L'IMPREVISTO

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Harvey era sovreccitato.Triste,ma sovreccitato.Dopo averlo scoperto,era scappato,non sapeva dove di preciso,ma si era fiondato fuori correndo.Poi era inciampato in Mila.Letteralmente.E le aveva raccontato tutto."E cosi ho pensato-ehi ma quelle rose erano..cioé,le avevo già viste-Ma mi stai ascoltando?"Lo sguardo di Mila era perso nel vuoto,vagava sui suoi capelli e si era fermato sullo skateboard che teneva nella mano.Era assolutamente conprensibile data la scoperta appena fatta ma a lui non piaceva essere ignorato comunque."Si,cioé certo,le rose bianche..."-"Rosse"la corresse lui."Si scusa é che...Oddio ora ricordo!"Prese il cellulare e digitò un numero apparentemente a caso,ma da quello che sembrava probabilmente lo aveva solo ripetuto cosi tante volte da poterlo comporre ad occhi chiusi sulla tastiera dell'I-phone(cover viola di plastica con scritte e disegni fatti a mano con pennarelli indelebili.Riuscì a leggere la firma di Alice in giallo e si rattristò per un attimo,ma solo per un attimo.)"ciao amore!...no che dici,non é vero,non sto usando questa vocina perché voglio chiederti qualcosa..."prese un dito e disegnò nell'aria un cerchio vicino alla testa come per dire -quello é pazzo-ma poteva anche semplicemente significare -Hey amico guarda che bellissimo orecchio che ho!- per cui non poté fare nientaltro che sorridere in silenzio."Benissimo ora che ti ho sentito!e tu?...aah,che dolze che sei..."Si disse proprio dolze."Senti,approposito dell appuntamento davanti scuola...c'é una cosa che devo dirti,i miei mi hanno chiuso a casa perché lunedi non ho fatto i compiti,quindi non posso uscire fino all'ultimo secondo...Ehi cosa intendi con questo?"Improvvisamente alzò la voce"Ah e quindi sarei io quella ...quello che hai detto,non ho capito bene.E tu?tu saresti perfetto?!...E CHISSENE FREGA SE É IL QUINTO,IL SESTO O IL SETTIMO APPUNTAMENTO CHE SALTIAMO PERCHÉ SONO IN PUNIZIONE.Sai che ti dico?vaffanculo,di te non me ne frega più nulla.vaffanculo."chiuse il cellulare con uno scatto,poi improvvisamente il lampo di rabbia che accendeva i suoi splendidi occhi verdi,luminosi,brillanti e carichi come il mare al tramonto...si,il lampo di rabbia.Si spense per lasciare solo una grande tristezza.Si lasciò cadere sullo zaino a mò di poltrona e scoppiò a piangere.A dirotto.Davvero tanto.Harvey non aveva mai visto qualcuno piangere in quel modo."Sono solo un'illusa...riesco sempre a rovinare tutto."-"No Mila non é colpa tua,lui se lo meritava."non sapeva se era davvero così,ma sembrava la cosa migliore da fare(o dire)."tu sei troppo buono"singhiozzò lei"Non ti rendi conto?É colpa mia.Di tutto.Alice é scappata per colpa mia,io non ho più un ragazzo per colpa mia,tu stai perdendo tempo qui,per colpa mia..."Harvey decise che in fondo non doveva andare da nessuna parte.Si sedette su quella skateboard/zaino/mucchio-di-cappotti-vari/poltrona (non prima di aver gettato per terra il suo) e si mise a guardarla.Forse non era utile,forse non era quello che lei voleva,forse avrebbe dovuto dire qualcosa.Ma non sapeva cosa fare.La fissava.Lei era lì,le lacrime le rigavano le guance punteggiate di lentiggini,il viso tra le mani,le unghie tagliate corte,smaltate di blu elettrico,che si confondeva con il blu delle punte dei suoi capelli biondi,lisci,gonfi,che le sbucavano dal cappello rosso e le incorniciavano il volto scendendo poi lungo le spalle.Le braccia sottili,la maglietta di una band infilata nei pantaloncini blu(e a loro volta nei leggins neri che le arrivavano alle ginocchia minute),le converse a scacchi(illbethereinyourarms).Seduta su uno zaino,in lacrime,a chiunque sarebbe sembrata solo una ragazzina qualsiasi,disordinata e poco portata ad abbinare i colori.Ma per lui,lei era bellissima.Tutto di lei(dal beanie rosso alle unghie blu)era perfetto.Si sentì in colpa anche solo per averlo pensato.Non ci voleva molto per capire che aveva una cotta per lei da tempo(più o meno da quando Alice lo aveva rifiutato la sesta volta),eppure gli sembrava sbagliato.La guardò per un ultima volta piangere e le posò la testa sulla spalla.Poi fece l'ultima cosa che si sarebbe mai sognato di fare:dire quello che pensava davvero."No.non devi piangere.É lui che deve piangere perché ti ha fatto soffrire.É uno stronzo.Tu non hai rovinato nulla,M,sei perfetta.E si,ormai tanto non ho più nulla da perdere. Mila,penso...penso che tu mi piaccia.Tanto." Lei si tolse le mai dagli occhi,si girò lentamente e si mise a guardarlo a sua volta.Lui poteva sentire il suo respiro tiepido nel gelo di una mattina di inverno riscaldargli il volto,i loro visi erano a pochi millimetri di distanza dato che lui era appoggiato alla sua spalla.Non gli importava.No distolse lo sguardo.Non si spostò.E poi anche lei fece quello che lui non di sarebbe mai aspettato.Le bastò allungare il collo di pochi millimetri per poter essere abbastanza vicino da permettegli di vedere ogni singolo poro della sua pelle.Lei esitò per un secondo,come se si stesse chiedendo le stesse cose,come se facesse i suoi stessi pensieri,come se anche lei si sentisse in colpa.Harvey non era mai stato sicuro di se come in quel momento.-Al diavolo-pensò,prese l'esile volto di Mila tra le sue mani e la baciò.Non poteva crederci.Quello era di gran lunga il gesto più coraggioso della sua vita.Il suo primo bacio.Lei all'inizio non ricambiò e si limitò a staccarsi da lui e fissarlo stupita.Poi sembrò pensare anche lei-Al diavolo!-E lo ribaciò,stavolta ricambiandolo.L'alba cominciava a sorgere da dietro i grattacieli,segno che ormai erano le sette passate.Harvey si chiese cosa ci facesse Mila in piedi alle sei quel giorno,ma si ricordò che doveva andare a scuola anche lui."E ora che facciamo?"chiese lei.Lui si guardò in giro per vedere qualcosa,un segno.Poi notò il piccolo bar francese dietro l'angolo che dava sul parco."E se ti offrissi la colazione?"

end.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora