Dopo quasi un'ora di viaggio (per via del traffico) finalmente io e Jeremy arriviamo a casa. Lasciamo la macchina che abbiamo in comune in garadge, ci salutiamo e io torno a piedi a casa mia, dato che si trova proprio a pochi isolati da casa di Jeremy, girando l'angolo per l'esattezza. Adesso ho capito perché ero pensieroso all'idea di Jackie a cena da Jeremy, avevo paura che Barry o che Amanda mi chiedessero se fossi passato a casa dei miei nonni per salutarli, non volevo che Jackie sapesse della mia famiglia, ma a dirla tutta quella sera, qualcosa l'ha pure capita dato quello che è successo, ma non ha fatto domande e questo lo apprezzo. Appena arrivo vicino al vialetto di casa faccio un sospiro, inserisco la chiave nella serratura ed entro dentro. "Hey!" Comincio a dire e mi faccio spazio all'interno della casa "Vinnie!" Dice mia nonna e viene subito ad abbracciarmi. "Ti stavamo aspettando tesoro" Mi dice e si stacca da me. La sua montatura lascia intravedere uno sguardo sincero. "Non potevo non tornare" dico io sorridendo. Sento dei passi provenire dal piano di sopra "Vincent!" Dice mio nonno, gli vado incontro nelle scale, poi lo abbraccio. "Come stai? Non vedevo l'ora che tornavi" mi dice e io gli sorrido. "Vieni ti aiuto a posare le cose in camera" mi dice, e riprende a salire le scale verso il piano superiore, lo seguo ed entro in camera mia. Non è cambiato nulla. A dire il vero qui il tempo è come se fosse sempre fermo. La mia camera è la stessa di quanto avevo 17 anni. Un letto singolo al centro, un comodino di lato, l'armadio e una serie di poster di cantanti che ormai non ho più il tempo di ascoltare. Alzo lo sguardo e intravedo il mio vecchio poster di Marvin Gaye, immediatamente questo mi riporta a quel giorno con Jackie, quando abbiamo ascoltato il vinile in cabina. Scaccio via quel pensiero e butto il borsone sul letto. Davanti a me una grande scrivania affiancata da una libreria prima di Vinili, qualche libro e tantissimi CD che sono riuscito a collezionare durante la mia adolescenza. "Allora come va? Come sta andando questo nuovo anno" mi chiede mio nonno mentre io sono ancora in piedi vicino al letto. "Tutto bene nonno, sempre la stessa vita" gli dico. "Beh, è solo questione di un'altro anno, poi inizierai anche tu ad entrare nel mondo del lavoro e ad avere la tua vita" mi dice, ha ragione, prima o poi dovrò lasciarmi questa città alle spalle, con tutti i drammi che ha portato nella mia vita. "Io vado giù, ti lascio sistemare le tue cose" mi dice e io annuisco, poi si dilegua. Rimango solo nella stanza, chiudo la porta a chiave e mi affaccio sulla grande finestra che da sul retro della casa, mi accendo una sigaretta. Sto cercando di rielaborare quello che è successo in questi mesi, ma sopratutto quello che è successo ieri con Jackie. Per la prima volta mi ritrovo a dover pensare a una situazione con una ragazza. Sta accadendo tutto così velocemente e non ho avuto il tempo di mettere le cose in chiaro correttamente, perché io ho sempre fatto così. Ieri mi ha baciato, volevo respingerla ma invece ho ricambiato ma è stato un errore. Non voglio farmi prendere dal momento e non voglio farmi prendere da lei. Io sto bene così e voglio stare da solo. Ma poi arriva lei che sa così tante cose, che capisce quello che dico, che mi risponde a tono, che sa quasi leggermi nel pensiero e li i miei pensieri e i miei comportamenti cambiano e mi ritrovo a non saper più come fare o come agire. Sbuffo, poi guardò fuori dalla finestra, la neve ormai ha intasato tutte le strade, infatti io e Jeremy abbiamo avuto un po' di difficolta nel tornare e c'è veramente molto freddo. Butto la sigaretta dalla finestra e poi la chiudo. Iniziò a sistemare le cose in camera e senza accorgermene è già ora di cena. Lo capisco dalla chiamata insistente di mia nonna che proviene dal piano di sotto. Scendo le scale e arrivo in cucina. "Siediti tesoro io e tuo nonno dobbiamo parlarti di una cosa" mi dice mia nonna. Sono stranito ma prendo posto a tavola. "Che succede?" Chiedo. "È arrivata questa due giorni fa" mi dicono e mia nonna poggia una lettera rossa sul tavolo è stata già aperta. Il francobollo dice 'New York' da lì ricollego subito. "Non la leggeró" dico. "Per favore Vinnie." Mi dice mia nonna, so già che si tratta di una lettera di mia madre. Alzo gli occhi al cielo. "Non mi interessa, vi ho detto mille volte che non voglio sapere più nulla di lei, non costringetemi" dico a loro che continuano a scrutare ogni mio movimento. "Vincent.." continua mia nonna avvicinandomi la lettera. "Nonno per favore diglielo tu" gli dico, ma lui alza le mani in segno di arresa. Mi rigiro di nuovo verso mia nonna. "Leggi almeno cosa c'è scritto!" Dice mia nonna insistemente. Prendo la lettera con forza e apro la busta, dentro c'è un foglio rosa e tre biglietti per un volo aereo verso New York, prima classe per giunta. A quanto vedo non si fa mancare niente mia madre. Prendo il foglio e lo apro, scorro con gli occhi sulle parole "mi piacerebbe molto se tu e i tuoi nonni veniste a cena da noi la notte di Natale.....Fammi questo regalo Vincent. Ti amo, Mamma" la chiudo e la ributto sul tavolo. "Non ci andremo" dico senza esitare, avevo già capito le sue intenzioni dai 3 biglietti che accompagnano la lettera "Io e tua nonna pensiamo che sia giusto andarci Vinnie" dice mio nonno, mi chiama Vinnie in modo affettuoso, come se volesse alleggerire la pesante richiesta che mi hanno appena fatto. Mi alzo dal tavolo. "Perché?!" Dico ad un certo punto. "Vinnie ascolta, è passato tanto tempo. Tu devi avere dei contatti con tua madre" mi dice ad un certo punto mia nonna, anche lei si alza dal tavolo. "Non lo capisci? Non la voglio vedere!" Continuo a dire. "Vincent siediti" dice mio nonno in tono autoritario. Mi risiedo sulla sedia. "È solo una cena" continua lui. "Magari vuole solo parlare, vuole che ritorni a far parte della sua vita" dice. Ho lo sguardo fisso sul tavolo. Lui mi stringe il polso con la sua mano. "Senti, non devi necessariamente tornare a far parte della sua vita, okay? Ma almeno partecipiamo a questa cena, fallo per noi, fallo per tuo padre. Hai letto la lettera a fondo? Dice che ne varrà del tuo futuro" continua lui, ma che sta dicendo? "Che vuoi dire?" Gli dico. "Tua madre ha scritto così, non ho idea, lo scoprirai solo andandoci" mi guarda. Ho gli occhi lucidi, sono troppo arrabbiato con loro, mi sento pugnalato alle spalle. "Tuo padre avrebbe voluto così Vincent" dice mia nonna, ha uno sguardo troppo sincero. "Quando dovremmo andare la?" Chiedo ad un certo punto "Il 25 dicembre" esista mio nonno. "Va bene, andremo a questa cena del cazzo, ma dopo non ne voglio sentire più." Dico e poi mi alzo dal tavolo. "Almeno finisci la tua cena!" Urla mia nonna. "Non ho fame" e proseguo per la mia stanza, mi chiudo la porta dietro e mi butto nuovamente sul letto. Non sono pronto a tutto ciò e non capisco come i miei nonni abbiano avuto il coraggio di dirmi una cosa del genere. So che lo hanno sempre voluto ma non così, non in questo modo. Sbuffo. Mi fumo un'altra sigaretta e poi decido di rilassarmi con un po' di musica. Non voglio stressarmi la vita per una cenetta del cazzo, voglio stare tranquillo, farmi scivolare le cose addosso. So che non sarà così quando mi ritroverò in quel tavolo, davanti a Ralph, a mia madre e a dio solo sa a chi. Alzo gli occhi al cielo.
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A Change Of Heart / Vinnie Hacker
ChickLitJackie è la figlia di un rinomato critico d'arte, vive a New York, ma la sua vita cambierà nel momento in cui deciderà di frequentare la Boston University. Jackie vuole realizzarsi, durante questo lungo cammino riuscirà a scoprire molte cose su se s...