Guerra sia

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Un piccolo manipolo di uomini fedeli e Leonardo, si stavano dirigendo nelle terre dei sigs per incontrare il re. Angel indossava l'armatura e non un abito regale, Elios non trattava volentieri con le donne men che meno con lei. Era in testa e cavalcava sovrappensiero, osservando la terra bollente sulle montagne Figs. Si diceva che grossi lucertoloni alati abitassero le sue cavita e che i sigs gli cavalcassero in battaglia. Entrata in città fu accolta in modo spartano, senza troppa cortesia. Case dorate fatte di cristallo irritavano la vista e lei fu disgustata dall'ostentazione di ricchezza.

"Benvenuti nella terra del fuoco. Prego seguitemi vi condurrò dal re." Angel iniziò a cuocersi dentro l'armatura così come i suoi uomini, quel bastardo di un nano aveva accettato l'incontro solo se si fosse tenuto nel suo palazzo. Sapeva che gli angeli erano forti ma non gradivano certe temperature. Ignorò le statue cornute di ossidiana e i smeraldi incastonati alle pareti ed entrò nella sala dove Elios sedeva sul trono. Tutti si inginocchiarono tranne lei, rimase in piedi ad osservare il piccolo uomo; corna nere e dritte gli spuntavano dalle tempie e gli occhi completamente dorati lo facevano sembrare senz'anima così come tutti gli abitanti del regno.

"Porgo i miei saluti al re Elios lo splendente." La zittì con un gesto della mano e scese dal trono con i suoi consiglieri invitando tutti a sedere nella stanza accanto.

"Mi aspettavo di vedere tu marito." Nessun onorifico, le parlava come ad una serva e Angel respirò sonoramente tentando di mantenere la calma. Sorrise fredda sedendosi.

"Ho la stessa autorità di mio marito sire. Il fatto che abbia il seno è un odore migliore non vuol dire che non sappia nulla di politica e guerra." Leonardo trattene una risatina e sorseggiò le bevande che furono offerte loro.

"Ebbene sei stata tu a indire questa riunione, a cosa devo il piacere della tua compagnia, Regina."

"All'assurda richiesta di scorte che avete fatto lo scorso mese." L'omuncolo si sdraio all'indietro sulla schiena e la guardò irritato.

"Non vedo che problema ci sia, ho accettato di essere l'alleato di tuo marito in cambio di alcuni benefici."

"Che ti sono stati concessi senza alcun problema, tuttavia state chiedendo sempre di più e anche noi abbiamo un popolo da sfamare. Le nostre terre sono all'limite, non producono più come prima."

"Non è un problema mio, chiedete a qualcun altro dei vostri alleati." Leonardo poggiò il palmo sulla schiena di Angel che fece un altro bel respiro.

"Non credo di essermi spiegata. Non ho intenzione di fornire ai sigs altre scorte e ricchezze. Se il popolo soffre, vostra maestà, può vendere tutte le pietre preziose che decorano il palazzo e sfamare tutti." Sorrise beffarda mentre sorseggiava la sua bevanda.

"Ho accettato di incontrarti per fare un favore a tuo marito ma non ho intenzione di prendere consigli dalla sua puttana." Leonardo sgranò gli occhi e le guardie sbiancarono. Fu tutto fulmineo come un battito di ciglia, Angel estrasse il pugnale e lo puntò alla gola del re come se scartasse una caramella. Non l'avevano neanche vista quando balzò in avanti sul tavolo tenendo il mento grassoccio del omuncolo sulla sua lama. Tutti si puntarono le spade contro ed i sigs iniziarono ad spalancare le bocche.

"Chiudete quelle cazzo di bocche se non volete vedere la trachea del vostro re per terra." Elios sudava rendendosi conto di non aver mai guardato quei occhi verdi così spaventosi.

"L'avete sentita, fatelo idioti."

"Bene ora parliamo senza troppi giri di parole. Starai zitto e buono e farai quello che ti dico, mio marito e più spietato di me quindi usa quella testa di cazzo e ringrazia che ci sia io qui. Prova ad attaccare uno dei villaggi sotto la mia protezione e sarà l'ultima cosa che farai, se pensi che mi spaventi il vostro alito infuocato ti sbagli. Prova a usarlo, tu e i tuoi fottuti soldati finirete bruciati dal vostro stesso fuoco. " La lama affondò giusto sotto la giugulare e vibrava a ritmo del suo cuore, Elios quasi non si mise a piangere.

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