Capitolo 18-Codice

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Mi calmai e per alcuni minuti riuscii a chiudere gli occhi.

Ma quel momento durò ben poco, un Dolente attaccò la porta al piano inferiore.

Il mio pensiero andò subito a Chuck.

"Non, no, no, no" cominciai a ripetere quelle lettere fino a che non raggiunsi il piano inferiore, il Dolente era riuscito a fare entrare una delle sue zampe, i ragazzi se ne stavano tutti rannicchiati verso la parete opposta alla porta, Chuck era ancora lì con loro, fortunatamente senza nemmeno un graffio.

Sentivo la voce dei miei amici rimbombarmi nelle orecchie, l'unico ad avvicinarsi però fu Gally, che comprese il mio intento.

"Non ti permetterò di fare questa cosa da sola, dobbiamo farlo insieme, siamo un duo"

Strisciammo contro la parete fino a raggiungere uno dei bauli con le armi, il Dolente stava ancora cercando di entrare, di quel passo avrebbe sfondato la porta.

Fortuna volle che il mio arco fosse lì dentro, mi si illuminarono gli occhi, lo afferrai, Gally prese i coltelli.

"Cominciamo a giocare a freccette" mi disse lui con un sorriso complice.

Così facemmo, cominciammo a lanciare coltelli e a scagliare frecce, dopo alcuni tentativi il mostro si indebolì e Gally riuscì ad avvicinarsi di più per tagliargli definitivamente l'arto mentre io lo distraevo scagliando frecce dalla parte opposta.

Il Dolente lasciò uno stridore metallico assai acuto per poi andarsene, non feci nemmeno in tempo a voltarmi che la porta si spalancò e Minho corse fuori.

Si stava dirigendo dentro il Labirinto insieme ai Dolenti, feci per andargli dietro ma Gally mi fermò: "Hai già fatto abbastanza basta così, se la caverà"

Aveva ragione Minho era forte, così andai verso Chuck che se ne stava ancora rannicchiato in un angolo, tremando come una foglia.

"Chuck stai bene?" domandai io

"Si, ho soltanto avuto tanta paura" rispose lui per poi abbracciami, gli arruffai i suoi capelli ricci.

"Sei brava con i bambini, sarà perchè sei una di loro, ah no aspetta tu sei un sacco di patate" disse Gally alle mie spalle, alzai gli occhi al cielo e sorrisi, avevo così tanti nomignoli che oramai avevo perso il conto.

Di colpo le luci nel Casolare si accesero, Newt fu subito al mio fianco e mi prese per mano.

Ci catapultammo fuori e vedemmo Minho che stava ritornando fuori dal Labirinto, ci raggiunse, si piegò in due per riprendere fiato e poi disse "Vanno verso la Scarpata"

"Allora la nostra ipotesi era giusta" esclamai io entusiasta.

Poi un odore di bruciato attraversò le mie narici. Ci voltammo. La stanza delle Mappe stava andando a fuoco.

Tutti corsero in quella direzione, come un branco di bufali inferociti anche Thomas, ma gli feci cenno di restare lì.

"Ti devo parlare" dissi io

"Spara" sclamò lui

"Ti ricordi la voce che avevi detto di sentire? Quella che ti diceva che il Labirinto era un codice?" domandai io per fargli capire di che cosa stavamo parlando.

"Si perchè?"

"Ci ho riflettuto e ho pensato che forse abbiamo sbagliato a confrontare le mappe, nel senso, credo che le Mappe si debbano confrontare con le altre Sezioni"

"Non hai tutti i torti, forse il codice è una parola oppure delle lettere, forse il labirinto sta cercando di scandirle"

"Hai ragione! Abbiamo sempre sbagliato, sempre. Magari ogni giorno costituisce un pezzo del codice e se per qualche ragione le otto Sezioni andassero studiate assieme, attraverso i movimenti dei muri " domandai io sperando di avere un feedback da Tom.

Maze Runner- Benvenuta nella radura, Fagiolina!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora