MELLIE.(e strani sogni)

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Alice era lì,davanti a lui, tremante.

"Harvey,io..."-"shhh,non c'è bisogno di parlare". Era fredda, gelida e si strigeva a lui per scaldarsi."Io...Harvey io ti amo."Harvey non potè crederci."Alice,io..io ti amo.Più di ogni altra cosa. E tu lo sai. Non lasciami baciare da te è stato l'errore più grande della mia vita,s.."-"sssh...non c'è bisogno di parlare."-" Ma ..."non ci volle molto. Alice lo zittì nel modo più semplice ed efficace possibile. Quello fu il bacio più bello della sua vita. Le prese il volto tra le mani. Non riusciva a crederci,poteva scorrere le sue dita su quella pelle liscia ed all'apparenza così fragile. Aveva paura di lasciarla,come se le potesse scappare. Le passò le mani sulla schiena fino alla vita sottile .Era bellissima. Profumava di zenzero e gelsomino. Ed anche un po' dei biscotti caldi che faceva sua madre la domenica. Profumava...profumava come Mila. Sgranò gli occhi.Mila. Era questo che aveva pensato quando aveva baciato Mila."sto baciando Alice" .All'improvviso si rattristò. Si strinse più forte ad Alice.La guardò negli occhi. Lei le sorrise distante.Alice non c'era più. Le uniche cose che rimanevano al suo posto erano un rosa quasi nera ed un biglietto,posati per terra. Prese il biglietto. Era sporco di sangue. Il ricordo lo sorprese. Lui che aveva preso in mano il biglietto, quella volta...sul biglietto c'era un impronta insanguinata.Vide la finestra,la camera a soqquadro.Diciannovesimo piano. Non era possibile,lui...non poteva confessarlo. Alice non era morta.

Harvey si svegliò al suono della sveglia del cellulare. Era sudato,nonostante fosse inverno."Era tutto un incubo" disse,più che altro a se stesso per risollevarsi. Erano le sette e sedici."Hey H,che sogno hai fatto?"sorrise beffardo Samuel,un ragazzo messicano che abitava nella sua stessa "famiglia" adottiva. Dormivano nella stessa camera,ma non erano grandi...amici."Povero Harvey,ha fatto un brutto sogno!" piagnucolò lui per poi scoppiare a ridere come se avesse fatto chissà quale grande battuta. Harvey si chiese perchè lui era ancora lì,il motivo per il quale non lo aveva strangolato anni prima. Ah,già.Aveva fatto un patto con i suoi genitori."Fai il bravo!"-"Tranquilla mamma,non ammazzerò nessuno,in tua assenza." Lui e la sua maledetta boccaccia. E la sua faccia(e reputazione)da bravo ragazzo.Andiamo! A chi piacciono i bravi ragazzi? Ad Alice piacciono i bravi ragazzi?! Ma comunque il patto era fatto,e lui non avrebbe ucciso nessuno,almeno per quella volta. "Sono fatti miei." Samuel sorrise come un idiota (non che lui non lo fosse,quindi aveva tutto il diritto di sorridere da tale.) "Oooh,Harvey fa lo scontroso!"-"Smettila." Lui ci mise un po' a capire(non era esattamente una cima),per poi rispondere "Ohhhh,harvey ha sognato Alice". E concluse il tutto con un sorriso da ebete soddisfatto. Doveva esserlo,visto che era riuscito anche a dire un frase complessa e di senso compiuto. Ok,doveva ammetterlo.Diversi anni prima,secoli prima,prima che Samuel sviluppasse(Harvey non sarebbe voluto entrare nei dettagli ma la cosa era succesa intorno ai nove anni,quindi poverino il suo cervello aveva smesso di crescere ed era rimasto all'età di bambino. Quella fase in cui pensi solo ai supereroi e non hai ancora scoperto la playstation.) e bruciasse i suoi quattro neuroni,erano amici. E lui aveva fatto il pessimo ed imperdonabile errore di avergli confessato la sua "cotta" per Alice."Idiota. E se avessi sognato Alice,pensi che sarebbe stato un incubo?" Orribile errore. Si era tradito. Lo stupido sorriso di Samu si illuminò ancora di più allargandosi sulle guance paffute e scoprendo i denti bianchissimi (aveva dimenticato di togliere lo sbiancante che era rimasto troppo al lungo,lasciando al posto dei denti una massa di perle accecanti e innaturalmente bianche) e riducendo i suoi occhi a due fessure."Ad Harvey piace Alice!" Ok. Almeno sapeva pensare."Chiudi il becco,whitelight*(*sbiancante per denti molto usato in america)" lui lo guardò,offeso. Aveva colto nel segno."Tu..." disse,cercando di pensare con il suo cervello da gallina un insulto degno di Harvey,evidentemente non trovandolo. Ora era il turno di Harvey di alzarsi soddisfatto ed andare a lavarsi i denti. "Comunque...'giorno Samuel". Lo guardò per l'ultima volta,ma lui non si era nemmeno accorto del saluto,impegnato com'era nella ricerca dell'insulto perfetto.

Harvey uscì di casa presto,contrariamente al solito. Fece colazione con i suoi cereali preferiti,salutò la signora Selling,salutò il signor Selling,salutò(lui ci teneva molto a salutare) anche quell'idiota di Samuel(che ovviamente usciva di casa circa un ora ed un quarto dopo di lui,con ovvie conseguenze)e prese il suo zaino azzurro. I suoi "amici" gli davano del frocio per quello zaino che giudicavano assolutamente femminile per via del colore e del portachiavi rosa (lunga storia...) attaccata alla cerniera della tasca davanti.Ma lui teneva a quello zaino.Era un ricordo di sua madre.Ed il portachiavi (a forma di moto,completamente fucsia con i rifinimenti d'argento) gli era stato regalato da Alice,probabilmente per scherzo,ma a lui non importava.Saltò sulla bici ed arrivò a scuola,stranamente in orario e,stranamente,gli insegnanti non lo strillarono.Hey,arrivare presto aveva i suoi vantaggi! Stava lasciando la bici nel rastrello accanto all'entrata,quando gli passò alle spalle un fulmine d'energia allo stato puro,un guizzo d'occhi grigio-verdi e capelli biodissimi e mossi:la sua amica Mellie.

Mellie aveva un anno più di lui. Era carina,e tanto. Era un po' più bassa di lui(che era eccessivamente alto,quindi ci stava)ma anche nella sua statura era fantastica. Si dice che nella botte piccola c'è il vino buono e con lei era assolutamente vero. Il suo vero nome era Melissa Lorens,ma tutti preferivano chiamarla Mellie.Era un fangirl scatenata(eufemismo) ed a volte (se si cercava di parlare di un libro) dialogare con lei era quasi stancante. Ma Harvey sapeva tenerle testa. Il più delle volte. Era la sua migliore amica (a parte Alice,ma Alice...Bhe lei era qualcosa di più.Tanto di più.) "WOOOOW,dove vai così di fretta,bella bambina?" Mellie ODIAVA essere chiamata "bella bambina". Si girò tutta infuriata pronta a controbattere,i capelli che ondeggiavano ritmicamente allo spostarsi della sua testa,ma quando vide che era Harvey,il suo volto si rilassò ed i suoi capelli smisero di oscillare pericolosamente(cosa alquanto inquietante)."HARVEYYYY!!!!!!!" Gli saltò al collo,guadagnandosi un'occhiataccia da parte di diversi studenti che passavano di li.Effettivamente,dovevano essere una buffa scenetta:lui così alto e magro,lei bassina ed...ecco...formosa,che gli saltava in braccio gridando. Gli venne quasi da ridere. "Ieri non eri a scuola." Era più una constatazione che una domanda."Perche non eri a scuola?"ecco,questa su che era una domanda. Una domanda a cui non voleva rispondere.Ma doveva.Le raccontò tutto,di Alice,della finestra,ma tralasciando il sogno di quella notte e le sue preoccupazioni che ancora non riusciva ad esprimere(ed un po' di cose acadute il giorno prima,come ...Mila,o pic-nic romantici sull'erba). Stessa storia di Mila.Preoccupazione,si perdeva nel vuoto durante il racconto,scoppiò a piangere alla sua fine.Harvey mise la testa sulla sua spalla.Per un po' pensò(con orrore ) di dover baciare anche lei per consolarla.Cosa non avrebbe fatto per Alice. Ma per fortuna Mellie si riprese velocemente."Volgio...voglio fare qualcosa. Per Alice.La voglio trovare"-"Vieni con noi!" gli uscì così senza pensare."Con voi...dove?E con chi?"-"Noi.la andiamo a cercare. Mila ha avuto questa visione.."-"Visione?E' una veggente?" chiese lei stupita "No...Questo ricordo..."-"Ah" rispose lei,quasi delusa."Questo ricordo di Alice che diceva di voler andare a los Angeles"-"Quindi voi la cercate li?" l'intuito non era mai stato uno delle sue principali capacità"Si."-"Ma non ho ancora capito...Con voi chi?" Harvey,appogiato al cancello,vide la sagoma di Mila,con il suo skateboard,che gli veniva incontro con una cheerleader biondissima,riccissima e assolutamente NO( neanche opinabile)."Noi".

end.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora