19.

120 12 21
                                    

Louis
Ero immobile davanti a un Harry sofferente che tossiva provando a ingurgitare, letteralmente, dell'aria. Non sapevo che diamine fare. Come avevano potuto lasciarmi da solo in quella situazione? Non ne sapevo niente di come funzionassero quelle cose.
"L-ugh...Loui-" soffiò con un filo di voce Harry.
"Sono qui" che dovevo fare?
"N-non...r-resp-piro...a-aiut-" e i colpi di tosse si fecero più intensi di prima. Agitò le mani cercando un appiglio a qualsiasi cosa, sbattè i piedi per terra e il suo corpo si contorceva.

"DOVE CRIBBIO SONO FINITI QUEI TRE CRETINI!" Urlai al nulla per la frustrazione. Cazzo non potevo lasciarlo così. Mi strinsi i capelli tra le mani e provai a mantenere la lucidità. Pensa qualcosa, pensa qualsiasi cosa... continuai a ripetermi come un mantra. Alla fine ricordai davvero una cosa importantissima. Qualche anno addietro ero stato obbligato dai miei genitori a seguire un corso extra scolastico sul primo soccorso. Per calmare un attacco di panico c'era bisogno che la persona interessata mantenesse il respiro, ovviamente non poteva farlo da solo. Serviva un ausilio, come nel caso di Harry un inalatore, dato che soffriva d'asma. Il problema era proprio questo, non ne avevo uno. I mugolii strozzati di Harry attirarono nuovamente la mia attenzione. Nonostante odiassi quel ragazzino tutto ricci e fossette, non potevo continuare a guardarlo stare in quel modo. Agii d'istinto, provando a fargli trattenere il fiato.

Mi accasciai al suo livello, poggiando le ginocchia sul pavimento. Lui mi guardò con occhi colmi di emozioni in cui lèggevo paura, confusione, disorientamento. Chiusi le palpebre e afferrando le sue guance bagnate premetti con forza le mie labbra sulle sue.
Sentivo il suo respiro affannato scivolarmi all'interno del corpo, era caldo. Spostai una mano all'altezza del suo cuore e percepii che finalmente il battito stava tornando normale, o quasi. Il respiro si regolarizzò e riaprii gli occhi puntandoli nei suoi color smeraldo. Ora ciò che vedevo era stupore e shock. Non so perchè, forse per accertarmi stesse davvero bene, non rimossi le mie labbra dalle sue. Poi lui pose le sue mani sul mio collo, con esitazione, e io aumentai la pressione sulla sua bocca. Un uragano di emozioni mai provate prima stava girando nel mio stomaco.

In quel preciso momento fui portato alla realtà da un: "MA CHE STA SUCCEDENDO QUI!" E mi scostai frettolosamente da Harry, rigettando le sue mani all'indietro. Ora le sue labbra erano rosso scuro e le lacrime che prima scendevano copiose dai suoi occhi, si erano asciugate.
I nostri occhi non si divisero ed entrambi facevamo difficoltà a capire cosa fosse davvero accaduto.

"Cre-credo che questo no-non serva più" disse a tentoni Niall alzando l'inalatore che teneva fra le mani.
Mi voltai e notai le facce pallide e scosse dei miei migliori amici. Diedi un'altra occhiata ad Harry, poi di botto mi alzai dal pavimento volendo fuggire il prima possibile da quella stanza.
"De-devo...i-io è meglio se..." uscirono parole sconnesse dalla mia bocca, precedendo così la mia uscita dal bagno con il cervello ridotto a una poltiglia.
Lasciato che la porta si richiudesse alle mie spalle, mi ci appoggiai. Le gambe sembravano diventate di gelatina.

Con calma mi diressi verso la nostra stanza per riordinare i pensieri e consapevole di dover cominciare a preparare le valigie per tornare a casa.
"Ehi ragazzo!" mi fermò la voce di una donna.
Frastornato per i continui rumori intorno a me, impiegai qualche secondo a rispondere. Sarò sembrato sicuramente uno stupido.
"Mi dica" risposi il più convincemente possibile.
"Il signor Cowell rivuole sul palco te e altri quattro ragazzi e da quanto mi hanno detto siete compagni di stanza. Appunto per questo se puoi cercarli e dirgli di raggiungerci sul palco sarebbe fantastico" che significava? Cosa voleva adesso quello psicopatico da noi? Si, sembrava un killer o uno stalker con quel sorriso inquietante da sadico.
La mia mente mi stava giocando brutti scherzi, mi ci sarebbe voluta una sigaretta.
La donna si congedò e appena mi diede le
spalle tastai le tasche dei pantaloni e della felpa per quel fantastico anti stress.
Sbuffai rumorosamente, perché non ne avevo con me neanche una e sapevo a chi le avessi date. Zayn!
Accantonai la ricerca e presi il cellulare componendo il numero di Liam, certo che fosse quello rimasto più tranquillo dopo aver visto io e Harry che beh...-un brivido mi percosse la spina dorsale- ...si quello.

"Liam ci hanno richiamati sul palco quindi porta tutti lì, io vi aspetto già sul posto" comunicai frettolosamente la notizia al moro.

"Okey Louis. Non so cosa vogliano da noi, ma sono sicuro sul fatto che dopo io e te dobbiamo parlare, faccia a faccia" sapevo che avrei dovuto affrontare quel discorso con uno di loro e, probabilmente il più importante, con Harry.

A questo proposito: "Come sta?" chiesi con indecisione.

"Bene, stiamo uscendo ora dal bagno" rispose semplicemente, ma abbassando il tono di voce: "qualunque cosa fosse quello ha davvero funzionato e sta molto meglio di prima. Perfavore amico, non fare cazzate e pensa alle possibili conseguenze...uhm" aveva ragione. Incredibilmente fastidiosamente ragione.

Chiusi la chiamata e riponendo il telefono in tasca, salì sul palco.

———————
Senza nessun preavviso ecco un nuovo capitolo dopo un po' di tempo.

Btw io sono di nuovo in dad 100%.
Voi? spero stiate bene.

Tell me about X FACTOR [larry]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora