"Andrai alla Boston University, fine della discussione Jackie"
"Papà perché devo farlo per forza? Sai che non voglio spostarmi da New York" rispondo in tono autoritario, guardando mio padre dritto negli occhi. È da quando sono stata accettata sia alla NYU che alla Boston University che in questa casa non si parla d'altro.
"È l'università che ha frequentato tuo nonno e che ho frequentato io, è stata anche grazie a questa laurea se sono diventato chi sono oggi" dice lui, allargando il nodo della cravatta.
Lo guardo dall'altro lato della scrivania, seduta su una delle due sedie di pelle nera per poi abbassare lo sguardo verso il pavimento, fisso il parquet, in silenzio.
"Tesoro, lo faccio per te, fidati di me, quest'università apre molte porte a chi come te vuole diventare qualcuno un giorno." Ribadisce mio padre, 'chi non vorrebbe diventarlo?' penso, alzo lo sguardo verso di lui, mi scruta impazientemente, riesco a percepirlo da come mi guarda attraverso la sua montatura nera. Annuisco. Forse dovrei ascoltarlo? So solo che voglio prendere una decisione il più presto possibile, ormai è da settimane che ci penso. Nella mia mente si fanno spazio una marea di domande, 'E se non dovesse piacermi il corso?' sono confusa. Ma mio padre continua a parlare, imperterrito. "E poi anche tua cugina Claire andrà li, inizierete questo percorso insieme, dovresti essere contenta del fatto che è stata accettata anche lei." Aggiunge, lo guardo e in un primo momento penso a come il piano di mia cugina di andare in Italia per un "Anno sabatico" sia fallito miseramente, mi viene da ridere, sapevo che la zia non glielo avrebbe mai permesso. Ma ritorno a pensare al soggetto della discussione "E se non dovessi trovarmi bene? E se il corso non mi piace? E se- "mi interrompe "A quel punto il prossimo anno lascerò che ti iscriva di nuovo alla NYU, l'università sulla quale hai puntato sin dall'inizio. Ma so già che non ce ne sarà bisogno. Ti troverai bene li e poi sono sicuro che non vuoi perdere un anno a vuoto giusto?" Mi arrendo, ha ragione, ormai è da un po' che penso a cosa fare, dovrò solo abituarmi a stare lontano dalla mia città, tutto qui. Non voglio deludere i miei genitori, mi hanno sempre sostenuto in tutto, e forse è arrivato il momento di ascoltarli, voglio prendere la decisione migliore per me, e voglio che i miei genitori siano parte di questa mia scelta. Non voglio essere impulsiva come al solito. "E va bene, ci sto" gli sorrido "Grazie Papà" taglio corto, voglio finire la discussione prima che ci ripensi di nuovo. "Sono contento che finalmente hai capito" sul suo viso appare un sorriso sincero "Vedrai ti troverai benissimo!" esclama mio padre, mi limito a sorridere e ad uscire dall'enorme studio, pieno di libri, dischi e di opere d'arte sicuramente di qualche artista emergente. Ricordo quando da adolescente stavo ore e ore rinchiusa qui ad ascoltare musica e a guardare le immagini dei libri d'arte di papà. La strada per diventare critico d'arte è molto tumultuosa, ma è proprio l'amore per la cultura e una laurea alla Boston university of fine arts che hanno dato la possibilità a mio padre di incoronare il sogno di diventare uno dei critici d'arte più affluenti di New York, mi dico che ho fatto bene ad ascoltarlo e mi convinco che non sarà poi cosi male, che mi troverò bene e che me la caverò come ho sempre fatto. Adesso come farò a organizzare il trasferimento in una sola settimana? Mi maledico per essermi concessa gli ultimi giorni per scegliere quale delle due università avrei frequentato. Attraverso il lungo corridoio con l'intenzione di raccontare tutto a mia madre. Entro in salone e la trovo sulla sua solita poltrona bianca, dietro di lei la grande finestra che in questa stanza fa da protagonista che lascia intravedere lo skyline di New York, di sera assume una bellezza particolare. Come quasi ogni weekend la trovo a leggere una delle sue solite riviste di Gossip. "Mamma" la chiamo, si gira immediatamente, sistemandosi la montatura degli occhiali e portandosi una ciocca bionda dietro l'orecchio, sul suo viso noto un sorriso "Allora che decisione avete preso? Sai che per me un'università vale l'altra." Dice con un tono dolce. "Papà mi ha convinto a scegliere la Boston University, secondo lui è la scelta migliore" dico, sedendomi sulla poltrona bianca di fronte alla sua, ci separa solo un tavolino di vetro. "Beh" dice mia madre togliendosi gli occhiali e guardandomi in faccia "Sai che la boston university è l'università che ha frequentato tuo nonno e anche quella che ha frequentato tuo padre, lui ci tiene nel continuare questa tradizione, e poi è vero, è un'università molto prestigiosa" la guardo e annuisco, so che mio padre ha sempre voluto continuare questa tradizione ed è anche per questo che mi sono convinta senza troppe discussioni. "Io e papà pero abbiamo trovato un compromesso" dico e lei ride "Uno dei tanti?" mi ricorda lei, mi scappa una risata "Se non mi troverò bene il prossimo anno, potrò scegliere di andare alla NYU, farò di nuovo richiesta" dico e lei sorride ancora "Spero che non ne avrai bisogno, so per certo che ti troverai benissimo e poi devi mettere e poi sarai insieme a Claire" dice, mia madre. "Sapevo che la zia non le avrebbe mai permesso di andare in Italia per un anno sabatico" le dico e ridiamo entrambe "Beh, la zia non ha tanto torto, neanche io avrei mandato mia figlia da sola in Italia per un anno sabatico, so che ormai non siete più delle bambine, ma non siete neanche tanto adulte da poter vivere un anno all'estero in Italia, da sole" Ha ragione, un anno è troppo e poi avrei comunque voluto iniziare subito il college, per questo quando Claire mi ha proposto di andare in Italia con lei ho rifiutato subito, sono sicura che avremo altre occasioni per andarci. Mia madre mi distoglie dai miei pensieri "Ti conviene andare a chiamare Claire e iniziare a organizzare il trasferimento, quanto tempo avete?" dice "Una settimana" rispondo, ricordando anche a me stessa che devo seriamente iniziare a organizzare tutto "Beh, qui bisogna darsi da fare, io domani lavoro, ma posso darti una mano durante la pausa pranzo se mi raggiungi in ufficio" dice mia madre sorridendomi "Certo, ti raggiungo per l'ora di pranzo" dico e ammetto di essere troppo ansiosa, ma lei mi rassicura immediatamente "Tranquilla tesoro, andrà tutto bene, sono cosi felice per te, non hai idea!" Dice, alzandosi dalla poltrona per venire verso di me a braccia tese, mi abbraccia, mi stringo attorno a lei, quasi non posso credere di star iniziando questo nuovo capitolo della mia vita. Da ragazzina guardavo a questo giorno come qualcosa che sarebbe arrivato in un futuro molto lontano. Fino a qualche anno fa avevo progetti cosi diversi, volevo studiare lingue a Londra e diventare interprete, e invece eccomi qui, a sognare di diventare tutt'altro che interprete. "Magari potremmo fare richiesta in modo che tu e Claire finiate nella stessa stanza in dormitorio" dice staccandosi da me e guardandomi con i suoi grandi occhi verdi. "Sarebbe fantastico! vado a chiamarla" dico, alzandomi dalla poltrona. Esco dallo spazioso e luminoso soggiorno dove mia madre e mio padre passano la maggior parte del tempo, a leggere, a suonare, a guardare la tv o semplicemente ad accogliere gli ospiti e i vari collaboratori di mio padre. Se dovessi contare quante feste e inaugurazioni di mostre d'arte mio padre e mia madre hanno organizzato in questa casa, giuro che perderei il conto. È cosi che sono cresciuta, la mia intera infanzia è sempre stata segnata dall'arte, dalla musica e dalla letteratura classica. Devo ammettere però che nonostante questo non ho mai amato particolarmente leggere, cosi come a differenza di mia madre non mi è mai interessato imparare a suonare il violino o il pianoforte, ci ho provato tante volte, ma crescendo mi sono accorta che i miei interessi cambiavano sempre di più, prima ho iniziato a interessarmi alle lingue (da li la decisione di voler diventare interprete). 15 anni le cose sono iniziate a cambiare, ho iniziato ad approcciarmi al mondo della recitazione, recitando in piccoli teatri, con la presunzione, devo ammetterlo, di poter recitare a Broadway. Ma è stato un sogno che ho abbandonato in fretta, poiché ho dovuto smettere all'età di diciotto anni, quando ho iniziato a dover studiare in maniera più assidua, in vista del diploma. Da li non ho più ripreso a recitare, e adesso è da quasi un anno che non salgo più su un palco. Non mi sono mai arresa, e seppur prima consideravo la recitazione solo un hobby, adesso so per certo che è la strada per incoronare il mio sogno più grande: diventare un'attrice. Molte volte ho voluto lasciar perdere, ma non ci riesco, ho provato a fare altro ma non sono mai riuscita a metterci la giusta passione e ogni volta mi rendevo conto di star perdendo solo tempo. Per questo ho deciso di voler studiare arte e spettacolo, in modo che potessi avere una minima possibilità di arrivare in alto e di lavorare a contatto con il mondo dello spettacolo. Ho sempre creduto in me stessa e per una volta nella vita ho finalmente la certezza di cosa voglio fare e di chi voglio essere. Salgo le scale e arrivo dritta in camera mia, apro la porta e la chiudo dietro di me, mi butto sul letto spazioso che domina la stanza, prendo il cellulare e digito il numero di Claire, alzo lo sguardo e fisso il mio riflesso allo specchio, i miei occhi marroni mi scrutano con ansia, mentre aspetto che Claire risponda, mi tocco ansiosamente i capelli lunghi che cadono lungo le spalle e poi mi aggiusto il colletto della felpa nera. Finalmente sento la sua voce "Heyy, allora cosa hai deciso?" dice "Prima tu" la incoraggio e lei sospira "Secondo te i miei avrebbero mai accettato di mandarmi in Italia?" sbuffa lei "Mia madre vuole che vada alla Boston" Mi metto a ridere e lei risponde "Di un po' Zio Lewis ti ha già detto che andrò alla Boston University non è cosi?" dice ridendo e io mi aggrego "Si, ma volevo sentirtelo dire" rido rumorosamente "HA-HA-HA" risponde lei in modo palesemente sarcastico "tranquilla non sei l'unica" la informo "Verrai anche tu?!" dice lei quasi incredula "Si, alla fine mi sono convinta" rispondo "Eppure sembravi convinta di voler andare alla NYU invece" ribadisce lei, mi alzo dal letto e cammino verso la grande specchiera per poi raggiungere il divanetto bianco sotto la finestra che si affaccia sulla 23esima, mi lascio cadere e fisso il grande palazzo di fronte il mio appartamento "Si ero convinta effettivamente, ma papà vuole che vada li, sai com'è.. è una tradizione, è un'università prestigiosa e bla bla bla" dico, imitando la voce di mio padre "Si anche a me hanno rifilato le stesse motivazioni, vabbè tanto in Italia mi sarei annoiata senza di te e poi non volevi venirci comunque" ammette mia cugina e io rido dicendo che anche io mi sarei annoiata alla NYU senza di lei ed entrambe arriviamo alla conclusione che forse è meglio cosi. "Pensi che staremo nella stessa stanza al dormitorio?" dice lei "Beh mamma ha detto che si può fare richiesta" la rassicuro io, dopo varie discussioni su cosa portarci e su come organizzarci per il trasferimento al campus ci salutiamo e promettiamo di vederci in settimana per parlare e per programmare il tutto.Dato che è stata una lunga giornata decido di usufruire del bagno in camera e mi faccio una doccia calda, per poi andare a dormire e mettere a tacere le mie preoccupazioni su questo nuovo anno alla Boston University.
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A Change Of Heart / Vinnie Hacker
Chick-LitJackie è la figlia di un rinomato critico d'arte, vive a New York, ma la sua vita cambierà nel momento in cui deciderà di frequentare la Boston University. Jackie vuole realizzarsi, durante questo lungo cammino riuscirà a scoprire molte cose su se s...