"Jackie sei sveglia?" sento la voce di Claire che mi chiama "Che ore sono?" dico con la voce impastata dal sonno. "Sono le sei e mezza del pomeriggio" mi informa. "Come ti senti? Ti sei addormentata con tutti i vestiti" mi fa notare. Mi alzo dal letto "Sto bene, solo che non ero pronta ad affrontare quella discussione, non adesso, non ora. Trasferendomi qui ho voluto liberare la mente da quello che abbiamo vissuto a New York, e tu non mi hai aiutata" dico, mentre mi stropiccio gli occhi. Claire è seduta sul suo letto e mi fissa. "Ascoltami." Dice in tono autoritario e io mi giro di scatto "Sono passati più di due anni. Quello che è successo lo sappiamo solo io e tu. Quello che abbiamo vissuto quello che abbiamo provato. Non posso dire che abbiamo sentito lo stesso dolore, ma ti posso assicurare che ho sofferto anche io e ho sofferto tanto, ma ho accettato la realtà dei fatti. Ho preso il dolore, ho convissuto con esso, gli ho raccontato le mie paure più grandi. Il dolore fa parte della vita. Ci guarda piangere, ci guarda soffrire, ma poi ci guarda rinascere. Tu lo hai rifiutato e queste sono semplicemente le conseguenze di esserti tenuta tutto dentro e di non aver ma voluto affrontare la realtà. Non serve a niente rinchiuderti in te stessa. Pensa al lato positivo, sii felice del fatto che Aron ha fatto parte della tua vita e che sempre ne farà." Ascolto ogni singola parola che esce dalla bocca di Claire e quando finisce mi siedo sul letto vicino a lei e mi lascio travolgere da un forte abbraccio. Non mi ero mai sentita capita, fino ad ora, credo. Guardo Claire mentre mi asciuga le lacrime, sto in silenzio. "A posto?" mi dice mentre smetto di piangere. "Sai che non ti lascerò mai da sola con le tue paure, basta solo che tu ne parli, va bene?" dice mentre mi guarda in faccia e per un paio di minuti mi appoggio a lei ed entrambe stiamo in silenzio. "Adesso basta piangere, andiamo, siamo alla Boston University e che cavolo! dobbiamo iniziare questa nuova esperienza con tutta la positività possibile" si alza dal letto e mi versa un bicchiere d'acqua. "hai ragione" dico, mentre bevo "Prometto che non ne parlerò mai più se non vorrai "mi promette, e io annuisco. Le sorrido, voglio rassicurarla, fargli capire che quelle parole mi sono servite.
"Comunque, quando sono tornata in dormitorio ho trovato una cosa parecchio strana" dice cambiando subito argomento, ascolto con attenzione "Cosa?" dico stranita. "Sotto la porta c'era questo" è un biglietto, strappato palesemente con troppa fretta dalla pagina di un quaderno, lo rigiro in mano ma non lo apro "E quindi?" le dico "E quindi penso proprio che sia indirizzato a te, aprilo" dice Claire, impaziente di vedermi leggere questo bigliettino che non ho ancora aperto da quando lo tengo in mano. "Come fai a sapere che è per me? L'hai letto vero?" dico, è ovvio che l'ha fatto. "Nono" risponde lei in modo alquanto poco credibile "Okay si, ma si capisce che è per te" perché?
"Aprilo!" continua a dire "Dimmelo tu quello che c'è scritto, se lo hai già letto" le dico con indifferenza "Dio santo aprilo e basta!" insiste Claire. Mi arrendo e lo apro 'Perché stai piangendo?' riesco a leggere dalla calligrafia disordinata e poi a seguire 'ti ho vista'. Penso immediatamente a Vinnie, lui era l'unica persona che mi ha visto piangere quando sono tornata. C'era solo lui, gli ho praticamente chiuso la porta in faccia. "Allora di chi è?" mi chiede Claire. "Non ne ho idea" ammetto, potrebbe essere Vinnie, ma cerco di pensare che potrebbe anche essere qualcun altro, magari non mi ha vista solo lui e io non me ne sono accorta, non lo so. Nel biglietto c'è scritto solo questo, nessuna firma, niente di niente, per quanto mi riguarda potrebbe essere chiunque. "Perché ci sono scritte quelle cose?" mi chiede ancora Claire. "Perché quando sono rientrata in dormitorio stavo praticamente piangendo a dirotto, magari qualcuno mi ha vista e ha voluto fare il carino o la carina, non saprei" non ho voglia di raccontarle il dettaglio di Vinnie, faccio la vaga, non mi va di affrontare questo argomento ora. "Beh, è un gesto carino pero se non sai chi è potrebbe risultare alquanto inquietante" Dice Claire, soffocando una risata, rido insieme a lei. "Vabbè chiunque sia stato ormai è passato" dico aprendo il cassetto del comodino e mettendoci dentro il 'misterioso' biglietto mi ripeto che potrebbe essere stato scritto da chiunque anche se nel profondo so per certo che sia stato Vinnie, ma scaccio via quel pensiero. "Comunque mentre tornavo in dormitorio ho incontrato Frances e Mona, ci hanno invitate a cenare insieme sta sera. E magari di andare al benvenuto per le matricole con loro" dice Claire. "Al benvenuto di che?" non so di cosa stia parlando. "Mi hanno spiegato che ogni anno la Boston University organizza un evento in onore delle matricole, ma ovviamente possono partecipare tutti. Niente di che, ci sarà un po' di musica, magari potremmo anche bere qualcosa e socializzare un po'" dice Claire, l'idea è molto allettante, ho bisogno di svagarmi un po'. "Per me va bene, ma solitamente non si fanno di giorno queste cose?" chiedo a Claire ma lei fa spallucce. "Va be allora è meglio se ci sistemiamo no? A che ora dobbiamo andare in mensa?" le chiedo. "No sta sera niente mensa, mangeremo nei vari stand di street food che l'università ha affittato proprio in occasione dell'evento" mi spiega. "Ah okay, allora è meglio che iniziamo a sistemarci adesso" Le dico e lei sorride. Apro l'armadio e decido di abbinare un paio di jeans , con una maglietta nera a maniche corte e un cardigan color panna, aggiungo le mie solite collane e opto per un paio di scarpe nere. Decido di farmi un trucco diverso dal solito e oltre il mascara applico anche un po' di eyeliner, completo con un leggero contouring e lascio i capelli cosi come sono. Prendo una piccola borsa beige che metto in spalla e sono praticamente pronta. Mezz'ora dopo anche Claire è pronta, sceglie un look classico ma un trucco un po' più elaborato. Usciamo dal dormitorio e una volta arrivate nella piazza centrale del campus notiamo come questo posto sia stato decorato perfettamente per l'occasione. La cosa che mi colpisce molto sono le luci che rendono la piazza molto luminosa. Intorno a me molti stand e ragazzi che chiacchierano, bevono e si godono la musica. "Ragazze!" ci sentiamo chiamare. "Ah eccole!" mi informa Claire ed entrambe ci dirigiamo verso Francy e Mona, che si sono già servite con quello che sembra un bel bicchiere di birra. Ci accomodiamo al tavolo e anche io e Claire ordiniamo una birra e un Hot Dog. "Allora come sono andate le vostre prime lezioni?" Ci chiede Francy con uno sguardo curioso mentre sorseggia la sua birra. "Abbastanza bene! Anche se abbiamo trovato estetica antica molto noiosa!" dice Claire e non posso che darle ragione. "Avete seguito storia del cinema?" chiede Mona "In teoria solo Claire ha partecipato alla lezione, io mi sono sentita male e sono dovuta tornare in dormitorio" rispondo alle ragazze "E ora come stai? Adesso capisco perché quando stavamo tornando in dormitorio abbiamo incontrato solo Claire" mi fa notare Francy "Adesso tutto bene, mi faceva solo male la testa" dico, non scendo nei particolari e mento su quello che ho realmente avuto, sembrano davvero due brave ragazze, ma mi sembra troppo presto ancora per rivelare i dettagli sul mio passato. Passiamo il resto della serata a parlare di esperienze di vita e delle nostre prime cotte tra una sigaretta e l'altra. Mona ci racconta la storia del suo ex senza scendere nei particolari. Direi che a giudicare dal quello che ha raccontato ha fatto bene a lasciarlo. Francy invece ci rivela che è ormai fidanzata con un ragazzo da quasi 7 mesi,Matty (Cosi lo chiama lei) è più grande di lei, ma nonostante questo si trovano molto bene insieme e non vede l'ora di tornare per le vacanze di Natale per potersi rivedere con lui. Infatti ci dice di essere originaria della California e che anche lui vive li, sono vicini di casa, sono praticamente cresciuti insieme, ma si sono fidanzati quando lei aveva 18 anni e lui 21. Anche Claire racconta le sue cotte secolari che ormai conosco a memoria. In particolare parla di come Terence, il suo primo ragazzo, che non era altro che un ricco viziato. Ricordo infatti di non averlo mai sopportato. Si vantava in continuazione di come la sua famiglia fosse importante a Wall Street. E di quanto fosse ricco. Claire ammette di come era molto presa da lui, talmente tanto presa da giustificare ogni suo comportamento egocentrico, che molto spesso la facevano sentire come se fosse un accessorio e non la sua ragazza. L'unica cosa che ricordo bene di Terence sono i suoi capelli mori e i suoi occhi azzurri, si lamentava spesso del suo naso, lo considerava troppo piccolo, mentre non avrebbe mai cambiato per niente e per nessuno al mondo le sue lentiggini e le sue labbra particolarmente carnose. Ridiamo quando Claire racconta delle sue cene con Terence e di come non si facesse altro che parlare di lui e del suo futuro. Anche io rivelo i dettagli delle mie cotte passate e racconto la storia di come conobbi Walter al liceo, e di come i suoi occhi nocciola potessero essere alle volte, ipnotizzanti. Lo descrivo con le stesse parole che avrei usato a 17 anni. Alto, magro, con i capelli neri corti, un naso praticamente perfetto per la forma del suo viso quasi triangolare, una mascella prorompente e qualche tatuaggio qua e la. Walter fu il primo ragazzo di cui mi innamorai, era una persona dolce, attento ai dettagli, fu lui il mio primo bacio. La nostra fu una storia travolgente, stavamo bene insieme, mi faceva sentire amata, col tempo pero la scintilla andava esaurendosi di giorno in giorno e decidemmo di lasciarci insieme a patto che rimanessimo amici. Ancora tutt'ora capita di vederci qualche volta. È un buon amico. Ridiamo quando Mona invece ammette che non è mai riuscita a mantenere un rapporto di amicizia con nessuno dei suoi ex'. "Erano tutti degli stronzi patentati" ammette ridendo e sottolinea di come adesso vuole pensare solo a divertirsi e a come i ragazzi per ora non sono più una preoccupazione per lei. Claire, Mona e Francy mi informano che devono andare in bagno mentre io decido di aspettarle vicino la biblioteca che attualmente è il posto meno affollato. Mi accendo una sigaretta una volta che individuo l'enorme posacenere fuori la biblioteca e controllo i social, non chiamo i miei genitori da praticamente due giorni, dovrei chiamarli. "Non è che avresti da accendere?" Mi giro e di fronte a me vedo Vinnie con una sigaretta in bocca. Devo dirlo, è attraente a primo impatto. "Certo" glielo porgo e lui si accende la sigaretta restituendomelo. Rimane li, siamo gli unici ad usufruire dello stesso posacenere. Perché deve rimanere qua? "Allora che avevi sta mattina?" interrompe il silenzio imbarazzante tra noi facendo riferimenti al nostro strano incontro di stamattina. "Mi faceva male la testa, scusami se ti ho chiuso la porta in faccia, non è stato educato da parte mia." Gli dico la verità, sarebbe maleducato chiudere la porta in faccia a chiunque. "Non preoccuparti, avrei comunque dovuto farmi i fatti miei" risponde secco lui. "Ti sei già pentito di esserti rivolto a me in maniera garbata?" gli domando senza pensarci due volte. Mi giro verso di lui, ha un'espressione sorpresa. "Possibile" dice ridacchiando. "Beh, non si direbbe dal bigliettino che hai infilato sotto la mia porta" gli dico, senza pensarci attentamente so per certo che è stato lui, è stato lui, giusto?. "Quale biglietto?" risponde. Mi sento subito avvampare dalla vergogna, non lo guardo, mi limito a fare qualche altro tiro, poi mi giro, lui é girato verso di me, i suoi occhi che adesso sono piú scuri mi scrutano, con espressione interrogativa, lo guardo in cerca di una risposta da dargli e lui scoppia a ridere "Sono stato io, tranquilla." Era tanto evidente quanto fossi imbarazzata? "Beh avresti potuto scrivere il tuo nome allora" gli ricordo e torno a fare un tiro di sigaretta "Credo che tu sappia già il mio nome e poi sei stata proprio tu a parlare del biglietto, o sbaglio Jannie?" dice "Mi chiamo Jackie " gli ricordo ma mi ignora "Comunque che ci facevi li?" gli chiedo. "Stavo aspettando che Jeremy mi portasse le chiavi della nostra stanza, le mie le avevo dimenticate dentro. E poi vabbè, ti ho vista piagnucolare, qualcosa dovevo pur dirtela no? mi hai fatto pena" Pena? Ma chi cazzo si crede di essere? Ma perché deve fare lo stronzo senza motivo? "Tu mi fai pena da quando hai praticamente provato a scassinare la porta della nostra stanza insistendo che fosse la tua, ma non ti lascio biglietti sotto la porta" affermo con freddezza e con fare piuttosto tranquillo. Lui non risponde, si limita ad aspirare, fa spallucce, poi il silenzio. Butto la sigaretta e mi allontano senza neanche degnarlo di uno sguardo. Ma come si permette a dire che gli facevo pena? Non ho bisogno della sua compassione. È patetico. Lascia biglietti sotto le porte e poi ha anche il coraggio di dire certe cose, mi viene da ridere. Ritorno allo stand e fortunatamente vedo le ragazze uscire dal bagno. Era ora. La mia curiosità mi porta a rigirarmi verso Vinnie, ormai lontano da me che è rimasto solo, starà finendo di fumare. Mi da fastidio pure guardarlo, e pensare che credevo volesse farsi perdonare per quelle poche volte che ha fatto lo stronzo. Ma per favore.
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A Change Of Heart / Vinnie Hacker
ChickLitJackie è la figlia di un rinomato critico d'arte, vive a New York, ma la sua vita cambierà nel momento in cui deciderà di frequentare la Boston University. Jackie vuole realizzarsi, durante questo lungo cammino riuscirà a scoprire molte cose su se s...