Capitolo 23-Liberi

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LEGGETE L'ANGOLO SCRITTRICE, CI TENGO MOLTO :)

Non appena la donna finí di parlare, entrarono dalla porta delle persone. Erano vestite malamente e armati. Cominciarono a sparare alle persone dietro le vetrate ed uccisero anche quella donna che portava la scritta C.A.T.T.I.V.O.. Io stavo ancora tenendo la mano di Gally, respirava a fatica ma respirava, il suo volto era irriconoscibile ma eri lì. Era ancora con me.
Gli uomini sparano a più non posso, uccidendo tutti. Ma non noi. Tentai di girarmi a guardare i miei compagni, per capire cosa avessimo dovuto fare ma erano spaventati almeno quanto me, guardai mio fratello, sembrava proprio che stesse in un mondo tutto suo, come se quegli spari non lo toccassero minimamente.

Si avvicinò a noi un uomo aveva un viso giovane ma era pieno di rughe e con i capelli neri, ci urlò per sovrastare il rumore degli spari "Non c'è tempo per le spiegazioni, correte come se fosse una questione di vita o di morte, perchè lo è" 

Con quelle parole l'uomo fece dei cenni ai compagni che uscirono, un altro uomo ci ordinò ancora di seguirli, io non mi mossi, non volevo lasciare il mio amico, già ne avevo perso uno, non avrei sopportato anche un altra perdita. 

I miei compagni dopo alcune esitazioni li seguirono, un uomo mi si avvicinò e mi urlò "Ragazzina muoviti, esci di qui", lo guardai malamente "Io non vado da nessuna parte senza il mio amico" 

Lui mi si avvicinò ancora di più, mi prese di peso e mi allontanò da Gally. Dovetti lasciare la sua mano, ci guardammo per l'ultima volta e pochi secondi prima che l'uomo riuscisse a dividerci lui mi sussurrò  qualcosa che non riuscii a sentire per via dei rumori, sentii soltanto l'ultima parte, un sussurrato "Ti voglio bene", poi l'uomo mi trascino via. Mi dimenai, cercai di mordergli le braccia, ma non funzionò. 

Oramai mi ero abbandonata all'idea che io e Gally fossimo stati divisi, avevo appena perso una parte di me. Chiusi gli occhi e mi abbandonai a quel dolore, cercando di trattenerlo, cercando di non dare di matto.

Arrivati fuori dall'edificio, provai ad aprire gli occhi e trovai Newt che richiamando l'uomo che mi stava trascinando gli disse " Toglile le mani di dosso, lasciala stare". Lui mi guardò e mi lasciò. Ero distrutta, non tanto fisicamente ma quanto moralmente. Avevamo subito tantissime perdite. Avevo subito tantissime perdite.

Newt mi trascinò con se fino davanti ad un pullman. Avevo il viso bagnato, ma avevo smesso di piangere perciò alzai gli occhi al cielo e vidi la pioggia, fu una bella sensazione, nella Radura non pioveva mai, mi abbandonai a quella bella sensazione per un secondo, fino a quando uno degli uomini non ci ordinò di salire sul pullman velocemente.

Ci mettemmo seduti verso il fondo dell'autovettura, quando salii mi resi conto dell'assenza di Thomas. Spiaccicai la faccia contro il finestrino e vidi che una donna malconcia, con le rughe sul viso e del pus lo stava importunando, ma prima che potessi dire qualcosa uno dei salvatori-così li avevo soprannominati per il momento, anche se in realtà non sapevo di preciso perchè ci avessero apparentemente salvati.- intervenne in sua difesa.

Thomas salì a bordo, mi guardò, corse da me e mi chiese "Stai bene?" io gli risposi di sì, ma probabilmente sapeva perfettamente che non fosse così, aveva solamente lasciato correre, sapendo benissimo che nulla mi avrebbe fatta stare meglio in quel momento.

Uno degli uomini, quello che ci aveva detto di correre, che probabilmente era il capo, si mise al voltante, mentre una donna si mise vicino a noi.

Mi girai verso di Tom che si era seduto dietro di me e di Newt e gli chiesi che cosa gli avesse detto quell'essere fuori dal bus, lui rispose "Sinceramente? Non ne ho idea, ha detto che li avrei salvati tutti dall'Eruzione" . Si mise una mano tra i capelli, poi la donna vicino a noi parlò "Ah questa si che è una lunga storia" 

Maze Runner- Benvenuta nella radura, Fagiolina!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora