Tempo guadagnato

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Quando Gabriel uscì fuori quel giorno, stava nevicando. Erano cinque mesi che stava nella cittadina e mai una volta il tempo era stato freddo. Si soprese e non capì cosa stava accadendo. Il suo respiro si condensava in piccole nuvole bianche e soffiò sulle mani per scaldarle. Valutò di rientrare e vestirsi meglio quando in lontananza vide Angel arrivargli incontro. Come sempre indossava abiti scuri e gli sorrise riprendendo fiato. 

"Gabriel, ho una notizia meravigliosa." La guardò illuminarsi come una stella. 

"La tormenta si sta intensificando e il monte non sta ancora perdendo il suo ghiaccio. Quest'anno avremmo la fortuna di essere protetti tutto l'anno." L'angelo si sentì quasi mancare.

"Mi stai dicendo che resteremmo bloccati qua per un anno Angel?" Lei annuì contenta e rivolse il volto al cielo lasciando i fiocchi di neve sciogliersi sulla sua pelle.

"Scusami ma non vedo come possa essere una buona notizia. Rimarremmo senza approvvigionamenti." Gabriel si stava già scervellando su cosa avrebbe detto a sua sorella e l'emozione di avere ancora tempo tra quella gente. Gli sembrava un segno divino poter rimanere lì, in quella pace. 

"Non vedi mai oltre Gabriel. Non è la prima volta che succede ed è uno degli eventi più desiderati. Saremmo al sicuro senza doverci preoccupare di scendere o nasconderci. Abbiamo provviste a sufficienza per tre anni, quando vivi sul filo di un rasoio impari a fare più scorte del necessario. Inoltre quest'anno la signora Rosely sta riuscendo a far crescere più piante, dice che è tutto merito dei tuoi consigli."
Il cuore le scoppiava di gioia, era da anni che la tormenta non era così forte e grazie a ciò molte delle sue responsabilità si affievolivano. Poteva godersi la città e la pace. Gabriel d'altro canto desiderava sempre più essere davvero un caduto e non avere più alcun attaccamento con il senato e sua sorella. Aveva trovato un posto in cui si sentiva a casa. 

"Dai vieni." Angel lo distolse dai suoi pensieri prendendolo per mano e spiccando il volo. Non aveva mai volato mentre nevicava e i petali di giaccio freddi che si scioglievano sulle sue ali erano una sensazione nuova. Giocarono nel cielo rincorrendosi e sfiorandosi. Angel lo superò ed allora Gabriel sentì sua sorella che lo reclamava. Scese in picchiata nel bosco e si nascose dietro ad un tronco con la testa che gli scoppiava.

"Ho sentito il tuo tuo turbamento fratello. Che succede?" Lui cercò di cacciarla ma sua sorella era sempre stata più forte di lui nella telepatia. Scavò nei suoi ricordi e visualizzò ogni conversazione di Gabriel, percepì ogni sua emozione. 

"Dimmi che non è vero?!"

"La montagna quest'anno ha una bufera perenne sorella, non potrete avvicinarvi."

" E ne sei felice non è così Gabriel?!" La rabbia di Lucia pervase Gabriel e si sentì una mano invisibile stringergli la gola. 

"Ascoltami bene, avviserò il senato. Useremo questo tempo per sterminare i demoni nelle paludi Hespere e ci insidieremo lì nell'attesa di poter arrivare a voi. Non dirò una parola su di te e la nephilim ma Gabriel..." Vide sua sorella nella stanza dorata del palazzo, occhi di ghiaccio che erano persino più freddi dei suoi. Sentì la sua ostilità e disgusto.

"Non osare innamorarti di lei, scopatela, usala ma vedi di ricordare a cosa appartieni. Io sono la tua famiglia e tutto ciò che hai." Lucia l'aveva sempre manipolato così, aveva usato il suo bisogno di essere amato e avere qualcuno da chiamare casa, ma ora che Gabriel aveva sperimentato cosa volesse dire avere davvero  una famiglia capiva  quanto fosse crudele sua sorella. Avrebbe fatto di tutto per lei, l'aveva sempre vista come una ragazza dolce ed indifesa non vedendo mai le sue mani piene di sangue e la sete di vendetta che aveva contro chiunque. Si mise la testa tra le ginocchia cercando di bloccare le fitte di dolore che provava a mantenere quel collegamento.

"Gabriel, hai sempre avuto un animo troppo debole, è per quello che hai bisogno di me. Io posso proteggerci da tutto, non dimenticarlo mai." Era inginocchiata di fronte a lui e prima di troncare la connessione posò un bacio gelido sulla sua tempia.

Gabriel respirava a fatica e non riusciva a rialzarsi in piedi. Comunicare così e guarire ogni giorno le persone lo drenava. La sua mente era un casino, immagini di guerra e di persone che gli sorridevano amorevolmente si confondevano. Cadde in ginocchio premendosi le tempie e gridando. Angel che fino a quel momento lo aveva cercato disperata lo sentì e finalmente lo scorse in mezzo alla radura. Non fosse stato per i suoi capelli neri non sarebbe riuscita a vederlo in tutto quel bianco. Scese in picchiata e lo avvolse nelle sue ali. Era ghiacciato e stava delirando, gridava per il dolore e lei non seppe cosa fare. Tentò di alzarlo ma lui diventò inerme e perse coscienza tra le sue braccia. Angel aveva le ali intorpidite dal freddo e per quanto fosse forte Gabriel era il doppio di lei. Lo sollevò con molta fatica sulle spalle reggendolo anche con le ali e si incamminò verso il centro abitato. Grido più volte nella speranza che ci fosse qualcuno a raccogliere della legna. Arrivò all'uscita della foresta e vide Nox intento ad abbattere un albero. Quando gli vide lasciò cadere l'ascia e andò di corsa da loro. 

"Angel ma che è successo?" Lo prese dalle sue braccia ed iniziò a correre verso l'infermeria. 

"Non lo so! Stavamo volando nella neve e forse ho sottovalutato quanto fosse stanco. Ha iniziato a delirare e ha perso coscienza nel bosco, non so quanto sia rimasto nella neve ma è ghiacciato."

Lo buttarono sul lettino dell'entrata ed Angel corse di sopra a preparare un bagno caldo mentre Nox si assicurava che respirasse ancora. Quando riempì la vasca Angel scese giù di corsa e fece trasportare Gabriel nell'acqua. Lasciò che Nox si occupasse di lui mentre lei aspettava fuori nervosa. I pugni serrati così forte da far sanguinare i palmi con le unghie. 

Nox lo lasciò nell'acqua finché la sua pelle riacquisto colore poi lo asciugò e mise a letto. Gabriel iniziò a contorcersi e piangere nel sonno. Angel rimase al suo capezzale stringendogli la mano. 

"Cosa posso fare Nox?" I suoi occhi erano rossi e le sue labbra tremavano, vederlo così le metteva uno stato di agitazione che aveva provato solo la notte in cui aveva salvato Blake.  Nox la avvolse nel suo abbraccio rassicurante e rimase con lei finché non la sentì calmarsi. 

"Pensi di farcela da sola? Vado ad assicurarmi che Blake non irrompa qui. Probabilmente penserebbe che questa sia  una buona occasione per accoppare il nostro povero angelo. " Lei sorrise triste, grata per tutti gli sforzi che Nox aveva sempre fatto per lei. 

"Già buona idea. Io credo che resterò qui per stasera nel caso ci fosse bisogno di me. " Nox annuì e si diresse all'uscita dove lasciò andare la sua compostezza. Gabriel era identico a suo figlio e glielo ricordava così tanto da farlo star male. Vedere lui su quello letto gli ricordava gli ultimi momenti agonizzanti che il suo bambino aveva passato.

Angel rimase accanto a lui tutta la notte, asciugandoli il sudore e cercando di alleviare il suo dolore. Gabriel era perso nei meandri della sua coscienza che lo stava distruggendo dall'interno. Quando emise l'ennesimo grido Angel decise di provare a passare la sua mano nera sulla fronte. Lei non poteva guarire ma poteva dar sollievo, assorbire il dolore altrui. Non l'aveva mai spiegato a nessuno come funzionasse ma la verità era che lei prendeva su di sè l'agonia. I lineamenti dell'angelo si rilassarono e lei si sentì schiacciata dal peso e dalla bestia che Gabriel custodiva nel cuore. Le fitte di dolore la attraversavano come coltelli ma cercò di concentrarsi su di lui.  I contorni della stanza iniziarono a sbiadirsi e con le ultime energie che aveva afferrò la mano di Gabriel cercando di fargli arrivare il suo calore.

EllyonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora