L'anatomia di Leonardo

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Astera non si avvicinò più ad Angel dopo quel giorno ma notò il brusco cambiamento. Nei corridoi circolavano voci sull'infertilità della regina e il bisogno di trovarne una nuova. Sempre più spesso guardavano a lei come a una perfetta sostituta, era gentile e innocente, incapace di combattere a differenza di Angel. Purtroppo quelle voci raggiunsero anche Gabriel e dietro le porte della loro camera da letto l'angelo diventò sempre più violento e impaziente. Quando in consiglio uno dei re osò proporli di prendere un'altra donna la sua testa rotolò sul tavolo guardando il soffitto a bocca spalancata. Leonardo osservava Angel appassire , si rifiutava di mangiare e usciva dalle sue stanze sempre meno, i vestiti sempre più accollati per coprire i lividi. Non parlava più con lui, si vergognava troppo di essere precipitata senza continuare a combattere. Vederla così lo fece sentire un misero insetto, incapace di proteggerla come gli aveva chiesto Blake.

E' così che giorno dopo giorno Leonardo si autoconvinse a fare qualcosa che avrebbe potuto costargli la vita. Dopo un mese in cui la sua regina stava morendo davanti ai suoi occhi Leonardo aveva messo a punto ogni dettaglio. Costrinse il re per questioni burocratiche ad assentarsi dalla capitale. Aspettò che scendesse la sera poi coprendosi il viso sgozzò le guardie alla porta di Angel ed entrò rapido. La ragazza come sempre era sul balcone a fissare la città in una sottile veste nera ma quando percepì il suono di passi si girò curiosa. Appena vide le sue mani insanguinate si diresse da lui pensando che fosse ferito ma poi notò il lungo pugnale.

"Va subito a vestirti, indossa le scarpe più comode che hai." Angel rimase imbambolata a guardarlo.

"Non capisco che succede ?" La prese per mano spingendola nell'armadio.

"Ti porto via da qui e non abbiamo molto tempo prima che diano l'allarme. Devo assicurarmi che nessuno ci veda uscire insieme. " Le mani le tremarono incredula, si spogliò davanti a lui senza nemmeno badare al fatto che potesse metterlo  in imbarazzo. Si vestì in fretta e furia e assicurò il pugnale dell'amico alla cintola. Leonardo tirò fuori un mantello nero e la avvolse tirandole su il cappuccio. Prima di andarsene Angel sfilò l'anello lasciandolo su una mensola, non chiedendosi nemmeno come avrebbero fatto ad uscire e dove l'avrebbe portata. Dopo tutti quei anni di tortura l'unica cosa che l'importava era andarsene da lì e non rivedere l'angelo mai più. Attraversarono i corridoi in silenzio e quando intravidero delle guardie il loro respiro si bloccò. Leonardo aveva controllato tutto ma quelle due sentinelle probabilmente erano un aggiunta all'ultimo minuto di Gabriel, se gli avessero visti insieme sarebbe stata la fine. Prima che andasse in panico Angel slacciò i bottoni della sua camicetta e arruffò i capelli a Leonardo. Si assicurò di coprirsi bene il viso ed i capelli e attirò il nephilim in una abbraccio passionale.

"Sbrigati prendimi la gamba e toccami il seno." Al povero uomo prese un colpo ma prima che potesse obbiettare le guardie erano già dietro di loro.

"Chi siete e cosa fate a quest'ora nei corridoi?" Gli illuminarono con un lampada ed Angel finse un gridolino imbarazzato. Leonardo si tirò su i pantaloni e fulmino le guardie con uno sguardo rabbioso.

"Sua grazia, perdonate abbiamo pensato che foste degli intrusi. Siamo terribilmente dispiaciuti." Leonardo gonfiò il petto coprendo Angel alla vista dei soldati.

"Avete intenzione di fissare la mia donna ancora per molto o riprendete la pattuglia?! Stavo per farmi una bella scopata e voi mi avete interrotto." Si misero sul attenti girando i talloni e allontanandosi in fretta. I due fecero un sospiro di sollievo mentre raggiungevano le stalle.

"Per dio ci mancava solo questa." Angel rise divertita.

"Beh ora penseranno che hai successo con le donne." Leonardo prese i cavalli che aveva preparato e liberò il destriero di Angel che Gabriel le aveva regalato. Lo spaventò  costringendolo a fuggire nella direzione opposta a quella in cui loro sarebbero andati.

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