COME TUTTO PUÒ CAMBIARE

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Swisss-ciaff-aaaaah-ahhhh-swom.

Questo è più o meno il rumore che dovreste sentire nel caso alle 5 del mattino qualcuno dovesse aprire la potra contro cui state dormendo facendovi cadere.

SWISSS-porta che si apre

CIAFF-tizio cge inciampa sopre di voi

AAAH-voi che urlate

AAAAHH-tizio che urla

SWWOOOM-porta che sbatte.

Improvvisamente Harvey decise di non augurare mai a nessuno(ma davvero nessuno)di svegliarsi con in braccio un povero sciagurato tizio che voleva fare jogging.Se non altro la porta era aperta.Harvey si scrollò di dosso il povero tennista-traumatizzato-e si fiondò all'interno del grattacielo prima che la porta si chiudesse.

In silenzio,salì a piedi(l'ascensore era fuori servizio di notte)i 19 piani che lo separavano da lei.Cercava di non pensare alla fatica.Non gli veniva difficile:pensava solo a quanto sarebbe stato bello rivederla,all'espressione dei suoi occhi nel vederlo alla porta.Anche se erano le 5 di mattina.E lei era probabilmente in pigiama.Meglio per lui.

Suonò il campanello con una punta d'isteria,forse dovuta ai 19 piani fatti di corsa.Gli aprirono i suoi genitori(che occhiaie a parte nn sembravano molto stanchi,nonostante l'ora)"Harvey,amore!A cosa dobbiamo la tua visita?quale buon vento ti porta qui? ''

"emh,buongiorno signora Whitebow.Vorrei vedere Alice se son vi dispiace.Ho...emh...dimenticato una cosa qui ieri sera e...Alice l'ha presa per me."non era una bugia.Li aveva lasciato il bacio che lei aveva tenuto per se quando si era scostato.

"Alice é nella sua camera.Puoi andarla a svegliare se vuoi."Era questo il bello dei genitori di Alice,non avevano paura che lui fosse li per molestarla,si fidavano di lui.Percorse i corridoi fino alla stanza di Alice.Conosceva bene quella casa,praticamente adava li ogni pomeriggio da quando aveva solo sei anni.Busso forte.Nessuno rispose."Alice,sono qui fuori,copriti con qualcosa perchè se non mi rispondi io entro tra tre,due,uno..."aprì la porta lentamente,nella paura però tene una mano sugli occhi nel caso lei non fosse pronta."Alice..."sentì un gran freddo.Non poté fare a meno di sbirciare tra le dita.Una sua visione in pigiama non gli sarebbe diapiaciuta,infondo.La finestra era aperta,spalancata.Il vento gelido di quando dal caldo autunno si sente l'inverno che preme le porte per arrivare,avvolgeva la stanza e tutto pareva congelato.IL letto era vuoto.Si avvicinò alla finestra per chiuderla,aspettando che Alice tornasse.Tra le tende vide un bigliettino della grandezza di un post-it,rosa.La calligrafia era la sua."vuoto''.Guardò la stanza disordinata,il freddo gelido che copriva ogni cosa,il vaso da fiori rovesciato.Lo sistemò e cominció a raccogliere le rose che conteneva,una ad una,dalla pozza d'acqua formata sul pavimento.Rose rosse.Non rose rosse qualsiasi.Quelle erano le sue rose rosse.Ne mancava una.Con lo sguardo rivolto per un'ultima volta verso il paesaggio di New York la soluzione al mistero gli venne tutta su,anche se non voleva ammeterlo.Alice era scappata.

end.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora