sì." Rispose il moro, ridendoci su.

"T-Ti amo, BakaDazai." Confessò il ragazzo.

"Ti amo anch'io."

Andarono a sedersi sulla panchina di un parco, e guardavano ora i passanti, commentandoli con frasi non molto gentile, per esempio: "Secondo me quello non scopa da più di 6 anni."

Ma la loro attenzione si soffermò su 3 passanti. Eranno tutti e 3 e adolescenti.

Una ragazza abbastanza bassa, capelli di un colore biondo, ma più scuro, vestita completamente di rosa. Un fiocco rosa decorava i suoi capelli. Un'altra ragazza, più piccola dell'altra, che imitava gatti, ed infine, un ragazzo della stessa età probabilmente della "ragazza gatto", che indossava una mascherina. Questi ultimi due, a differenza della prima ragazza, erano vestiti completamente di nero. La "ragazza in rosa" prese della terra con le mani.

"Questa terra in realtà è cacca", commentò.

La ragazza gatto rideva come una matta, e il ragazzo, schifato, tirò fuori un igienizzante dalla tasca.

La ragazza in rosa rise, e provò ad avvicinarsi con la terra in mano al ragazzo, mentre questo indietreggiava.

Dazai e Chuuya stavolta non commentarono.

Rimasero basiti dalla scena che avevano appena visto.

Akutagawa, intanto, era ancora in ospedale.

Si era addormentato sulla spalla del senpai, così come faceva Ranpo, nel mentre che aspettavano in sala d'attesa.

Dopo un paio di minuti, qualcuno li svegliò.

Aprirono gli occhi. Ranpo iniziò a piangere.

Era il suo amato marito. E sembrava stare bene.

Gli saltò addosso, abbracciandolo, per poi baciarlo.

Akutagawa, che di solito non sorrideva mai, in quel momento sorrise.

Tirò un sospiro di sollievo, e chiamò il suo ragazzo, per avvisarlo.

Our Days, Our Dreams| [by: @ieahboih]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora