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La mattina dopo, ci metto poco per prepararmi e subito mi dirigo a lezione. Oggi devo necessariamente prendere appunti, devo rimettermi in carreggiata, con tutto quello che sta succedendo non sto avendo molto spazio per lo studio e questo non va bene. Una volta uscita dalla prima lezione, durata quasi due ore chiamo Mona e sia io che lei che Francy ci diamo appuntamento in mensa. Vorrei parlare con loro di quanto mi sta accadendo, spiegare loro il fatto di Vinnie e di Claire, ho bisogno di parlarne con qualcuno, credo è il momento di spiegare loro tutto, magari potrebbero darmi un consiglio. "Quindi fammi capire, ti ha portato in cabina d'ascolto e poi si è letteralmente lamentato con te perché Jeremy ti ha invitato a cena?" Mi dice Francy mentre spiego loro la storia. "Praticamente si" dico io e mona rimane un po' interdetta. "Vinnie è una persona molto strana, noi lo conosciamo da più tempo, ma come sai lo conosciamo solo di vista quindi non potremmo dirti chissà cosa sul suo conto, però devo ammettere che il modo in cui si comportata lascia molto a desiderare" mi dice Mona, ha ragione. "Stai tranquilla, è solo un'altro dei suoi giochetti, Vinnie ama divertirsi, fare questi giochi psicologici per mandare in confusione, è il suo carattere, lo sanno tutti." Mi dice Francy, è ovvio, cosa mi può fare pensare che con me sarebbe stato diverso? Sono patetica alcune volte. "Per quanto riguarda Claire, sinceramente non saprei, con noi non ha parlato di nulla, forse dovresti parlarne con Jeremy o con lei direttamente" mi dice Mona, infatti. "Credo che attenderò che ritorni qui per parlargliene" gli dico e loro annuiscono e mi fanno ragione, passiamo il resto del pranzo a parlare del più e del meno e Francy in particolare mi ringrazia per essermi aperta con loro, lo apprezzano e io apprezzo loro. Magari non le conosco da molto ma avevo bisogno di qualcuno con cui parlare. "Sta sera cosa farete?" Chiedo ad un certo punto. "Sta sera dobbiamo studiare, domani il professore vuole farci provare con il metodo Stanislavskij, dobbiamo imparare delle battute di 'un tram che si chiama desiderio' ci credi? Qualcosa di più complicata poteva farcela fare!" Dice lamentandosi Francy. "Quindi proverete in camera?" Chiedo. "Non saprei, in teoria si può provare anche in teatro direttamente però non so come mi sentirei sapendo che ci sono tante persone che mi guarderebbero" dice Mona e Francy gli da ragione. "Beh anche io mi sentirei un po' a disagio" Usciamo dalla mensa e mi dirigo all'ultima lezione della giornata, poi dopo tre ore ho completato anche quella. Passeggio per il campus da sola, dato che Francy e Mona saranno scappate a studiare, mi fermo in caffetteria e mi concedo qualche minuto per bere un caffè e scrivere un messaggio a Claire 'Come va?' Le chiedo e continuo a sorseggiare la mia bevanda guardando il cellulare. "Hey" sento ad un certo punto e alzo lo sguardo: È Kyle. "Hey" gli dico e non ci pensa due volte a sedersi di fronte a me. "Posso?" Mi chiede, beh ormai si è seduto, penso. "Certo" gli dico. "Che fai di interessante?" Mi chiede e gli faccio cenno che sto semplicemente bevendo un caffè. "Beh io passavo da qui, ti ho vista sola e ho pensato che ti sarebbe piaciuto fare due chiacchere" mi dice, gli sorrido. "Beh hai ragione, mi stavo annoiando" ed entrambi ridiamo. Parliamo degli ultimi libri d'arte che sono usciti, anche se non sono molto ferrata sull'argomento perché non leggo più libri d'arte dall'età di 16. Lo facevo prima perché me lo imponeva mio padre, ma dopo ho smesso. Mi chiede della mia famiglia e rimane sorpreso quando scopre che sono figlia di un critico d'arte. "Quindi tuo padre è Jack Samuels?" Mi chiede, ha gli occhi sbarrati. "Si proprio lui" gli dico e rido nel vedere la sua reazione. "Ti giuro avrò letto centinaia dei suoi libri e critiche, è assurdo avere una risorsa così in famiglia, sei fortunata." Mi dice e io annuisco. "Ti ringrazio molto" mi è capitato molte volte di parlare con ammiratori di mio padre. "Se vuoi posso presentartelo un giorno" gli dico e lui mi fa un sorrisone. "Credimi ne sarei davvero onorato, ho sempre ammirato il lavoro di tuo padre, adesso capisco perché ne sai tanto sull'arte" mi dice e io annuisco. "Beh, devo dire che non mi piace molto leggere, ho letto libri d'arte perché mio padre ci teneva" gli dico e lui annuisce. "Che meraviglia" mi continua a dire. Sposta il discorso su un altro argomento e parliamo di film questa volta. Passiamo per ben due ore a parlare dei nostri film preferiti, di alcuni che consideriamo sopravvalutati e su altri che invece non consideriamo dei veri e propri capolavori. "Ciao" veniamo interrotti, è Vinnie  è in piedi vicino al nostro tavolo, oggi ha dei jeans neri e un paio di Jordan ai piedi. Una felpa gialla completa il suo outfit. "Hey fratello come stai?" Dice Kyle, anche io lo saluto con un 'Ciao' che ci fa qui? Alzo gli occhi al cielo è ovunque. "Bene, tu?" Dice Vinnie con un tono pacato. È venuto qui per dimostrare cosa esattamente?. "Che ci fai qui?" Gli chiedo. Si gira verso di me. "Niente, ero lì a prendere un caffè e ho pensato di salutarvi" dice Vinnie, mentre ricambia il saluto di Kyle. Non non ha pensato di salutarci, sarà venuto qui con l'intento di farmi sentire nuovamente fuori posto. "Beh, hai fatto bene amico, stavo per andarmene comunque, Jackie ti lascio in buone mani! Grazie per il discorso di prima. Ne sarei veramente onorato" mi dice e si alza dalla sedia, lo saluto ed esce dalla caffetteria. Vinnie prende posto di fronte a me. "Per cosa ne sarebbe onorato?" Mi chiede. "Niente" gli dico, non gli racconterò le mie cose, lui fa sempre così, prima fa il danno e poi cerca di parlare con me. "Mh, se lo dici tu" mi dice. "Non hai niente di meglio da fare?" Gli chiedo ad un certo punto. "Veramente no, dovrei provare un copione per domani, ma so già tutte le battute a memoria" mi dice, si riferisce chiaramente a un tram che si chiama desiderio. "E come ti stai preparando per la parte di Stanley Kowalski?" Gli dico, riferendomi al personaggio del film interpretato dal mitico Marlon Brando. "Piuttosto bene, mi sto preparando per quella scena dove chiama più volte il nome di Stella in particolare" mi dice, parla della scena più iconica del film. "Beh sono veramente curiosa di vedere come la interpreterai" gli dico e lui si mette a ridere. "Vieni sta sera in sala di teatro alle 10 e lo vedrai." Mi dice, adesso mi invita a vedere le sue prove. Boh "Vedrò se potrò venire" gli dico, si sistema sulla sedia e posiziona i gomiti sul tavolo. "Sai tra tutte le cose che fai, il ruolo della preziosa è quello che ti riesce meglio" mi dice. "È il ruolo che preferisco di più" gli dico e lui ride di nuovo. "Come mai mi stai invitando a vedere le tue prove?" Gli chiedo ad un certo punto. "Non è un invito è un modo per mettere a tacere tutti i tuoi dubbi" mi dice. "Quali dubbi?" Gli chiedo. "Quelli che hai sulla mia interpretazione" mi dice. "Davvero sei così poco sicuro di te stesso da sentire il bisogno di avere una mia approvazione?" Gli chiedo, sono palesemente ironica e nel frattempo mi alzo dal tavolo, lui mi segue fuori. "Non ho bisogno della tua approvazione, ma tu hai bisogno di una mia dimostrazione no? Questo è quello che vuoi, dimostrazioni. Non è così?" Mi dice, colpita e affondata. "Sai esattamente come muoverti vero? In questo gioco" gli dico, lui annuisce. "Perfettamente" mi dice, gioca e basta come sempre. Mi alzo e faccio per uscire, una volta arrivati fuori noto che mi ha seguita, si accende una sigaretta e io faccio lo stesso. "Per te è sempre tutto un gioco" gli dico, forse sono stata troppo sincera. "Per te no?" Mi dice, sono in bilico, non so cosa dire. "Si, molto piu di quanto lo sia per te" gli dico, mento. "Bugiarda" mi dice, rimango di stucco. "Cosa te lo fa pensare?" Gli chiedo. "Il tuo gesto di ieri sera, le tue parole. Stai cercando di convincere me o te stessa?" Mi dice, mi sta chiaramente provocando. "Sei stato tu il primo a parlarmi con i gesti" dico riferendomi a quando eravamo insieme nella cabina, a quando mi ha toccato il ginocchio. "Io lascio intendere molto chiaramente i miei gesti, il problema sta nei tuoi." Mi dice, ah si? "Quello che vedo io è che anche nei tuoi gesti non deludi in fatto di banalità" gli dico e lui mi fa un mezzo sorriso. "Hai sempre la battuta pronta" mi dice. Si, ho sempre la battuta pronta, specialmente quando si tratta di te, vorrei dirgli. "Non è facile non avere nulla con cui controbattere, vero?" Gli dico. "Specialmente per te, che hai sempre saputo come comportarti, come rivolgerti, come parlare, tutto ad un tratto ti ritrovi con le spalle al muro?" Gli dico, rido. "C'è una netta differenza tra il dire e il fare Jackie, peccherò anche nelle parole, ma mai nei fatti. Quello che non sai fare tu" mi dice spegnendo la sigaretta e buttandola nel posacenere. Mi sta sfidando. "Vedi è tutto complementare" gli dico, lo sto prendendo per il culo ovviamente e credo che lui lo abbia capito. Quando il gioco è questo, allora gioco con piacere, con divertimento. Si diverte lui? Allora mi divertirò anche io. Si avvicina a me, poi mi sfila la sigaretta dalla bocca e aspira "Prima o poi qualcuno cederà" mi dice, spegne la sigaretta e la butta via, poi mi supera e se ne va. Butto un sospiro di sollievo, tra tutte questa è stata la discussione più lunga e sicuramente più intensa e difficile da sostenere. Un giorno è lunatico e l'altro pure, se ne esce con queste cose e io non posso fare a meno di rispondergli, perché sono fatta così. Non mi rimprovero più per tutte le volte in cui gli risponderò o avrò una conversazione del genere con lui, non voglio più stare al mio posto, non più. Ormai devo farci l'abitudine, è così. Comincio ad incamminarmi verso il dormitorio, sono praticamente le sette del pomeriggio, tra le lezioni, la chiacchierata con Kyle e il mio incontro con Vinnie è arrivata quasi ora di cena. Decido di mangiarmi una cosa al volo, non ho molta fame e poi faccio ritorno al dormitorio. Non so ancora se andrò a vedere l'interpretazione di Vinnie, voglio andarci, perché non andandoci gli darei solo una soddisfazione, quindi ci andrò. Torno in dormitorio e prima di prepararmi per andare a vedere le prove di Vinnie mi rilasso un po'. Apro il cellulare. 2 chiamante perse da mia madre è un messaggio da Claire 'tutto bene tu? Come sta andando senza di me?' Mi dice, leggo il messaggio ma le risponderò dopo. Preferisco chiamare i miei genitori prima, non li sento da molto. "Jackie", la voce di mia madre risuona amplificata dal cellulare. "Hey mamma" gli dico. "Come stai tesoro?" Qualcosa sta succedendo. "Bene, che succede?" Gli chiedo subito, inutile girarci intorno. "Ho visto che Claire è tornata qui per un po' non sai il perché?" Mi chiede, no mamma non lo so. "No, cosa succede?" Gli chiedo. "Claire è tornata perché lo zio e la zia vogliono divorziare, voleva vedere se riusciva a sistemare le cose, non te ne ha parlato?" Sono sconvolta, Claire sarà distrutta, ecco perché è andata via. "Non me ne ha parlato..ma perché vogliono divorziarsi?" Chiedo a mia madre. "Beh, tua zia ha scoperto delle cose un po' particolari su tuo zio e non vuole averci più niente a che fare." Mi dice, che cosa? "Adesso non posso parlartene al telefono, ne riparleremo quando tornerai qua, se deciderai di ritornare entro questo mese, okay?" Mi dice e io le dico che va bene. Passiamo la restante ora a parlare dell'Università e delle mie nuove amicizie, tralascio il mio strano rapporto con Vinnie e poi chiudo quando noto che si sono fatte le otto e mezza. Vado a farmi una doccia e appena torno in camera apro l'armadio, scelgo un paio di jeans neri leggermente larghi, una mogliettina a collo alto bianca, un paio di anfibi e un cappotto beige pesante, completo con una borsetta e passo al trucco, mi trucco in modo leggero come sempre e alle dieci riesco ad uscire dal dormitorio. Me la faccio con calma, mi fumo una sigaretta e alle 10 e mezza finalmente arrivò in teatro. Vinnie è sul palco, non c'è nessuno. Sta leggendo il copione e nel frattempo gesticola, legge le battute, poi le ripete a voce bassa credo, non lo sento, sono ancora troppo lontana. "Stella!" Comincia ad urlare, proprio come la scena del film, poi si ferma e ci riprova. "Stella!" Continua. Scendo per le scale, c'è poca illuminazione, lui ancora non mi vede, si passa la mando tra i capelli, poi continua con la scena. Va avanti e indietro per il palco. Mi siedo nel primo sedile vicino al palco, non credevo che si potessero fare le prove a quest'ora. Continua a recitare, è letteralmente immerso nel suo mondo non si accorge della mia presenza, continua con la battuta e poi si gira. Si ferma. Sono seduta e lo guardò, poi gli faccio un applauso. "Beh, non me l'aspettavo proprio così, complimenti" gli dico e mi alzo, poi mi avvicino al palco. "Spero di averti tolto ogni dubbio" dice. Si siede a penzoloni sul palco, mi metto vicino a lui, ha il copione in mano. "Grazie" mi dice e mi sorride. "Vuoi provare?" Mi dice e mi passa il copione, poi mi tende la mano e mi aiuta a salire sul palco. "Come mai non c'è nessuno?" Gli chiedo. "Perché a quest'ora in teoria non si potrebbe provare" mi dice. "E tu come mai sei qui?" Gli dico. Lui esce le chiavi della sala dalla tasca. "Conosco chi si occupa della pulizia della sala e mi deve ancora qualche favore" mi dice e posa le chiavi sul grande piano forte che c'è sul palco, non avevo mai fatto caso alla presenza di un pianoforte, forse la scorsa volta era nascosto dal grande sipario. "Leggi il copione" mi dice e si posiziona davanti a me. "Ma questo non è un tram che si chiama desiderio" gli dico e lui annuisce. "Infatti, è 'come eravamo', Barbra Straisand" mi dice, sorrido guardando il copione. "L'avrò visto almeno trenta volte" gli dico "Un classico" mi dice, lui. Ripongo gli occhi sul copione, si tratta della scena in cui i due protagonisti decidono di lasciarsi, dopo una lunga e intensa storia d'amore. "È perché non sono tanto bella forse?..non sto cercando dei complimenti te lo assicuro, so di poter piacere, lo so. Ma, non sono bella nel senso, non sono bella nella maniera giusta, è vero? Voglio dire, che non ho abbastanza stile...per te...è questo? Parla d'amico" Dico, cercando di recitare al meglio le parole del testo. Vinnie mi ha guardata per tutto il tempo e adesso che incrocio il suo sguardo, ritorna a fissare il copione. "No...non hai lo stile giusto" continua lui. "Cambieró" gli dico, guardando il copione. "No tu non devi cambiare, devi rimanere così come sei" dice lui. Mi fermo un attimo nel leggere le prossime parole. "Continua" mi incita lui. Devo attenermi al copione. "Ma allora non ti potró avere" dico, mantengo la testa bassa, lui si avvicina a me. "Guardami mentre reciti, attieniti al copione" poi si allontana e continuiamo. "Ma perché non ti posso avere? Dimmelo!" Dico io, mi avvicino a lui. "Perché tu spingi troppo" continua lui, leggendo il copione, poi mi guarda. "Non abbiamo neanche il tempo di goderci la vita, la vita è troppo seria per essere presa sul serio" continua. "Ma se spingo così è perché voglio che le cose vadano meglio e voglio rendere noi migliori, rendere te migliore, ne verrà fuori un inferno ma io voglio farlo fino a quando non diventerai quella cosa perfetta che vuoi e puoi diventare, non troverai mai una come me, che ci tiene come me, che-" mi blocco istintivamente, non ripeterò la parola che viene dopo. Lui, mi guarda, butta il copione per terra e mi viene incontro in modo frettoloso, poi mi tocca il viso con la mano e si avvicina ancora di più a me, gli tocco il polso con la mia mano e poi le sue labbra toccano le mie, questo nel copione però non c'è scritto. Mi bacia e io bacio lui, il suo è un bacio prepotente e anche il mio immagino. Ha delle labbra morbidissime e spero che lui pensi lo stesso delle mie. La mia lingua entra a contatto con la sua e poi si stacca. "Scusa..non, ho perso il controllo" mi dice e si stacca da me, non gli do il tempo di finire perché sta volta sono io a baciarlo, lui ricambia e le mie mani toccano i suoi capelli. Ci stacchiamo istintivamente, poi si allontana delicatamente da me, si dirige verso il copione, è girato di spalle Riprendo il mio copione da terra e lui fa lo stesso, poi mi guarda e si tocca con le mani la bocca. "E credi che se io torno, tutto andrà al suo posto per magia? Cosa ci sarà di cambiato, di diverso, sarà una sconfitta per tutti e due" continua lui leggendo il copione, non capisco cosa stia facendo, ma faccio lo stesso. "E se.." mi fermo, che stiamo facendo? "E se fosse una vittoria per tutti e due?" Lui comincia a ridere, proprio come dice il copione e io lo seguo "Senti mi piace Hollywood, mi piace Alice Faye che altro pretendi?" Dico ridendo, così dice il copione. "Katie, tu sei troppo esigente" dice lui. "Però guarda cosa posseggo" e la scena finalmente si chiude. Possiamo entrambi il copione. Non sappiamo cosa dire, stiamo entrambi in silenzio, adesso è tutto molto più imbarazzante. Non so cosa dire.
Scendo le scale del palco e mi dirigo verso il posto più vicino, mettendomi la borsa in spalla.
"Dove vai?" Mi dice lui. "Abbiamo finito con le prove no?" Gli dico. "Si..immagino di sì" nessuno di noi parla di quanto accaduto durante le prove, del bacio, nessuno di noi due sembra volerne parlare. "In realtà avrei voglia di una birra" mi dice e io pure, tremendamente. "Ho delle birre in camera, potremmo, magari potremmo..no vabe lascia stare" mi dice, ci ripensa. "Si Vinnie, potremmo berci una birra, anche a me va" gli dico. Ho l'impressione che per lui stiamo andando troppo oltre. "Non so se è una buona idea" mi dice, infatti, come speravo. "Allora, io torno in dormitorio." Gli dico  e lui annuisce, poi scende dal palco anche lui. "Potremmo solo parlare" mi dice ad un certo punto. "Potremmo farlo, si" gli dico. "Io, allora vado in camera, passa quando.. si cioè quando finisci qui, insomma" gli dico e lui annuisce, poi esco dall'enorme sala, lasciandolo lì da solo. Appena esco ho il tempo giusto per metabolizzare quello che è appena successo lì dentro. Ci siamo baciati, così, dal nulla, non abbiamo pensato alle conseguenze, per lo meno non ci ho pensato io quando l'ho baciato per la seconda volta. Ma perché cazzo l'ho fatto? Non lo so, è questo il fatto, quando si tratta di lui, non sono sicura di niente. Mi dirigo verso il dormitorio ed entrò in camera mia. Non so se Vinnie verrà, passa mezz'ora e ancora sono seduta sul letto, sono molto ansiosa, sinceramente, dopo quello che è successo tra l'altro. Basta non ci penso più, decido di alzarmi per andare a mettermi il pigiama e poi andare a dormire ma nel momento in cui mi alzo dal letto sento bussare. Aspetto un secondo suono per essere sicura che abbiamo bussato e quando la sento apro la porta e infatti Vinnie entra con due birre. "Ho dovuto chiudere la sala" mi dice e io annuisco. "Beh accomodati" gli dico una volta che è già dentro la stanza. Posa una birra sulla scrivania e l'altra la tiene in mano. "Hai portato l'apri bottiglie?" Gli chiedo, si controlla le tasche poi scuote la testa. Prende l'accendino e apre entrambe le bottiglie. "Non ci sono mai riuscita sai" gli dico. "Ad aprire delle birre con un accendino?" Mi dice e soffoco una risata. "È facilissimo" mi dice e mi fa vedere come si fa. "Beh la prossima volta ci proverò, lo fai sembrare molto più facile" mi dice. "Per me è tutto facile" mi dice e poi inizia a guardarsi intorno. "Non avevo mai notato questi poster..Taxi Driver, le Iene, bastardi senza gloria, quei bravi ragazzi, mh" dice. "Ancora devo aggiungerne altri." Gli dico, è molto imbarazzante..non sappiamo di cosa parlare e lui sembra un po' a disagio, forse quasi quanto me. "Perché hai scelto 'come eravamo' " gli chiedo tutto d'un tratto. "Perché mi piaceva" mi dice. "Mi hai fatto venire apposta per provare con te quella parte?" Gli chiedo ad un certo punto, cosa mi voleva fare capire facendomi recitare quelle battute? "Non credi che abbiamo avuto troppe discussioni di questo genere per oggi?" Mi dice, non risponde alla mia domanda. Ha ragione, abbiamo avuto già una conversazione del genere e forse non è il momento giusto per intraprenderne in altra. "Senti, godiamoci la nostra birra e stiamo in pace, non ho voglia di discutere ancora" mi dice, la taglia lì e continua a sorseggiare la sua birra. Io faccio lo stesso. "Ho sempre amato quel film" gli dico ad un certo punto. "Quale? Come eravamo?" Mi chiede. "Si, l'ho visto quando ero piccola, mia madre è sempre stata fissata con Barbra Straisand" gli dico e lui mi ascolta attentamente. "Anche io, nonostante non sia il mio tipo di film, diciamo che però ci sono legato particolarmente" mi dice, non voglio chiedergli dettagli sulla sua famiglia, non so se è giusto quindi non glielo chiederó. Passiamo il resto dell'ora a parlare di qualsiasi cosa, di film, musica e registi preferiti, capisco che gli piace molto il cinema, proprio come