Il mattino seguente mi sveglio per la troppa luce che entra dalla finestra della mia camera, mi rigiro nel letto sperando di poter fare un'altra mezzoretta di sonno, ma niente. Mi alzo e mi siedo sul letto per un paio di minuti, stiracchiandomi e guardandomi intorno, fino a quando i miei occhi non incrociano l'orologio sul comodino che segna le 9:15 del mattino. Mi alzo e raggiungo il bagno, mi lavo i denti, mi sistemo i capelli e decido di prepararmi. Per l'una devo raggiungere l'ufficio di mia madre. Lavora per una delle tante agenzie immobiliari di New York la Cornwell Ellis, ormai ci lavora da 30 anni e con il tempo diventa sempre più brava, è una grande madre, una grande donna e una grande lavoratrice, non smetterò mai di ammirarla e di prendere ispirazione da lei. Finisco di lavarmi i denti e guardo il mio riflesso allo specchio, decido che non uscirò da casa fin quando non riuscirò a coprire quelle orribili occhiaie che si fanno spazio sotto i miei occhi marroni, mi tiro i capelli indietro con un cerchietto e inizio a fare un trucco abbastanza leggero, adoro truccarmi, ma molte volte mi piace non abbondare troppo, cosi decido di utilizzare solo un correttore e il mascara, che applico sulle mie ciglia folte, prima di vestirmi completo il look con un po' di blush e do anche una sistemata alle sopracciglia. Applico un po' di burro cacao sulle mie labbra non troppo carnose e guardandomi allo specchio mi convinco che può andare. Infine do una spazzolata ai miei lunghi e lisci capelli castani ed esco dal bagno. Apro l'armadio e opto per un look abbastanza casual, metto dei mom jeans, una maglietta bianca, una giacca di pelle e una delle mie solite borsette a tracolla nera. Infilo le mie nuove sneakers bianche e scendo sotto per poter mangiare qualcosa prima di andare in ufficio da mia madre. Appena entro in cucina noto che mio padre ha ovviamente preparato la colazione e come ogni mattina legge il giornale seduto su uno degli sgabelli che attorniano la penisola al centro della cucina. "Buongiorno!" esclamo appena entro in cucina e mio padre ricambia il saluto da dietro il New York Times "Dove vai, già vestita e truccata alle 9 e 40 del mattino?" dice in maniera alquanto sarcastica e mi ricordo di come da quando mi sono diplomata vengo presa sotto tiro per le mie solite abitudini che mi portano molto spesso a svegliarmi sempre all'ora di pranzo, se non più tardi. "Vado dalla mamma, mi ha detto che durante la pausa pranzo mi avrebbe aiutato a organizzare il trasferimento al campus" Abbassa il giornale in modo tale che possa guardarlo in faccia, i suoi capelli brizzolati sono arruffati e ha gli occhi gonfi, sinonimo che non è sveglio da molto, infatti mi accorgo che indossa ancora il pigiama. Mi avvicino alla penisola per poter afferrare un muffin "Ma sbaglio o sembri più alta di quando non lo sei già?" Dice mio padre e rido sistemandomi su uno degli sgabelli vicino al suo "sono solo queste nuove scarpe sono 3 o 4 cm più alte" rispondo. Una delle caratteristiche che amo più di me stessa è l'altezza, sono un 1.75, non vanto chissà quale straordinaria altezza, ma tra le mie amiche sono sempre stata la più alta di tutte, ho preso da mio padre, è lui il più alto della famiglia. Al contrario di mia madre che invece è leggermente più bassa. "Non lavori oggi?" gli domando mentre addento un muffin "No mi sono preso del tempo libero per poter fare l'analisi di quelle nuove opere che ho in studio, voglio scrivere una recensione il più presto possibile e mandarla al New York Times, mi hanno contattato per sapere che cosa ne penso di questo nuovo artista emergente. Magari quando torni, se vuoi, puoi aiutarmi ad aggiungere qualcosa alla recensione" annuisco "Certo, appena torno vengo in studio cosi mi fai vedere queste nuove opere, le ho già intraviste ieri, devo dire che mi sembrano abbastanza valide" gli dico, mi alzo dallo sgabello, e guardando il mio orologio mi rendo conto che sono già le 10 e mezza passate, decido di voler uscire adesso, per farmi una passeggiata a Central park e poi raggiungere l'ufficio di mamma "Sto andando allora, mi vado a fare una passeggiata e poi vado da mamma okay?" dico a mio padre, lui annuisce, prendo le chiavi di casa e mi fiondo in ascensore. Arrivo al primo piano e saluto James, il portiere, che ricambia con un sorriso e finalmente esco sull'immenso marciapiede, diretta verso la metropolitana.Ormai passeggio da tre ore e finalmente si è fatto l'orario, raggiungo l'ufficio di mia madre e mentre pranziamo mi racconta di come la richiesta per il dormitorio sia stata accettata e non posso che essere più felice di così. Infatti ho la conferma che Claire ha già saputo della straordinaria notizia quando mi arriva un suo messaggio con una lista sui 10 punti che dovremmo rispettare per non litigare durante la nostra permanenza al campus. Sono sempre stata legata a lei, abbiamo sempre condiviso tutto sin da piccole, la ritengo la sorella che non ho mai avuto. Si, a volte capita anche a noi di litigare, come è normale che succeda, lei non apprezza la mia cruda sincerità e io a volte non sopporto il fatto che debba sempre essere puntigliosa su tutto. Nonostante questo però andiamo abbastanza d'accordo, è appassionata di cinema come me, con l'unica differenza che lei vorrebbe sfondare da regista. Ascoltiamo più o meno la stessa musica e a differenza mia lei ama moltissimo leggere. Passo il resto del pomeriggio con mia madre, decidiamo che raggiungeremo il campus in auto, ovviamente e parliamo anche di ciò che è necessario portare e di cosa no. Dire che sono emozionata è dir poco e non vedo l'ora di conoscere nuova gente e di godermi a pieno l'esperienza universitaria, voglio poter studiare, ma voglio anche potermi divertire partecipando a qualche festa o evento sociale.Tutti sognano almeno una volta nella vita di partecipare alla prima festa del college e sono sicura che con Claire non sarà difficile trovare le giuste conoscenze. Attacca bottone praticamente con chiunque, anche io sono molto estroversa, ma a differenza sua preferisco starmene per i fatti miei ogni tanto. Rimango il resto del pomeriggio ad aiutare mia mamma a sistemare alcune cose in ufficio e torniamo insieme a casa in serata, ceniamo e dopo prometto a mio padre che darò un'occhiata a quelle opere domani, ma lui mi assicura che non ha più bisogno del mio aiuto dato che ha trovato la giusta ispirazione per scrivere una recensione impeccabile. Saluto mamma e papa con un bacio sulla guancia e salgo in camera mia per potermi lavare e cambiare in fretta, in modo che possa ritornare nel mio letto. È stata una giornata lunga.
Il resto della settimana passa abbastanza velocemente con i vari preparativi. Ho deciso di portare poche cose con me al campus, dato che la stanza so per certo che non sarà molto spaziosa. Preparo gli ultimi due scatoloni, riempendoli con coperte, cuscini e plaid, mi serviranno per quando arriverà la stagione più fredda. Per ora siamo solo a settembre e il clima da queste parti è pressoché stabile, si sta abbastanza bene, sembra di essere ancora in estate. Sistemo gli scatoloni vicino l'enorme valigia piena di vestiti, scarpe e borse varie e faccio un altro giro veloce della casa per essere sicura di non aver dimenticato nulla. "Hai preso tutto tesoro?" dice mia madre una volta che ritorno in cucina. "Ha già fatto il giro della casa tre volte penso proprio di si!" dice ridacchiando mio padre prendendo le chiavi della macchina "Dai, andiamo, già Lionel e Constance sono partiti"ci informa mio padre riferendosi ai genitori di Claire. Usciamo tutti e tre dalla stanza e dopo essere riusciti a portare tutte le mie cose in garage, le sistemiamo nel bagagliaio della Ragne Rover. Durante tutto il viaggio decido di ascoltare un po' di musica e scorrere sulla mia home di instagram e facebook per ammazzare il tempo.
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A Change Of Heart / Vinnie Hacker
ChickLitJackie è la figlia di un rinomato critico d'arte, vive a New York, ma la sua vita cambierà nel momento in cui deciderà di frequentare la Boston University. Jackie vuole realizzarsi, durante questo lungo cammino riuscirà a scoprire molte cose su se s...