Capitolo 6

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Dopo essersi ripreso dalla sorpresa iniziale, e soprattutto dalle vertigini, Taye individuò una sottospecie di scalinata che era stata erosa dal vento e la percorse notando che essa, nonostante fosse fatta naturalmente, quasi copriva l'intera montagna. Dopo una ventina di scalini Taye si accorse che la scalinata prendeva due direzioni differenti. Decise si andare prima in quella che saliva nuovamente nonostante fosse anche la più pericolosa visto che da nessuna delle due parti c'era un muro al quale appoggiarsi. Queste scale, diversamente dalle altre, erano state create artificialmente e si vedeva da come erano quasi completamente carbonizzate segno che erano state modellate utilizzando il fuoco.

Mentre continuava la sua scalata Taye si impose di guardare dritto difronte a se, dove aveva una bellissima visione del cielo azzurro che si andava ad unire con il mare, e non in basso altrimenti si sarebbe completamente paralizzato non riuscendo ne a salire e ne a scendere.

Il ragazzo quasi si sorprese quando non sentì un gradino sotto al piede sinistro e guardando in basso notò di essere arrivato in cima alla scalinata. Si trovava su uno sperone roccioso abbastanza grande da poter contenere sei persone ed era leggermente in pendenza. Il ragazzo non camminò oltre, aveva sperato ci fosse altro andando in quella direzione ma quello che aveva trovato era solo un modo più veloce per morire.

Facendo molta attenzione riscese le scale e arrivato al bivio, felice di non essere più in una zona molto pericolosa, prese la strada che scendeva. E continuò a scendere per tantissimo tempo fino a quando non si accorse di essere arrivato alla base dello sperone roccioso e soprattutto che quella era una spiaggia. Visto che ormai era li decise di farsi il giro della spiaggia. Era abbastanza grande ma oltre a sabbia e rocce non c'era altro. L'unico modo per andarsene da li quindi era o volando o nuotando. Ma Taye non era sicuro che sarebbe riuscito a nuotare in quelle acque che nonostante il cielo limpido e l'assenza di vento era parecchio mosso. Non aveva nessuna via di fuga.

Ma il non aver trovato niente aveva messo anche un altro dubbio nella mente del principe: dov'erano tutti gli altri draghi dei quali aveva parlato Yera? Li non c'era traccia di draghi, possibile che il rosso gli avesse mentito per non farlo muovere dalla sua camera? Ma che gusto c'era a mentire? Taye non poteva andarsene da li e in quel momento era più chiaro di prima. Yera non aveva bisogno di mentirgli per farlo rimanere li ad aspettare la sua morte.

Taye si sedette a gambe incrociate sulla sabbia sospirando. Per un unico momento aveva pensato alla possibilità di potersene andare senza problemi visto che non sembrava esserci nessuno oltre a Yera, ma i suoi sogni di gloria si erano infranti subito. In quel momento non aveva minimamente voglia di rientrare nella sua stanza, anche perché doveva rifarsi tutta la scalinata e non ne aveva le forze.

E se Yera lo avesse visto li? Non gliene importava, il drago poteva ucciderlo anche subito, era meglio non prolungare ancora quella tortura.

Era tanto impresso nei suoi pensieri che si accorse della presenza di Yera solo quando si trovò il muso squamoso e rosso del drago a pochissimi millimetri dal suo viso.

Taye osservò attentamente il drago con i suoi occhi verdi, occhi che erano diventati improvvisamente lucidi. Lucidi non perché il ragazzo avesse paura della morte che a quel punto sembrava imminente, ma per i pensieri che lo stavano assalendo. La sua vita non era stata delle migliori e nemmeno significativa quindi per quale motivo era nato? Nessuno.

Yera fece uscire del fumo dalle narici per spaventare il moro, ma il ragazzo non diede segno di spavento e nemmeno si mosse dalla sua posizione.

-mi hai disobbedito- disse Yera ritornando alla sua forma umana rimanendo comunque vicinissimo al moro.

-volevo sapere dov'erano gli altri draghi e vedere se c'era una via di fuga ma siamo in una fottuta isola- rispose sinceramente Taye con lo sguardo verso l'orizzonte.

-da qui non te ne puoi andare a meno che non facciano uno scambio con una ragazza- disse Yera incrociando le braccia al petto.

-uccidimi e basta- sussurrò poi Taye con le lacrime agli occhi e nascondendo la faccia tra le gambe che aveva portato verso il petto.

Yera rimase sconvolto dalla cosa. Non si era minimamente aspettato una reazione del genere. Suo padre aveva sempre detto che gli umani erano esseri mostruosi e spietati che avrebbero fatto di tutto per uccidere un drago. Anche le stesse donne si facevano catturare per fare in modo che i loro valorosi guerrieri potessero andare a salvarle e trovare la gloria uccidendo il drago. Ma il ragazzo che aveva difronte sembrava tutt'altro che spietato. Era indifeso e debole. A Yera non sarebbero bastati che due secondi per porre fine alla sua vita.

-mi serve una donna per continuare la mia discendenza. Non posso ucciderti, non ora almeno- sussurrò Yera.

-non verrà nessuno fattene una ragione- sussurrò Taye tra i singhiozzi e chiedendosi che fine avesse fatto il drago spietato di poco prima, perché quello sembrava tutto tranne che un drago spietato.

-verranno- si impose Yera per poi trasformarsi nuovamente in drago e prendere, quasi con delicatezza, Taye tra i suoi artigli e sollevarsi in volo entrando successivamente nella caverna. Si ritrasformò in umano solo una volta aver posato Taye all'interno della sala dell'altare.

-riposati mentre io vado a prendere del cibo- il rosso non diede il tempo all'altro di rispondere che scomparve nuovamente tra i cunicoli bui di quella caverna.

Taye sospirò e fece come gli era stato detto ringraziando il drago per avergli risparmiato tutto quella scalinata.

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