me, infatti mi rifila un pappone su '2001: odissea nello spazio' ne parla per quasi mezz'ora e io lo ascolto attentamente perché mi piace il modo in cui intreccia gli avvenimenti, e il modo in cui cerca di dare spiegazioni a tutto. Mentre parla lo ascolto e mi metto di fronte a lui, seduta nel letto di Claire. Parliamo così tanto che quasi dimentichiamo quello che è accaduto tra di noi prima e quello che resta non sono i fatti ma le parole, il solo parlare ci sta tenendo incollati l'una al viso dell'altro. È l'una di notte già ma continuiamo a parlare. Si è fatto un po' tardi, infatti Vinnie comincia a sbadigliare. "Ti senti pronto per domani?" Gli chiedo, riferendomi all'interpretazione. "Non tanto" mi dice. "Per me sei stato bravo" gli dico. È la verità. "Mi sono sentito più a mio agio con l'altro copione" mi dice, si riferisce a quello che abbiamo fatto insieme. "Anche io." Gli confesso, è la verità, provare con lui non mi fa sentire per niente a disagio, anche se non è stata così la prima volta. Mi accenna un sorriso. Poi si avvicina a me, siamo uno di fronte all'altra. Mi tocca nuovamente la coscia. "Devo andare, è tardi" mi dice e io annuisco. Mi alzo di scatto e lui toglie subito la mano. Gli apro la porta. "Senti per quanto riguarda quello che è successo tra di noi, lascia stare, è stata solo una tentazione del momento" mi dice, è molto freddo nelle affermazioni che mi da. Una tentazione del momento? Ah. Avrei dovuto immaginarlo. Era ovvio "Quindi si tratta solo di questo, di tentazioni" gli dico. "Sono solo tentazioni Jackie" mi dice lui, come se mi volesse dare delle spiegazioni a quello che ha fatto, dato che è stato lui a farlo per prima. Non posso fargli capire che ci sono rimasta. "Stai facendo tutto tu Vinnie" gli dico ad un certo punto, faccio per chiudergli la porta in faccia ma lui mi blocca. "È cosi e basta" fa spallucce, com'è che dentro la mia stanza e su quel palco era tutta un'altra persona e ora che è uscito, è diventato il coglione di turno che è sempre stato. "Non funziona con me Vinnie" gli dico, so dove vuole arrivare, mi viene da ridere e infatti gli rido in faccia. "Non è l'impressione che mi hai dato sul palco" mi dice. "Perché mi stai dando spiegazioni? Credi che dopo un bacio del cazzo, che non è neanche stato tutto sto granché io possa, non so, provare interesse per te?" gli dico, lui è ancora appoggiato allo stipite della porta. Sta in silenzio. "Non ho bisogno di spiegazioni da parte tua. Adesso vai a dormire" dico. "Non dire cose che non pensi" mi dice lui, sembra che mi legge nel pensiero. "Ti dico la verità, piuttosto sei tu che dovresti farti un esame di coscienza" gli dico. "Ho già le idee chiare" mi dice e continua a guardarmi con il braccio appoggiato allo stipite. "Come no" gli dico e gli chiudo la porta in faccia. Basta così, non avrà nient'altro da me. Adesso ha veramente rotto il cazzo. Cioè davvero credeva di fare la parte dello stronzo a me? Non ha ancora capito che a giocare a questo gioco siamo in due. Lui mi è venuto dietro, dopo il nostro litigio, lui si è presentato ieri alla mia porta chiedendomi poi se avessi pianto. Lui ha fatto tutto per primo, sin dall'inizio. Lui ieri ha interrotto la conversazione che stavo avendo con Kyle. È lui, lui, lui cazzo. Si tratta solo di questo, vuole avere il controllo su tutto e vuole averlo anche su di me. 'Qualcuno prima o poi cederà' chi? Chi cederà?

A Change Of Heart / Vinnie Hacker Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora