La Selva Oscura e la Caduta di Lucifero

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"Quella è la Selva Oscura?"- Gli occhi di Lotus sono puntati sull'isola di roccia su cui è chiaro, sia stata piantata un oscura foresta. Dopo il tradimento di Satanachia, il suo protettore è divenuto Valak, come da proposta alla riunione infernale. L'uomo è al fianco di Lotus, sistemato in quello sbadato abbigliamento, mentre lei indossa un abito corto nero, a giro manica e a mezzo collo. Ai piedi anfibi semplici del medesimo colore del vestito, e i capelli lasciati a svolazzare dal calore delle fiamme infernali sotto di loro.
"Si, è quella."- Risponde con fare semplice, seccato quasi da quella domanda che forse per loro, pare quasi scontata.
"E perché Satanachia era così terrorizzato all'idea di essere spedito laggiù?"- Domanda porgendo il capo in sua direzione, curiosa. Sbuffa il demone alzando gli occhi al cielo che non c'è, andando lentamente con l'attenzione su di lei.
"La Selva Oscura è il luogo più pericoloso, orribile, tremendo, che esista nell'universo. È impossibile da aggirare in qualsiasi modo e coloro che vi vengono buttati dentro, possono resistere al suo tormento o morire. Se ci si sposta troppo dal centro, si cade nelle fiamme. È una foresta fatta di soli alberi neri, le anime tormentate, quelle che siamo riusciti a soggiogare e strappare dagli uomini in superficie, vengono gettate all'interno della selva. È una punizione divina, si esce psicologicamente distrutti da quel posto, che tira fuori le paure più profonde che un uomo possa avere. Non importa che tu sia un demone, un angelo.... una strega.."- Lo ascolta Lotus, annuendo di tanto in tanto.
"... lei trova il modo di farti soffrire le peggiori pene dell'inferno. È il frutto della disperazione, della rabbia, della delusione, della gelosia, dell'odio, di Lucifero a seguito della sua caduta dal paradiso. Inoltre ti vengono posti sui polsi delle manette in legno, su cui sono incise parole antiche. Servono per bloccare i poteri di coloro che ne sono dotati, durante la permanenza nella selva. Solo Lucifero può liberare qualcuno da quelle manette. Sei una studentessa di Teologia no? Dovresti sapere queste cose!"- Le domanda ora, inarcando un sopracciglio. Lei annuisce appena stringendo le labbra, direzionando nuovamente gli occhi in direzione della Selva. Improvvisamente un urlo si eleva verso l'alto, disperato e intenso. Un urlo proveniente proprio dalla Selva Oscura e che la porta a schiudere le labbra palesando del chiaro stupore. Valak dal canto suo, ride, come sempre.
"Si sono una studentessa di Teologia, ma.. non è così che ci era stato descritto l'inferno, non è così che ci erano stati raccontati i demoni. Ne tantomeno, credevo che Lucifero potesse rimboccarmi le coperte!"- Spiega semplicemente all'altro, che ora serioso e curioso, scosso in parte, inarca un sopracciglio.
"Rimboccarti che? Le coperte?"- Sorride appena la donna, guardandolo ora lei, con sano divertimento. Annuisce a conferma di quella rivelazione, incrociando le braccia al petto. Valak nel frattempo, con un cenno della mano la invita a seguirlo. Tranquillamente lei lo fa e insieme, costeggiano il castello di fuoco andando a direzionarsi sul retro di questo.
"Allora, ti racconterò la vera storia di Lucifero e di tutti noi."- Annuisce lei sentendolo schiarirsi la voce tossendo, è rimanendo con gli occhi su di lui.
"Lucifero era l'angelo più bello del paradiso, il più forte, il più buono, il migliore guerriero e difensore dei deboli, fedele servitore di Dio.  Michael, era il suo sottoposto, insieme hanno vinto gloriose battaglie nei secoli e tante e tante volte, si sono trovati a dover salire in superficie per sistemare gli orribili misfatti dell'umanità. Un giorno Lucifero, stanco di eseguire ogni singolo capriccio di Dio e dei suoi umani figli, decise di disubbidirgli e di porsi a suo stesso livello, proponendogli di trovarsi di fronte a lui, come suo pari.  Tutti noi, suoi pari. Ma non fu questo a scatenare l'ira di Dio, con conseguente nostra caduta dal paradiso, la storia è molto più complessa. Lucifero era fermamente convinto del fatto che l'umanità, non meritasse la benevolenza di suo padre. Che non fossero pronti a curare e sostenere la terra che a loro, era stata affidata. Indignato da tanta presunzione e presa di posizione, secondo quanto affermava Dio almeno, le sue legioni si schierarono contro Lucifero e contro tutti quelli, come me e molto altri, andavano a suo favore. Ci fu una sanguinosa guerra, morirono molti nostri fratelli e sorelle. Lucifero venne letteralmente gettato giù dal paradiso e la sua caduta, provocò una distruzione del mondo terrestre, dando vita all'inferno. Molto e molto a lungo pianse lacrime di sangue, come gli angeli, piansero lacrime di oro."- Allibita da quanto ascoltato, la domanda viene diretta.
"Lacrime di oro? Un momento, ma la caduta di Lucifero dal paradiso è un classico. Cosa c'è di differente dalla storia che giornalmente studiamo sui libri? "- Chiede e nel mentre, volge gli occhi davanti a se cogliendo qualcosa che, inevitabilmente, la porta a stupirsi e a spalancare la bocca.
"Wow.."- Si ferma appena all'ingresso di un immenso giardino di alberi verdi, verso cui centro si intravede appena una fontana. Valak non sorride, ma coglie lo stupore di lei, accennando appena ad un movimento con le spalle.
"Se tocchi l'acqua diventa sangue..."- Lentamente la donna torna con gli occhi su di lui, sfarfallando le ciglia e incoronando le braccia al petto. Lo guarda con rimprovero e gonfia il petto.
"Non è vero... comunque... continua!"- Lo incita a parlare con un movimento della mano, mentre il passo riprende in direzione del giardino, seguita dal passo pesante e goffo del Demone.
"Ciò che nessuno sa è che Lucifero non è nato cattivo, come non lo eravamo noi. È stata la presa di posizione di Dio, la sua convinzione e fiducia nell'umanità, la sua indifferenza davanti al dolore degli angeli che giornalmente morivano per lui, favoreggiando sempre e solo i suoi figli umani, a far scattare qualcosa nella testa del Re. Lucifero è un anima tormentata, sola, che si nutre della paura, del disprezzo e dell'angoscia dell'uomo, per appagare quella parte che lo fa sentire tremendamente solo. Oh... e anche per mostrare a Dio che gli uomini erano, sono e saranno sempre, inguaribili peccatori. Non era geloso del potere di Dio, avrebbe voluto condividerlo con tutti e utilizzarlo, per il bene di tutti. In realtà, penso avrebbe voluto solo più comprensione da parte di suo padre. Michael e gli altri Arcangeli, come anche quel tuo amico.. Gabriel, decisero di seguire le volontà dittatoriali di Dio che hanno portato negli anni, solo ed unicamente a sfavoreggiare loro stessi. Noi altri, Demoni... abbiamo scelto la strada della libertà, della sincerità, della vita e della morte. Non siamo noi gli ingannatori..."- Valak porta il braccio ad alzarsi con il dito, a puntare il cielo. Il capo di Lotus segue quel movimento schiudendo le labbra e sospirando profondamente, forse solo in parte convinta di quanto Valak afferma.
"... sono loro!"- La storia di Valak sulla caduta di Lucifero, sembra una doccia d'acqua fredda e per quanto l'abbia incantata, appassionata, la voce del  Re attira l'attenzione di entrambi, che si volgono proprio verso di lui.
"Valak, partiamo a momenti verso la superficie. Ho dato disposizioni a lilith e Kali, sapranno cosa fare. Vai ora, sistema le ultime cose prima della partenza, sostituirai Satanachia per ora a capo dei suoi demoni!"- Un inchino da parte del Demone che, dopo un ultima occhiata a a Lotus, comincerebbe a camminare seguendo la strada opposto a quella a percorsa. Lei lo segue con lo sguardo, ma poi, unendo le mani davanti a se, torna con gli occhi su Lucifero, sempre infilato in quell'abbigliamento nero e serioso. La guarda attentamente, come se le stesse scrutando l'anima e lei, si volge verso il giardino, indicandolo con un accenno della mano.
"Cos'è?"- Lui fa spallucce e prende a camminare per affiancarla, fermandosi con gli occhi su quello spettacolo verde.
"Il mio giardino, niente di più, niente di meno!"- Lotus prende a camminare all'interno del percorso di brecciolini seguita dell'uomo, sospirando profondamente e fermandosi davanti ad un gruppo di rose nere.
"Sembra assurdo, un giardino fatto di alberi verdi, al centro dell'inferno"-
"Non è assurdo, lo è solo se pensi che non sia possibile"- Sorride appena lei, rimanendo con le iridi sulla rosa. Lucifero allunga la mano e ne spezza la base per tirarla a se e annusarla. Lei lo guarda compiere quel gesto e lentamente, va a scontrarsi con i suoi occhi di ghiaccio. Si sente guardata come la cosa più fragile e preziosa del mondo, e l'idea di essere qualcosa del genere per lui, la imbarazza profondamente.
"Non farai stupidaggini in superficie vero? Non sono un uomo che perdona molto facilmente"- Lotus sorride, allunga la mano verso lo stelo della rosa che stringe Lucifero tra le dita delle mani, e la tira a se. Sa di fresco, buono, differente. Lui continua ad osservarla e come le api attratte dal miele, tenta di poggiare il dorso della mano sulla guancia della strega, mimando una carezza. Non si distanza Lotus a quel contatto tra loro, ma continua piuttosto ad osservarlo attentamente, nel tentativo disperato di coglierne l'emozioni negli occhi. Ma sono vuoti spenti. Lei sorride appena e abbassa il viso, ma con l'altra mano, Lucifero la costringe ad alzarlo per continuare a guardarla. La mano di Lotus lentamente si pone su quella calda e forte di lui, quella posta fino ad un momento prima, sotto al proprio mento stringendola nella propria. L'uomo dai capelli d'oro, il fu angelo più bello del paradiso, le sorride scoprendo la perfetta dentatura biancastra e ponendo velocemente una mano sulla sua schiena, la conduce ad impattare col proprio corpo. Sorpresa da quel movimento improvviso, la rosa cade e i palmi si poggiano sulle spalle del diavolo.
"Cosa..."-
"Shh..."- I loro visi tremendamente vicini, tanto da condividere i respiri, le braccia di lui strette attorno al suo fragile corpo, le mani di lei, poste sulle larghe spalle dell'uomo. I nasi si sfiorano e strofinano, come il più intimo dei gesti. Le labbra di Lucifero lentamente, debolmente, si pongono a sovrastare quelle di lei che, finalmente, sorregge il suo sguardo. All'unisono si muovono le une sulle altre, e ne avverte la morbidezza, la passione, con cui si lascia animare e la anima a sua volta. Il petto di Lotus si agita e il basso ventre si infiamma desideroso. La stringe con forza a se, ma non tanto da farle mancare il respiro e lei, in egual modo, si stringe a lui chiudendo gli occhi. Le lingue si sfiorano e le salive si scambiano a lungo, molto a lungo. Le mani di Lucifero scendono a mapparle il corpo per sollevarla infine da sotto i glutei, in modo da poggiarla a ridosso di un muretto. Si infila con prepotenza tre le sue gambe, ma è pura passione, tanto che la stessa Lotus l'accoglie e non si divide da lui. Con gli occhi ancora chiusi, lascia che lui si distanzi dalle sue labbra per portarle lungo il proprio collo. Ansima e si spinge con il bacino verso di lui, presa da quella passione, preda delle sue mani e tutto sfuma quando si sente scottare, prendere la scossa.
"Aii..."- Lucifero fa un balzo indietro e si attacca con la schiena al primo albero di fronte a dove Lotus è seduta. Quando lei apre gli occhi si porta una mano all'altezza del collo dove quel pizzico è stato avvertito, ma non è quello che le fa crucciare l'espressione del viso.
"Lucifero, i tuoi occhi!"- Lui li sbarra e discosta il viso altrove, il petto si agita e preoccupazione si fa largo lungo i suoi lineamenti.
"Sto bene.. dobbiamo andare"-
"Ma...."- Alza una mano verso di lei per ammonirla e quando gli stessi occhi dell'uomo si rivelano, sono nuovamente azzurri, normali. Sorride profondamente e lei, ricambia appena confusa, mentre quella stessa mano le viene sporta per essere presa. Scende dal muretto e si conduce verso di lui a piccoli passi, alzando a sua volta una mano e facendo per afferrare quella di Lucifero.
"Mia Regina... andiamo a comando del mondo"-

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