56) I'm so sorry..💧🩸

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POV FAMILY HINATA
POV NATSUMI
Era passata tutta la serata senza aver voluto saper notizie da nessuno sulle sue condizioni, era chiusa a chiave nella sua stanza a guardare il soffitto bianco come le nuvole intenta a capire cosa le prendesse.
Era davvero innamorata di Giroro...? Aveva veramente ammesso di essersi infatuata di lui? Del suo "angelo custode?" Si, poteva definirlo così, dopotutto lui la aveva vista crescere e protetta tutto il tempo.. e non avrebbe mai smesso di essere la sua rivale e partner in qualsiasi ambito.
Momenti su momenti la stavano letteralmente facendo sprofondare.. e ancora una volta milioni di ricordi tra di loro la riportarono a galla, e le lacrime cominciavano a farsi sentire e solcare quel giovane volto che doveva brillare soltanto di serenità e spensieratezza.
Non poteva stare ferma lì, lo sapeva bene, la ferita non le fece nemmeno più tanto male, il dolore sembrava quasi scomparso e riusciva a muovere bene il braccio senza fare troppi sforzi.
Lentamente girò la testa in direzione dell'orologio che segnava le 2 di notte passate da poco, il giorno dopo avrebbe avuto scuola.. sua madre aveva insistito di farla restare a casa un po' di giorni ma lei cocciuta quanto era aveva continuato ad insistere finendo per averla vinta.
Cercando di produrre meno rumore possibile, si alzò dal letto lentamente e uscì dalla sua stanza cercando di non procurare nessun rumore in modo che nessuno si potesse svegliare, tentando di entrare nella botola e raggiungere la base dove gli alieni tenevano la base sotterranea.
Il suo istinto le diceva che doveva vedere le sue condizioni, si stava male ma l'idea di resistere all'idea di non voler sapere come stesse la torturava ancora di più e capì sola che ormai in quella buca vi era ormai caduta da un bel pò senza rendersene conto.
Non sapeva nemmeno dove fosse Giroro e se in quel momento Kururu fosse ancora all'opera o meno, così senza pensarci 2 volte decise di recarsi dal diretto interessato per capirne di più, infatti nemmeno molti passi e si ritrovò letteralmente davanti il laboratorio con le idee in subbuglio se entrare o meno.
Senza pensarci troppo entrò, cercando di non creare rumore se qualcuno in quel momento stesse dormendo o meno o almeno che non volesse essere disturbato, la stanza era nel buio assoluto tranne per qualche piccola lucetta che ogni tanto si illuminava dai cavi che fuoriuscivano nel laboratorio, ma ormai erano anni che era abituata a quel mini bunker e anche dentro a tutto quel piccolo spazio di buio sapeva ben orientarsi.
Kururu: "Kukuku di cosa hai bisogno?" Chiese una voce nell'oscurità della stanza riconosciuta come quella dell'ex alieno giallo, cosa che attirò subito l'attenzione della giovane ragazza e che le fece provare un lungo brivido sulla schiena.
Natsumi: "Scusa Kururu.. non volevo disturbarti..io-" non finì nemmeno la frase che l'ex ranocchio la concluse per lei girandosi a guardarla con la coda dell'occhio.
Kururu: "Continua il corridoio percorrendo la strada per la stanza dei modellini del capo, gira a destra..è lì affianco" rispose il ragazzo girandosi del tutto guardandola tramite gli occhiali a spirale.
Natsumi: "Grazie.." rispose la ragazza facendo piccoli passi all'indietro per uscire dalla stanza e ricevere una seconda squadrata dall'ex ranocchio giallo che si rigirò subito e continuare a fare le sue cose.
Ritornando a lei, Non aveva la gran minima voglia di parlare ma allo stesso tempo si sentiva con un gran bisogno di tirare fuori tutto quello che placava il suo dolore o comunque tutto quello che la faceva star male.
Lentamente iniziò a seguire le indicazioni, il pavimento era freddo a contatto con la pelle ad ogni passo e l'aria sembrava quasi più gelida, Perfortuna aveva addosso le sue solite pantofole rosa che oramai indossava da una vita quando era in casa.
Non ci volle molto per raggiungere il suo obbiettivo, aprì lentamente la porta in acciaio situata in quel lungo corridoio, vuoto che iniziava ad avere uno strano odore di medicine nauseanti, un po' come quelle dell'ospedale in cui era finita.
Alla vista del ragazzo non seppe cosa dire, si avvicinò lentamente fino ad arrivare affianco a lui e perse un battito all'idea di vederlo su quel lettino attaccato a moltissimi macchinari, che in quel momento tentavano di salvarli il più possibile la vita, la mandava ancora più in frantumi e le parole della madre sembravano scivolare come olio, all'idea che lui si trovava così non per colpa sua, quando sapeva bene che in realtà era il contrario.
I suoi capelli erano molto più spettinati, sembrava calmo e rilassato, come se fosse in un sonno profondo ma dentro di lei sapeva che in realtà stava affrontando un ennesima guerra che con fatica avrebbe lottato per vincere, la vastità di fili che lo collegavano ai macchinari erano fin troppi, quasi da non riuscire più a contarli e nel punto in qui vi era stato colpito dalla pallottola vi era un grosso cerotto bianco operatorio che li prendeva la metà del busto.
Non si sarebbe mai aspettata in vita sua di assistere a una scena del genere, infatti trattenersi all'idea di vederlo così era davvero insopportabile, specialmente se si trattava di lui, fortunatamente anche questa volta venne svegliata ancora una volta da quella "visione".
Angol Mois: "Natsumi che ci fai sveglia a quest'ora?" Chiese in modo dolce e ingenuo la voce della Angol con l'outfit da infermiera dalla porta della stanza mentre tra le mani teneva un vassoio in acciaio con diverse medicine e punture piene di strani liquidi sicuramente non umani.
Natsumi: "Non riuscivo a dormire, Ero in pensiero.." rispose semplicemente senza inventarsi strane scuse o chissà cosa, si sentiva semplicemente svuotata e allo stesso tempo sapeva che era inutile mentire sopratutto se la diretta interessata si trattava di Angol Mois.
Angol Mois: "Devo farli alcune punture.. ti dispiacerebbe farmi compagnia..?" Chiese dolcemente la Angol formando uno dei suoi sorrisi più sinceri e allo stesso tempo tristi che furono anche essi una risposta alla rossa che rispose con un piccolo cenno di appoggio.
Nel frattempo che la biondina preparava i vari antibiotici, la rossa appoggiò il palmo della mano destra sul definito petto nudo del caporale quasi per percepire se fosse veramente vivo e salire con la mano fino ad arrivare al viso del ragazzo che sembrava essere la parte con meno ferite e bearsi della guancia calda che allo stesso tempo pareva spenta.
Natsumi: "Si riprenderà vero..?" Chiese la rossa non togliendo gli occhi dall'ex alieno.
Angol Mois: "Quello che ha passato non era una cosa da poco, il proiettile gli ha perforato un polmone, e non è stato per niente facile rimuoverlo anche perché quest'ultimo si era riempito di sangue..ma grazie all'intervento di Kururu le cose sono migliorate ma al momento non è fuori pericolo ed ora si trova in coma, stalli vicino....penso che tu sia l'unica veramente a farlo sentire vivo in questo momento.." rispose la Angol con occhio attento iniziando a fare varie punture nel petto scolpito del soldato, vicino al punto dove la rossa aveva inizialmente messo la mano.
Alle frasi, la diretta interessata senza volerlo si fece ingannare da 2 calde lacrime che ritirò subito quasi per paura che la cara amica le vedesse.
Natsumi: "È un problema se resto qui stanotte..?" Chiese la rossa guardando la biondina che all'affermazione si era girata a fissarla stupita.
Angol Mois: "Certo che no, li ci sono delle sedie se vuoi sederti" disse la Angol indicando con la mano un po' di sedie messe a parte di colorazione scura nell'angolo della stanzetta molto simile a una ospedaliera.
Nastumi: "Grazie mille." rispose lei con un sorriso subito dopo recandosi verso esse, prendendone una e mettendosi al fianco del lettino dell'alieno osservando i lineamenti virili che assecondavano il suo viso e lo rendevano più bello.
Angol Mois: "Ora vado a riposare, il resto degli antibiotici li lascio qui..le ultime cure di oggi le ho terminate, domani passerò a vedere le sue condizioni.. buonanotte Natsumi" rispose la biondina uscendo dalla stanza sotto lo sguardo della rossa, chiudendo la porta senza produrre troppo rumore e lasciare l'amica sola insieme al ragazzo dai capelli ribelli.
Restò vari secondi a fissare la porta della stanza, dove la dolce Mois era uscita per poi lentamente rigirare la testa in direzione del diretto interessato che continuava a riposare inerme nel lettino. 
Natsumi: "Ehi ciao.. questa volta sono io a farti compagnia ricordi..?" disse la ragazza dopo vari minuti in silenzio a fissarlo pensando al momento in cui era venuto a trovarla in ospedale nel bel mezzo della notte, quest'ultima con il cuore spezzato quasi al punto di arrivare al pianto guardando il volto vuoto ma in vita del soldato e accarezzandogli i capelli spettanti, parlandogli quasi come se la potesse ascoltare.
Natsumi: "Senti.. so che penserai che sono una stupida a parlarti ma è colpa mia vero..? Se mi senti volevo dirti che M'idispiace tanto Giroro.. io non volevo questo, dico sul serio.." continuò lei con voce più rotta dal pianto non togliendo gli occhi dal volto dell'ex alieno completamente inerme.
Natsumi: "Non avrei mai voluto vederti così ridotto in questo stato, perdipiù per colpa mia.. davvero non mi sarei mai permessa di immaginarmelo.. ma ti prego, anzi no ti scongiuro, non lasciarmi anche tu.." disse queste ultime parole iniziando ad accarezzargli i capelli e versare le prime calde lacrime che solcarono lentamente il viso della giovane fino a cadere verso terra, nel pavimento freddo.
Natsumi: "Nel bene e nel male.. mi sei sempre stato vicino, mi hai sempre protetta da tutto e tutti e detto che non mi avresti mai lasciata sola, e una volta perfino pure che sotto qualsiasi mia scelta tu saresti rimasto al mio fianco.. ricordi? Quando ero rinchiusa non del tutto per mia scelta da Maru e Meru tu sei venuto a dirmi che qualsiasi decisione avessi preso tu la avresti accettata, restare o andarmene giusto..?" Disse ancora queste ultime parole scontrando il suo viso a pochi centimetri da quello del soldato, quest'ultime però al contrario delle altre finendo nel volto vuoto del diretto interessato.
Natsumi: "È colpa mia.. scusa" disse quest'ultime parole definitive buttandosi a capofitto nel corpo del ragazzo facendo attenzione ai fili e piangere in un pianto a dirotto e disperato.

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