13 capitolo

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Pov t/n

Mi scoppiava moltissimo la testa, cercai di aprire piano piano gli occhi, li apri una prima volta ma la luce era troppo forte e li richiusi immediatamente, riprova e piano piano i miei occhi si abbituarono alla luce mi guardai a torno e mi accorsi che mi trovavo in una camera da letto , guardai meglio la camera e riconobbi essere quella Axel, cercai invanamente di alzarmi dal letto ma qualcosa me lo impediva guardai in basso e trovai la testa del mio compagno appoggiato sul mio ventre.
Cercai di sposstallo senza svegliarlo ma purtroppo non riuscii nel mio intento che lo vidi di scatto aprire li occhi, Riuscii a guardai un istante che me lo ritrovai abbracciato,
(MI STAVA STRITOLANDO)
-O mio dio ti sei svegliata finalmente-  mi rispose con voce quasi singiozante. Cercai di staccarmi da me battendo molte volte sulla sua schiena per farlo staccare, ma a quanto pare non capiva che mi stava soffocando
-Axel mi stai soffocando, per favore staccati- lo dissi quasi con una mancanza d'aria e quando lui capi la situazione si stavo da me,
-Scusa- lo disse quasi imbarazzato.
- Cosa è successo- chiesi ad un tratto, non ricordavo molto.
- Non ti ricordi proprio Ninte- io scossi la testa in segno di negazione.
Lui mi guarda negli occhi e inizia a parlare.
-Sei svenuta nel mio ufficio ho fatto giusto intmepo a prenderti al volo prima che cadessi per terra,-, non riuscivo proprio a ricordare niente,
Stavo per chiedergli il motivo del perché ero svenuta quando la porta si aprì di scatto e sulla soglia c'erano tre figure maschili che avrei riconosciute a chilometri i distanza, quando i miei due fratelli si avvicinarono insieme a mio padre , delle immagini iniziarono a bombardarmi la mente, ricordo loro nel uffici di Axele e io sulle sue gambe, ascoltando la mia famiglia racomtandomi una dura e amara verità.
I miei occhi iniziarono a riempire di un lucido velo di lacrime che quando si ritrovarono tutti e tre davanti a me iniziarono a scendere una per una come una catena infinita sulle mie guance ormai diventare rosse per il forte pianto,
Non volevo credere che nella  la mia famiglia era cacciatori non volevo crederci,  quando Alex il mio fratellone inizio ad avvicinarsi io inizia ad i dietregiare non volevo che lui mi toccasse, indietreggiai fino a toccare il petto di qualcuno che mi circonda la.vita con le sue forti braccia, non cera bisogno nenache di voltarmi sapevo di.chi si trattava e soltanto con un suo piccolo tocco mi rilassai.
-Piccola mia- il primo a parlare di mio padre - mi dispiace che tu l'abbia dovuto scoprire così mi dispiace davero tanto ma pensavamo che fossi in pericolo- la sua faccia era dispiaciuta lo leggevo nei suoi occhi, ma io non riuscivo ancora a spiaccicare parola e annuii soltanto.
Mi girai e guardai Axel negli occhi e capi al volo.cosa volevo chiedergli
- Mi dispiace, ma dovreste andare, T/n è ancora debole e credo che voglia riposare- ringeziai mentalmente il mio compagno e sirai di poco la testa per vedere la mia famigli annuire e uscire da quella porta, l ultimo ad uscire fu Alex che priam di andarsene si giro dietro e mi fece un timido sorriso.prima di chiudere definitivamente la porta alle sue spalle.
- Hai fame?- a spezzare quel silenzio fu Axel, lo guardai e annui soltanto alla sua affermazione.
- Ok, io vado ha prenderti qualcosa da mangiare tu intanto vatti a fare un bel bagno caldo- disse pian piano che iniziava ad avvicinarsi alla porta, quando fu fuori devi si ascoltare il suo consiglio, prima andai presi della biancheria pulita nera e una sua maglietta che mi andava super larga.
Quando entrai in bagno decisi di non farmi un bagno ma una semplice doccia.
Mi spoglia e mi fionda sotto.il getto dell'acqua calda. Che piano piano inizio a liberare la mia mente...
Non so per quanto tempo steti sotto il getto,  che decisi di uscire. Uscita dal box mi asciugai e mi vestii, e uscii dl bagno. Mi ritrovai Axel guardare fuori dalla finestra,
Si giro dalla mia direzione e mi sorrise, un sorriso che io ricambiai immediatamente.
-Ti ho portato la cena spero che sia di tuo gradimento- fu lui a parlare indicado sul letto un vasoglio piano di cibo.
Mi sedetti sul letto e inizia a mangiare i primi bocconi quando mi girai verso di lui

- MA TU non mangi?- gli chiesi un Po scettica - stai tranquilla Io ho già mangiato, quello è per te- unnuii e tornai a mangiare...
F

inito da mangiare appogiai il vasoglio sul comodino e guardia l ora segnato dall' orologio appoggiato su esso è vidi che si erano fatte le 23:30 infatti io cominciai a sentire la stanchezza predominante sul mio corpo.
Mi misi sotto le coperte e pian piano cominciai a sentire le palpebre pesanti, ad un tratto la stanza Bracco nel buio e delle fo

MY ALPHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora